Il colesterolo è una molecola fondamentale per il funzionamento del corpo umano. È un componente essenziale delle membrane cellulari e un precursore per la sintesi degli ormoni steroidei. Tuttavia, il colesterolo è stato anche collegato a vari tipi di cancro. La relazione tra colesterolo e cancro è complessa e varia a seconda del tipo di tumore. Questo articolo esplorerà in dettaglio come il colesterolo influisce sullo sviluppo e la progressione del cancro, analizzando diversi tipi di tumori e i meccanismi coinvolti.
Numerosi studi hanno dimostrato che il metabolismo del colesterolo è alterato nelle cellule tumorali. Ciò porta a un aumento dell’assorbimento, della biosintesi e dell’accumulo di colesterolo nelle cellule tumorali. Questi cambiamenti supportano la proliferazione delle cellule tumorali, l’invasione, la metastasi e la resistenza alla chemioterapia. La deregolamentazione del metabolismo del colesterolo nelle cellule tumorali può essere dovuta a vari fattori, tra cui mutazioni genetiche, alterazioni epigenetiche e interazioni con il microambiente tumorale.
Uno dei meccanismi principali attraverso cui il colesterolo influenza il cancro è la sua capacità di modulare le membrane cellulari. Il colesterolo è un componente chiave delle membrane cellulari, dove forma strutture chiamate zattere lipidiche. Questi microdomini di membrana sono importanti per la segnalazione cellulare in quanto ospitano vari recettori e molecole di segnalazione. L’accumulo di colesterolo nelle membrane cellulari può influenzare la segnalazione cellulare, promuovendo la proliferazione e la sopravvivenza delle cellule tumorali.
Un altro meccanismo attraverso cui il colesterolo influenza il cancro è la sua capacità di modulare l’infiammazione. L’infiammazione cronica è un noto fattore di rischio per molti tipi di cancro. Il colesterolo può influenzare l’infiammazione modulando l’attività delle cellule immunitarie. Ad esempio, il colesterolo può promuovere la formazione di specie reattive dell’ossigeno (ROS), che possono danneggiare il DNA e promuovere la carcinogenesi. Inoltre, il colesterolo può modulare le risposte immunitarie antitumorali influenzando l’attività delle cellule T e dei macrofagi.
La relazione tra colesterolo e cancro è stata studiata in vari tipi di tumori, tra cui il cancro del colon-retto, il cancro al seno, il cancro alla prostata, il carcinoma epatocellulare, il cancro al pancreas, il cancro ai polmoni, il cancro gastrico, il cancro ovarico e il cancro del sangue.
Nel caso del cancro colorettale, studi clinici e preclinici hanno dimostrato che i livelli di colesterolo nel sangue diminuiscono significativamente nei pazienti con questo tipo di cancro. Questa diminuzione del colesterolo nel sangue è correlata a gradi tumorali più elevati. L’espressione del recettore delle lipoproteine a bassa densità (LDLR) è più elevata nei tessuti tumorali del colon rispetto ai tessuti normali. Questa aumentata espressione di LDLR facilita l’assorbimento del colesterolo da parte delle cellule tumorali, contribuendo alla loro proliferazione. Inoltre, il colesterolo può supportare la staminalità delle cellule tumorali del colon attraverso la segnalazione MAPK e la generazione di ROS.
Per quanto riguarda il cancro al seno, studi epidemiologici hanno mostrato una significativa associazione tra l’assunzione di colesterolo alimentare e un rischio aumentato di cancro al seno. Tuttavia, i risultati degli studi clinici sulla correlazione tra livelli di colesterolo nel sangue e cancro al seno sono incoerenti. Alcuni studi hanno riportato livelli elevati di colesterolo nel sangue in pazienti con cancro al seno indipendentemente dall’indice di massa corporea (BMI), mentre altri hanno riportato livelli di colesterolo nel sangue ridotti. Uno studio di popolazione su larga scala condotto in Corea ha mostrato che livelli elevati di colesterolo nel sangue aumentano il rischio di cancro al seno. Inoltre, è stata riportata una correlazione positiva tra colesterolo lipoproteico ad alta densità (HDLc) e un rischio aumentato di cancro al seno, insieme a un aumento della densità mammografica. Livelli elevati di colesterolo LDL (LDLc) al momento della diagnosi sono stati associati a una sopravvivenza libera da malattia più scarsa. Studi clinici hanno anche dimostrato che l’aumentata espressione dei geni del pathway del mevalonato nei tumori al seno mutanti p53 è correlata a una prognosi e una sopravvivenza peggiori. La sovraespressione di LDLR e l’accumulo di esteri del colesterolo sono stati osservati nei tumori al seno di grado avanzato.
