Netanyahu: “E’ nel nostro interesse istituire la videosorveglianza 24 ore al giorno per confutare le false accuse contro Israele”. I palestinesi: “E’ una trappola”
“Come abbiamo detto molte volte, Israele non ha alcuna intenzione di dividere il Monte del Tempio, e respingiamo completamente qualsiasi tentativo di insinuare il contrario”. Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in un comunicato alla stampa internazionale diffuso sabato sera. “Riconoscendo l’importanza del Monte del Tempio per i fedeli di tutte e tre le fedi monoteiste, ebrei, musulmani e cristiani – continua il comunicato di Netanyahu – Israele ribadisce il proprio impegno a mantenere invariato lo status quo sul sito sacro, con le parole e con i fatti. E rispettiamo l’importanza del ruolo speciale del Regno hashemita di Giordania, che si riflette nel trattato di pace del 1994 tra Giordania e Israele, e il ruolo storico di re Abdullah II. Israele – prosegue il primo ministro – continuerà ad applicare la sua consolidata politica secondo cui i musulmani pregano sul Monte del Tempio, mentre i non musulmani visitano il Monte del Tempio. Israele ritiene che coloro che si recano sul Monte del Tempio, per visita o per culto, devono poterlo fare in pace, senza violenze, minacce, intimidazioni o provocazioni. Continueremo a garantire l’accesso al Monte del Tempio a fedeli e visitatori pacifici, e a garantire il mantenimento dell’ordine pubblico e della sicurezza. Accogliamo con favore – conclude Netanyahu – un maggiore coordinamento tra le autorità israeliane e il Waqf [ente del patrimonio islamico] giordano, per garantire fra l’altro che visitatori e fedeli esercitino moderazione e rispetto per la sacralità del sito, e tutto questo nel rispetto delle rispettive responsabilità sia delle autorità israeliane che del Waqf giordano. Sottoscriviamo l’appello per un immediato ripristino della calma, e per l’adozione di tutte le misure atte a garantire che cessi la violenza, che vengono evitate azioni provocatorie e che la situazione torni alla normalità in modo da promuovere le prospettive di pace. Siamo ansiosi di operare in modo cooperativo per attenuare le tensioni, fermare l’istigazione e scoraggiare le violenze”.
La dichiarazione di Netanyahu giunge dopo che il Segretario di stato Usa John Kerry ha annunciato che Israele ha accettato ciò che Kerry ha definito “un ottimo suggerimento di re Abdullah di Giordania”, custode del complesso della moschea di al-Aqsa sul Monte del Tempio: e cioè l’idea di garantire una copertura video 24 ore su 24 su tutto il sito. Sottolineando come il monitoraggio video fornirebbe “completa visibilità e trasparenza”, Kerry ha detto che tale misura “potrebbe cambiare davvero le cose, scoraggiando chiunque intenda disturbare la santità del luogo”. “Israele – ha aggiunto Kerry, anticipando le parole poi confermate da Netanyahu – continuerà ad applicare la sua consolidata politica sul Monte del Tempio/Haram al-Sharif, compreso il fatto fondamentale che i musulmani vi pregano mentre i non musulmani lo visitano. Mi auguro – ha aggiunto Kerry – che sulla base di queste conversazioni potremo finalmente mettere a tacere alcune delle false supposizioni e percezioni che alimentano le tensioni e fomentano la violenza: è importante porre fine alla retorica provocatoria e iniziare a cambiare la narrazione pubblica che scaturisce da quelle false percezioni”.
Gelida la reazione palestinese. Parlando domenica a radio Voce della Palestina, il ministro degli esteri dell’Autorità Palestinese Riyad al-Maliki ha definito la proposta delle telecamere “un’altra trappola degli israeliani”, aggiungendo che la dichiarazione di sabato sera del primo ministro israeliano “non è credibile” perché in ogni caso “di Netanyahu non ci si può fidare”. “Chi monitorerà gli schermi di queste telecamere? – si è chiesto Maliki – Come verranno impiegate? Le registrazioni non saranno successivamente usate per arrestare giovani e fedeli musulmani con il pretesto dell’istigazione?”. Dal canto suo, Hamas ha dichiarato in un comunicato diffuso sabato: “Questo non è altro che un ignobile tentativo di Netanyahu, in collusione con gli americani, di consolidare il controllo sionista su al-Aqsa, concedendo all’occupazione il potere di autorizzare e vietare ai musulmani di pregare nella moschea”.
Molto diversa la risposta israeliana. Aprendo domenica mattina la riunione settimanale del suo governo, Netanyahu ha affermato che “è nell’interesse di Israele” istituire la videosorveglianza 24 ore al giorno, giacché le telecamere permetteranno di “confutare” le false accuse secondo cui Israele starebbe modificando lostatus quo, e di “mostrare dove originano davvero le provocazioni, e contrastarle”. Netanyahu ha detto ai ministri d’aver chiarito a Kerry che non ci sarà alcun cambiamento nellostatus quo, e che il sito continuerà a essere amministrato come è stato finora. “Le modalità di visita per gli ebrei sul Monte del Tempio saranno mantenute e non ci sarà alcun cambiamento” ha detto, aggiungendo che lo stesso vale per le modalità di preghiera dei musulmani. Netanyahu ha detto di sentirsi incoraggiato dalla “risposta positiva” del ministro degli esteri giordano Nasser Judeh ai suoi chiarimenti sulla questione. “Spero che questo aiuterà a calmare la situazione – ha detto – almeno per quanto riguarda il Monte del Tempio”.
Secondo l’agenzia di stampa ufficiale giordana Petra, il ministro Judeh ha detto che le osservazioni di Netanyahu costituiscono un “passo positivo nella giusta direzione”. Paradossalmente, nel dicembre del 2013 era stata la Giordania, che oggi ha proposto l’installazione delle telecamere sul Monte del Tempio, ha protestare vivacemente per l’annuncio di una analoga iniziativa da parte di Israele. “La Giordania rifiuta l’installazione ad opera di Israele di telecamere di sorveglianza per monitorare fedeli e funzionari del Waqf, in particolare le donne”, aveva detto allora il ministro dell’informazione giordano Mohammad Momani, citato dall’agenzia di stampa statale Petra.
Intervistato domenica sera dalla tv Canale 2, il mufti palestinese Mohammed Ahmed Hussein ha detto di non poter commentare il piano mediato dagli Usa di installare la videosorveglianza al Monte del Tempio di Gerusalemme. “E’ ancora in fase di progetto e il Waqf deciderà alla fine” ha detto Mohammed Ahmed Hussein, aggiungendo che in ogni caso “gli ebrei non hanno il diritto di salire al Monte del Tempio”. “La Moschea di al-Aqsa esiste da 3.000 anni fa, da 30.000 anni fa, dalla creazione del mondo” ha affermato il mufti palestinese, che ha anche negato con veemenza che vi sia mai stato un Tempio ebraico sulla sommità del Monte, a dispetto delle ricche testimonianze archeologiche e testuali, anche da fonti musulmane. Basti ricordare – scrive Ilan Ben Zion su Times of Israel – che una guida all’Haram al-Sharif (nome arabo del Monte del Tempio) edita dal Waqf islamico nel 1924 menzionava esplicitamente la presenza nell’antichità di due Templi ebraici sull’attuale spianata delle moschee a Gerusalemme. E vi sono almeno quattro iscrizioni del Tempio di Erode, distrutto dai romani nel 70 e.v., che attestano la presenza di un Tempio ebraico sulla spianata progettata da Erode duemila anni fa.
(Da: Times of Israel, Jersualem Post, YnetNews, 25.10.15)