Risale all’epoca della rivolta ebraica contro i Romani del primo secolo e.v.
Millenovecento anni prima che venisse coniato lo slogan “Palestina libera”, venne coniata e usata a Gerusalemme una moneta con la scritta “Sion libera” attorno a una foglia di vite.
Solitamente le riunioni del governo israeliano non si dedicano a particolari questioni archeologiche, ma domenica scorsa la ministra della cultura Miri Regev ha fatto un’eccezione mostrando ai colleghi una moneta che risale al periodo della prima rivolta ebraica contro i Romani, e che è stata rinvenuta circa un mese fa negli scavi della Città di Davide, poco a sud delle mura ottomane della Città Vecchia di Gerusalemme.
Regev ha mostrato la moneta nell’ambito della presentazione delle iniziative in preparazione per la celebrazione, nel giugno 2017, del 50esimo anniversario della liberazione di Gerusalemme est dall’occupazione giordana e della conseguente riunificazione della città dopo 19 anni di divisione forzata.
L’antica moneta faceva parte di una serie coniata durante la rivolta ebraica contro i Romani del primo secolo e.v., destinata a concludersi con la distruzione del Secondo Tempio nell’anno 70 ad opera delle legioni di Tito. Il rovescio della moneta reca una coppa e la scritta: “Anno due della Grande Rivolta”, il che colloca il reperto nell’anno 67. “Esattamente 1.900 anni più tardi, nel 1967 – ha sottolineato Regev – i paracadutisti israeliani entravano nella Città Vecchia di Gerusalemme ripristinando la sua e la nostra libertà. Abbiamo ristabilito la sovranità ebraica a Gerusalemme. Abbiamo consegnato alla storia la moneta coniata da Vespasiano dopo la vittoria sui ribelli con la scritta Judea Capta (la Giudea è conquistata)”.
Nell’occasione Regev ha anche ricordato le recenti “ridicole” risoluzioni dell’Unesco che disconoscono qualsiasi connessione ebraica con il Monte del Tempio di Gerusalemme.
Regev ha annunciato che durante la prossima festa di Hanukkà, alla fine di questo mese, il suo ministero e la Israel Antiquities Authority apriranno al pubblico un’altra antica strada di Gerusalemme, “la strada calcata dai Maccabei duemila anni fa”. Si tratta di una delle vie principali della Gerusalemme di allora, e sono stati trovati i resti delle botteghe che la fiancheggiavano. La strada si chiama Olei Haregel (“I pellegrini”) dal momento che veniva percorsa dagli ebrei che si recavano al Monte del Tempio risalendo dalla “piscina di Siloe”.
A proposito delle celebrazioni dell’anno prossimo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha sottolineato che “fino alla guerra dei sei giorni (del ’67), noi abitanti di Gerusalemme vivevamo nella paura del fuoco dei cecchini e con la guerra nel cuore della città. La liberazione di Gerusalemme ha radicalmente trasformato tutta la città. Gerusalemme ha cessato di essere una città di confine per diventare la vibrante capitale d’Israele”. Netanyahu ha aggiunto che nel corso delle imminenti celebrazioni Israele metterà in evidenza il legame storico degli ebrei non solo con Gerusalemme, ma con tutta la Terra di Israele, nell’auspicio che la comunità internazionale riesca a capire meglio la qualità e l’importanza di tali legami.
(Da: Jerusalem Post, Israel HaYom, YnetNews, 12.12.16)