Nel cancro alla prostata, la relazione tra livelli di colesterolo nel sangue e rischio di cancro è complessa. Alcuni studi clinici hanno indicato un collegamento tra alti livelli di colesterolo nel sangue e un rischio aumentato di cancro alla prostata di alto grado e livelli di antigene prostatico specifico (PSA). Tuttavia, la maggior parte degli studi epidemiologici mostra prove deboli o nessuna relazione tra livelli di colesterolo nel sangue e rischio di cancro alla prostata. Le differenze razziali possono influenzare questa correlazione, con alcune popolazioni che mostrano una correlazione più forte tra livelli di colesterolo nel sangue e livelli di PSA. Studi preclinici hanno dimostrato che una dieta ipercolesterolemica aumenta la progressione del tumore e l’angiogenesi nei modelli murini di cancro alla prostata. Inoltre, il colesterolo può supportare la sintesi di androgeni nelle cellule del cancro alla prostata, rendendole autosufficienti per una rapida divisione cellulare.
Nel carcinoma epatocellulare (HCC), il fegato è il sito primario della biosintesi del colesterolo e della sintesi delle lipoproteine. Studi epidemiologici su larga scala in Corea hanno riportato che un aumento dei livelli di colesterolo nel sangue è associato a una diminuzione dell’incidenza del cancro al fegato. Tuttavia, molti studi hanno riportato un’associazione positiva tra HCC e ipercolesterolemia, che è probabilmente una conseguenza del tumore. L’alterazione del profilo lipidico nel sangue nei pazienti con HCC può essere attribuita a un’anomalia nel metabolismo lipidico influenzata dal tumore. I pazienti con HCC associato a epatite B e C hanno mostrato livelli lipidici sierici ridotti, tra cui colesterolo, LDLc, HDLc e trigliceridi, rispetto alle controparti normali. Bassi livelli di colesterolo LDL sierico sono stati associati a un aumentato rischio di mortalità per cancro al fegato. Studi preclinici hanno dimostrato che i ratti con epatomi presentano un’alterazione nel meccanismo di feedback del colesterolo. I modelli murini di ipercolesterolemia hanno mostrato una crescita tumorale ridotta nei modelli di cancro indotti chimicamente.
Nel cancro al pancreas, un elevato apporto alimentare di colesterolo è stato collegato a un rischio aumentato di cancro. L’espressione dell’enzima ACAT1 e l’accumulo di esteri del colesterolo nei campioni di tessuto tumorale sono stati correlati a una scarsa sopravvivenza. È stato dimostrato che l’inibizione dell’attività ACAT riduce la progressione del tumore nei topi. Inoltre, modelli preclinici di cancro al pancreas hanno dimostrato un aumento dell’assorbimento del colesterolo nei tumori, associato a un’espressione elevata di LDLR.
Nel cancro ai polmoni, la relazione tra livelli di colesterolo nel sangue e rischio di cancro è complessa. Studi recenti hanno riportato che livelli di colesterolo nel sangue anormalmente alti o bassi aumentano il rischio di cancro ai polmoni. Tuttavia, la maggior parte degli studi suggerisce che livelli di colesterolo nel sangue più alti sono associati a un rischio ridotto di cancro ai polmoni, mentre livelli di colesterolo nel sangue più bassi sono associati a un rischio aumentato e a una sopravvivenza peggiore. Alcuni studi hanno riportato che l’assunzione di colesterolo nella dieta non ha un impatto significativo sul rischio di cancro ai polmoni, mentre altri hanno suggerito che un aumento del colesterolo nella dieta potrebbe aumentare leggermente il rischio.
