Malgrado Obama abbia previsto di incontrare nei prossimi giorni il primo ministro israeliano Netanyahu non crede sia in grado si trovare una soluzione per il conflitto in Medio Oriente “non è nelle possibilità” dell’amministrazione, visto il tempo rimasto.
Ben Rhodes, viceconsigliere per la sicurezza nazionale degli Usa, ha annunciato al Washington Post che “dal primo ministro, vogliamo sentirci dire come il governo israeliano possa compiere i passi” necessari per costruire la fiducia e “rendere chiaro che c’è l’ambizione” di arrivare a una soluzione a due Stati, secondo Rhodes l’unica strada realistica e praticabile anche in assenza di negoziati di pace tra le controparti.
Secondo Rob Malley, responsabile del National Security Council per il Medio Oriente, riferisce il quotidiano statunitense, per la prima volta in due decenni, un’amministrazione Usa “affronta la realtà”, ovvero che una soluzione per il conflitto in Medio Oriente “non è nelle possibilità” dell’amministrazione, visto il tempo rimasto.
Questo ha “portato a una rivalutazione non solo di quello che possiamo fare, ma di quello che le parti possono fare”.
A settembre, il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen, aveva dichiarato che il suo governo non si considera più legato agli accordi di pace di Oslo, accusando Israele, nel suo discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, di non avere rispettato gli obblighi.