È noto che la vaccinazione durante la gravidanza genera anticorpi IgG anti-spike funzionali nella circolazione materna che sono rilevabili nel sangue del cordone ombelicale alla nascita e possono proteggere il bambino dal COVID-19 [4,5,6,7]. Inoltre, studi recenti hanno dimostrato che l’infezione da COVID-19, così come la vaccinazione contro COVID-19, induce la secrezione di IgA e IgG neutralizzanti SARS-CoV-2 nel latte materno (HM) [8,9,10,11,12, 13,14,15,16].
Tuttavia, si sa poco sul trasferimento degli anticorpi neutralizzanti HM ai neonati allattati al seno.
L’HM ha proprietà antimicrobiche, evidenziate dalla diminuzione del tasso di infezioni e ospedalizzazione tra i bambini allattati al seno [17]. Ciò può essere attribuito a molecole con funzioni immunoprotettive all’interno di HM: immunoglobuline, lattoferrina, oligosaccaridi e citochine, solo per citarne alcuni [18].
SARS-CoV-2 fa affidamento sul suo recettore principale, l’enzima di conversione dell’angiotensina 2 (ACE2), per entrare nelle cellule, che è abbondantemente presente nell’epitelio umano del polmone, dell’intestino tenue e del colon [20, 21].
I rapporti hanno dimostrato che una percentuale notevole di pazienti con COVID-19 sviluppa sintomi gastrointestinali e quasi la metà dei pazienti ha RNA SARS-CoV-2 rilevabile nei loro campioni fecali [22, 23].
Pertanto, ipotizziamo che vi sia un trasferimento di IgA e IgG specifiche neutralizzanti HM SARS-CoV-2 nel tratto intestinale dei neonati allattati al seno che possono proteggerli dall’infezione da COVID-19. Insieme, i nostri risultati forniscono informazioni interessanti sulla relazione tra la durata degli anticorpi materni dopo la vaccinazione e la potenziale protezione dei bambini allattati al seno.
link di riferimento: https://www.nature.com/articles/s41372-022-01581-5