Nel cancro gastrico, studi clinici hanno dimostrato che i livelli di colesterolo nel sangue diminuiscono nei pazienti con questo tipo di cancro. Questa diminuzione è stata correlata a una prognosi peggiore. L’infezione da Helicobacter pylori, un batterio che utilizza il colesterolo per sopravvivere, è un noto fattore di rischio per il cancro gastrico. Un aumento del consumo di colesterolo nella dieta può favorire l’infezione da Helicobacter pylori e aumentare il rischio di cancro gastrico. Tuttavia, la relazione tra livelli di colesterolo nel sangue e rischio di cancro gastrico rimane poco chiara, con alcuni studi che segnalano un’associazione positiva e altri un’associazione negativa.
Nel cancro ovarico, la maggior parte degli studi ha dimostrato che i livelli di colesterolo nel sangue diminuiscono nei pazienti con questo tipo di cancro. Tuttavia, alcuni studi hanno riportato che livelli elevati di colesterolo LDL aumentano il rischio di cancro ovarico. L’accumulo di colesterolo nell’ascite maligna è stato associato a una prognosi sfavorevole. Inoltre, è stato scoperto che l’espressione dell’enzima ACAT1 è elevata nelle cellule del cancro ovarico, contribuendo alla loro proliferazione e invasione. È stato dimostrato che l’inibizione di ACAT1 riduce la proliferazione delle cellule del cancro ovarico inducendo l’apoptosi.
Nei tumori del sangue, tra cui leucemia, linfoma e mieloma, i livelli di colesterolo nel sangue sono generalmente diminuiti. Studi clinici hanno dimostrato che i livelli di colesterolo totale, HDL e LDL diminuiscono significativamente nei pazienti con leucemia cronica, linfoma e mieloma rispetto ai soggetti sani. Tuttavia, in alcuni casi di leucemia linfatica cronica, i livelli di colesterolo erano elevati. Studi preclinici hanno dimostrato che le cellule del sangue cancerose accumulano colesterolo nel citoplasma e nel nucleo, supportando la loro sopravvivenza e proliferazione. È stato dimostrato che la rimozione del colesterolo dalla membrana cellulare riduce la segnalazione e la migrazione delle cellule leucemiche.
Il colesterolo può anche influenzare la funzionalità delle cellule immunitarie associate al cancro. Gli studi hanno dimostrato che l’ipercolesterolemia può modulare la risposta delle cellule T e dei macrofagi, influenzando la crescita del tumore. Ad esempio, il colesterolo può promuovere la formazione di cellule T regolatrici, che sopprimono la risposta immunitaria antitumorale. Inoltre, i derivati del colesterolo come il 27-HC possono modulare le metastasi del cancro al seno riducendo il numero di cellule T CD8+ e aumentando il numero di neutrofili polimorfonucleati e cellule T γδ nei siti metastatici.
L’alterazione del metabolismo del colesterolo nelle cellule tumorali è considerata una delle caratteristiche emergenti del cancro. Studi preclinici e clinici hanno dimostrato che il targeting del metabolismo del colesterolo può essere una strategia efficace per il trattamento del cancro. Ad esempio, l’inibizione dell’enzima HMG-CoA reduttasi, l’enzima principale nella biosintesi del colesterolo, con farmaci come le statine ha mostrato effetti positivi nella gestione di vari tumori. Tuttavia, alcuni studi hanno suggerito che il trattamento con statine a basso dosaggio può promuovere l’aggressività del cancro alla prostata e ridurre la sensibilità ai farmaci chemioterapici nel cancro ovarico. La combinazione di statine con altri farmaci chemioterapici ha mostrato un effetto sinergico nella riduzione della progressione del tumore nei modelli preclinici di cancro al colon, cancro ai polmoni e carcinoma epatocellulare.
Altre strategie per colpire il metabolismo del colesterolo includono l’uso di inibitori dell’assorbimento del colesterolo, come l’ezetimibe, che ha dimostrato di ridurre la progressione del cancro alla prostata nei modelli murini. È stato dimostrato che l’inibizione dell’enzima ACAT1 riduce la proliferazione del cancro alla prostata e delle cellule della leucemia mieloide cronica. Inoltre, è stato dimostrato che l’esaurimento del colesterolo di membrana con composti come la metil-β-ciclodestrina aumenta la citotossicità dei farmaci chemioterapici nei modelli preclinici di melanoma, cancro al seno e carcinoma epatocellulare.
L’alterazione del metabolismo del colesterolo può anche contribuire alla resistenza alla terapia antitumorale. Studi hanno dimostrato che livelli aumentati di colesterolo mitocondriale possono causare chemioresistenza nel carcinoma epatocellulare. Inoltre, un aumento dell’assorbimento del colesterolo attraverso la regolazione positiva di LDLR e una ridotta biosintesi endogena del colesterolo possono contribuire alla chemioresistenza nel carcinoma ovarico. La resistenza ai farmaci è stata anche associata all’accumulo di esteri del colesterolo a causa dell’attività di ACAT1.
In conclusione, il colesterolo svolge un ruolo complesso e multiforme nello sviluppo e nella progressione del cancro. Comprendere i meccanismi attraverso cui il colesterolo influenza il cancro può portare a migliori strategie di gestione, tra cui nuovi approcci terapeutici mirati al metabolismo del colesterolo. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire i percorsi molecolari specifici coinvolti e sviluppare efficaci interventi terapeutici.
Colesterolo e cancro: analisi dettagliata
Il colesterolo, un componente vitale delle membrane cellulari e un precursore degli ormoni steroidei, è stato collegato a vari tipi di cancro. Questa relazione è complessa e varia a seconda dei diversi tipi di cancro. Il ruolo del colesterolo nel cancro implica un metabolismo alterato del colesterolo, che porta a un assorbimento, una biosintesi e un accumulo migliorati nelle cellule tumorali. Questi cambiamenti supportano la proliferazione, l’invasione, le metastasi e la resistenza delle cellule tumorali alla chemioterapia.
Meccanismi che collegano colesterolo e cancro
- Proliferazione e sopravvivenza cellulare : il colesterolo contribuisce alla struttura e alla funzione delle membrane cellulari, influenzando i percorsi di segnalazione cellulare che regolano la proliferazione e la sopravvivenza.
- Metastasi : l’accumulo di colesterolo favorisce la formazione di zattere lipidiche nelle membrane cellulari, facilitando la migrazione e l’invasione cellulare.
- Chemioresistenza : livelli elevati di colesterolo possono interferire con la somministrazione e l’efficacia del farmaco, contribuendo alla chemioresistenza.
- Sintesi ormonale : il colesterolo è un precursore degli ormoni steroidei, che possono favorire la crescita di tumori dipendenti dagli ormoni, come il cancro al seno e alla prostata.
L’impatto dei bassi livelli di colesterolo sull’incidenza, la recidiva e la mortalità del cancro: un’analisi completa
Il colesterolo, un componente essenziale delle membrane cellulari e precursore degli ormoni steroidei, ha un ruolo complicato nella salute umana. Mentre tradizionalmente, alti livelli di colesterolo sono stati implicati nelle malattie cardiovascolari, recenti ricerche hanno evidenziato sempre di più l’impatto sfumato dei livelli di colesterolo sull’incidenza, la progressione e la mortalità del cancro. Numerosi studi hanno esaminato la relazione tra metaboliti del colesterolo e cancro, rivelando associazioni significative con vari tipi di cancro, tra cui tumori del pancreas, del seno e della prostata. Questo documento mira a fornire un’analisi dettagliata e completa degli effetti dei livelli di colesterolo, in particolare del colesterolo basso, sugli esiti del cancro, supportata dai dati e dai risultati delle ricerche più recenti disponibili oggi.
Colesterolo e cancro: una relazione complessa
Metaboliti del colesterolo e formazione del cancro
I metaboliti del colesterolo, come gli ossisteroli, svolgono ruoli critici in vari processi biologici, tra cui il metabolismo dei lipidi, la proliferazione cellulare e l’apoptosi. Diversi studi hanno stabilito collegamenti tra i metaboliti del colesterolo e lo sviluppo di tumori, suggerendo che le interruzioni nel metabolismo del colesterolo possono contribuire alla tumorigenesi.
- Cancro al pancreas: alti livelli di colesterolo sono stati collegati a un rischio aumentato di cancro al pancreas. I metaboliti del colesterolo possono influenzare la proliferazione e la sopravvivenza delle cellule del cancro al pancreas modulando le principali vie di segnalazione coinvolte nello sviluppo del cancro, come la via di segnalazione Hedgehog.
- Cancro al seno: nel cancro al seno, i metaboliti del colesterolo come il 27-idrossicolesterolo (27HC) agiscono come modulatori del recettore degli estrogeni, promuovendo la crescita del tumore e le metastasi. Gli studi hanno dimostrato che livelli più elevati di colesterolo nel siero sono correlati a un rischio aumentato di recidiva del cancro al seno.
- Cancro alla prostata: livelli elevati di colesterolo sono associati a una maggiore probabilità di recidiva del cancro alla prostata. Ogni aumento di 10 mg/dL nei livelli di colesterolo aumenta la probabilità di recidiva di circa il 9%.
Meccanismi biochimici e molecolari
Le alterazioni nel metabolismo dei lipidi e l’equilibrio tra proliferazione cellulare e apoptosi sono centrali nella relazione tra colesterolo e cancro. I meccanismi biochimici e molecolari alla base di questa relazione includono:
- Metabolismo dei lipidi: la disregolazione del metabolismo dei lipidi, spesso associata alla sindrome metabolica e all’obesità, può portare a un aumento dell’accumulo di lipidi nei tessuti, favorendo lo sviluppo del cancro. Un accumulo eccessivo di lipidi può causare stress ossidativo e infiammazione, che favoriscono la progressione del cancro.
- Proliferazione cellulare e apoptosi: il colesterolo e i suoi metaboliti possono modulare i percorsi di segnalazione che regolano la proliferazione cellulare e l’apoptosi. Ad esempio, è stato dimostrato che 27HC attiva il recettore degli estrogeni nelle cellule del cancro al seno, promuovendo la proliferazione cellulare e inibendo l’apoptosi.
- Disfunzione del sistema immunitario: livelli di colesterolo disregolati possono compromettere la funzione immunitaria, riducendo la capacità del corpo di rilevare ed eliminare le cellule tumorali. Gli studi hanno dimostrato che i pazienti con bassi livelli di colesterolo hanno spesso risposte immunitarie compromesse, rendendoli più suscettibili alle infezioni e forse al cancro.
Studi di coorte e meta-analisi
Numerosi studi di coorte e meta-analisi hanno esplorato l’associazione tra livelli di colesterolo nel siero e risultati del cancro. Questi studi forniscono preziose informazioni sulla complessa relazione tra colesterolo e cancro:
- Sopravvivenza complessiva: una revisione sistematica e una meta-analisi hanno rilevato una sostanziale associazione tra colesterolo totale (TC), colesterolo lipoproteico ad alta densità (HDL-C) e sopravvivenza complessiva tra i pazienti oncologici. Bassi livelli di HDL-C erano costantemente associati a esiti di sopravvivenza più scarsi.
- Colesterolo lipoproteico a bassa densità (LDL-C): studi recenti hanno osservato un’associazione a forma di U tra i livelli di LDL-C e la mortalità per tutte le cause. Mentre livelli di LDL-C estremamente bassi sono associati a un aumento della mortalità, livelli moderati sembrano avere un effetto protettivo.
- Trigliceridi (TG): i trigliceridi ematici elevati sono stati identificati come un indicatore prognostico negativo in alcuni studi, sebbene le prove non siano conclusive. L’impatto dei livelli di trigliceridi sugli esiti del cancro richiede ulteriori indagini.
L’associazione a forma di U tra livelli di colesterolo e mortalità
Panoramica dello studio
In un’analisi longitudinale su larga scala di 59.217 pazienti oncologici, i ricercatori hanno identificato un’associazione a forma di U tra i livelli basali di colesterolo totale e il rischio di mortalità. Sia i livelli bassi che quelli alti di colesterolo erano associati a un rischio elevato di morte, evidenziando l’importanza di mantenere livelli di colesterolo bilanciati per risultati di salute ottimali.
- Livelli bassi di LDL-C: livelli bassi di LDL-C, in particolare nel primo e secondo percentile, sono stati associati a un rischio di morte significativamente aumentato. Questa scoperta sottolinea i potenziali pericoli di livelli eccessivamente bassi di LDL-C nei pazienti oncologici.
- Livelli di HDL-C: livelli ridotti di HDL-C sono stati costantemente associati a un rischio maggiore di morte, rafforzando il ruolo protettivo dell’HDL-C negli esiti del cancro.
- Livelli di trigliceridi: non è stata trovata alcuna associazione significativa tra i livelli di trigliceridi per quartile e il rischio di mortalità nei pazienti oncologici, il che suggerisce che i trigliceridi potrebbero svolgere un ruolo meno critico nella prognosi del cancro rispetto ad altre frazioni lipidiche.
Meccanismi alla base dell’associazione a forma di U
Sono stati proposti diversi meccanismi per spiegare l’associazione a forma di U tra livelli di colesterolo e mortalità nei pazienti oncologici:
- Causalità inversa: bassi livelli di colesterolo nel siero possono essere indicativi di fragilità, malattia o malnutrizione latenti, che possono contribuire alla mortalità non cardiovascolare. Anche i tumori non diagnosticati possono abbassare i livelli di colesterolo, creando un effetto di causalità inversa.
- Funzione del sistema immunitario: l’omeostasi del colesterolo disregolata può compromettere la funzione immunitaria, aumentando la vulnerabilità alle infezioni e potenzialmente facilitando la progressione del cancro. Bassi livelli di colesterolo sono stati collegati a conteggi ridotti di cellule T e CD8+ totali, componenti fondamentali della risposta immunitaria.
- Stress ossidativo: i pazienti con bassi livelli di colesterolo spesso mostrano una minore attività antiossidante nel siero, il che li rende più suscettibili allo stress ossidativo. Lo stress ossidativo può danneggiare i componenti cellulari, favorendo lo sviluppo e la progressione del cancro.
- Infiammazione e citochine: livelli elevati di citochine pro-infiammatorie, come l’interleuchina-6, sono stati osservati in pazienti con bassi livelli di colesterolo. L’infiammazione cronica è un fattore di rischio ben noto per il cancro e può esacerbare la progressione della malattia.
Ruolo prognostico dei livelli basali di lipidi nei pazienti oncologici
Implicazioni cliniche
I risultati dello studio longitudinale su larga scala hanno implicazioni cliniche significative per la gestione dei pazienti oncologici:
- Stratificazione del rischio: i livelli lipidici basali possono fungere da preziosi marcatori prognostici, aiutando i medici a identificare i pazienti a più alto rischio di mortalità. Il monitoraggio regolare dei livelli di colesterolo dovrebbe essere integrato nella cura di routine del cancro per guidare le decisioni terapeutiche.
- Interventi su misura: comprendere la relazione tra livelli lipidici e risultati del cancro consente lo sviluppo di interventi su misura volti a ottimizzare i livelli di colesterolo. Modifiche dello stile di vita, interventi dietetici e trattamenti farmacologici possono essere impiegati per mantenere il colesterolo entro intervalli ottimali.
- Assistenza completa: data l’interazione tra metabolismo lipidico, funzione immunitaria e progressione del cancro, è essenziale un approccio olistico all’assistenza del paziente. Affrontare le comorbilità, come diabete e ipertensione, e garantire un adeguato supporto nutrizionale sono componenti fondamentali della gestione completa del cancro.
Limitazioni e direzioni future
Sebbene lo studio fornisca spunti preziosi, è importante riconoscere potenziali limiti e aree per ricerche future:
- Specificità della popolazione: i risultati dello studio si basano su un campione di individui coreani, il che potrebbe limitare la generalizzabilità dei risultati ad altre popolazioni. Sono necessarie ulteriori ricerche per convalidare questi risultati in diversi gruppi demografici.
- Confondimento residuo: nonostante le analisi multivariabili, i fattori confondenti residui, come i farmaci antitumorali o gli interventi chirurgici, possono influenzare i risultati. Studi futuri dovrebbero mirare a tenere conto di questi potenziali fattori confondenti.
- Follow-up longitudinale: il follow-up a lungo termine è essenziale per comprendere appieno l’impatto dei livelli di colesterolo sugli esiti del cancro. La ricerca continua dovrebbe concentrarsi sul monitoraggio dei cambiamenti nei livelli di lipidi nel tempo e sulla loro associazione con la prognosi del cancro.
In conclusione, la relazione tra livelli di colesterolo e risultati del cancro è complessa e multiforme. L’associazione a forma di U tra livelli di colesterolo totale e rischio di mortalità evidenzia l’importanza di mantenere livelli di colesterolo bilanciati nei pazienti oncologici. Bassi livelli di LDL-C sono significativamente associati a un rischio aumentato di mortalità per tutte le cause, mentre livelli ridotti di HDL-C sono collegati a un rischio di mortalità più elevato. I livelli di trigliceridi, tuttavia, non sembrano avere un impatto significativo sulla prognosi del cancro.
Questi risultati sottolineano la necessità di un approccio completo alla cura del cancro che includa il monitoraggio e la gestione regolari dei livelli lipidici. Integrando le valutazioni dei lipidi nella cura di routine del cancro, i medici possono stratificare meglio il rischio, personalizzare gli interventi e, in definitiva, migliorare i risultati per i pazienti. La ricerca continua è essenziale per chiarire ulteriormente i meccanismi alla base della relazione tra colesterolo e cancro e per sviluppare strategie efficaci per ottimizzare i livelli lipidici nei pazienti oncologici.
Nuove linee guida sul colesterolo
Negli ultimi anni è stato sviluppato un nuovo approccio per il trattamento di livelli anomali di colesterolo. Le linee guida precedenti raccomandavano che i medici utilizzassero obiettivi specifici per il colesterolo LDL (lipoproteine a bassa densità) in base ai fattori di rischio del paziente. Le linee guida più recenti adottano un approccio leggermente diverso, concentrandosi sulla riduzione del rischio complessivo di malattie causate dall’aterosclerosi, incluso il colesterolo anomale, piuttosto che mirare con precisione a specifici risultati di laboratorio del colesterolo.
Sono disponibili diversi calcolatori del rischio cardiovascolare che prendono in considerazione il sesso, l’età, la razza, il colesterolo totale, l’HDL (lipoproteine ad alta densità), la pressione sanguigna, il diabete e lo stato di fumatore di una persona per stimare il rischio di avere un infarto o un ictus nei prossimi 10 anni. Sulla base di questi risultati, un medico può raccomandare un trattamento con una statina ipocolesterolemizzante o altri farmaci. Nonostante la disponibilità della terapia farmacologica, i cambiamenti nello stile di vita sano per il cuore (dieta, esercizio fisico, cessazione del fumo e controllo del peso) rimangono la base per il trattamento del colesterolo a tutte le età, sia prima che durante la terapia farmacologica.
Terapia farmacologica
Le linee guida raccomandano una terapia farmacologica basata sul rischio di una persona di sviluppare malattie cardiache, ictus e altri problemi causati dall’aterosclerosi:
- La prevenzione primaria consiste nella riduzione del rischio nei soggetti che non presentano ancora evidenza di malattie cardiovascolari.
- La prevenzione secondaria consiste nella riduzione del rischio nei soggetti con evidenza di malattie cardiovascolari.
Le statine sono la prima scelta in quasi tutti i pazienti con livelli anomali di colesterolo LDL per prevenire le malattie cardiovascolari. Quando iniziare a usare le statine e quale dose usare si basa sul rischio del paziente e sulla malattia cardiovascolare aterosclerotica attuale. Sono stati approvati nuovi farmaci biologici per ridurre i livelli di colesterolo LDL in determinati scenari ad alto rischio.
Cambiamenti nello stile di vita
I principali cambiamenti nello stile di vita per migliorare i livelli di colesterolo cattivo sono:
- Una dieta sana per il cuore (che privilegia verdure, frutta e cereali integrali).
- Attività fisica regolare (l’American Heart Association raccomanda di svolgere 30 minuti di esercizio moderato cinque giorni alla settimana, per un totale di 150 minuti alla settimana, oppure 75 minuti di esercizio intenso alla settimana).
- Mantenere un peso corporeo sano (con l’aiuto di un medico quando necessario).
- Evitare di fumare.
- Controllo dell’ipertensione e del diabete (per i pazienti affetti anche da queste patologie).
I lipidi sono i mattoni dei grassi e delle sostanze grasse presenti negli animali e nelle piante. Includono colesterolo, trigliceridi, acidi grassi, fosfolipidi e altri. I lipidi non si sciolgono in acqua e sono solitamente trasportati nel sangue e in altri fluidi corporei sotto forma di lipoproteine. I lipidi svolgono funzioni essenziali nel corpo, tra cui:
- Componenti strutturali di tutte le membrane cellulari.
- Fonte di energia.
- Molecole di segnalazione coinvolte in molteplici processi cellulari.
- Precursori di altre molecole lipidiche, ormoni e vitamine.
Colesterolo
Il colesterolo è presente in tutte le cellule animali e negli alimenti di origine animale, ma non nelle piante. Nonostante la sua reputazione negativa, il colesterolo è un nutriente essenziale necessario per molte funzioni, tra cui:
- Riparazione delle membrane cellulari.
- Produzione di vitamina D nella pelle.
- Produzione di ormoni come estrogeni e testosterone.
- Potrebbe contribuire alle connessioni cellulari nel cervello, importanti per l’apprendimento e la memoria.
Tuttavia, quando i livelli di colesterolo aumentano nel sangue, possono avere conseguenze pericolose a seconda del tipo di colesterolo. Sebbene il corpo acquisisca un po’ di colesterolo attraverso la dieta, circa due terzi vengono prodotti nel fegato, stimolati dai grassi saturi. I grassi saturi si trovano nei prodotti animali (carne, tuorli d’uovo, latticini ad alto contenuto di grassi) e negli oli vegetali tropicali (palma, cocco).
Trigliceridi
I trigliceridi sono composti da molecole di glicerolo e acidi grassi. Sono le sostanze chimiche di base contenute nei grassi sia negli animali che nelle piante. Livelli elevati di trigliceridi, specialmente in combinazione con bassi livelli di HDL, sono associati a un rischio aumentato di malattie cardiache, ictus, diabete e steatosi epatica.
Lipoproteine
Le lipoproteine sono sfere proteiche che trasportano colesterolo, trigliceridi o altre molecole lipidiche attraverso il flusso sanguigno. La maggior parte degli effetti vascolari del colesterolo e dei trigliceridi dipendono dalle lipoproteine. Le lipoproteine sono classificate in cinque tipi in base a dimensioni e densità, ulteriormente definite dal fatto che trasportino colesterolo o trigliceridi.
Lipoproteine trasportatrici di colesterolo
Queste lipoproteine sono comunemente chiamate colesterolo:
- Lipoproteine a bassa densità (LDL) , spesso chiamate colesterolo “cattivo”.
- Lipoproteine ad alta densità (HDL) , le più piccole e dense, spesso chiamate colesterolo “buono”.
Lipoproteine trasportatrici di trigliceridi
- Le lipoproteine a densità intermedia (IDL) tendono a trasportare trigliceridi.
- Le lipoproteine a bassissima densità (VLDL) tendono a trasportare trigliceridi.
- I chilomicroni o lipoproteine a densità ultra bassa (UDL) sono i più grandi in termini di dimensioni e i più bassi in termini di densità. I chilomicroni tendono a trasportare trigliceridi.
Effetti delle lipoproteine e dei trigliceridi sulle malattie cardiache
Lipoproteine a bassa densità (LDL), il colesterolo “cattivo”
Il principale cattivo nella storia del colesterolo è la lipoproteina a bassa densità (LDL). Le malattie cardiache hanno meno probabilità di verificarsi tra le persone con i livelli di LDL più bassi. Abbassare l’LDL è l’obiettivo primario della terapia farmacologica e dello stile di vita per il colesterolo.
Le lipoproteine a bassa densità (LDL) trasportano circa il 75% del colesterolo del sangue alle cellule del corpo. Normalmente sono innocue. Tuttavia, se esposte all’ossidazione, le LDL possono penetrare e interagire pericolosamente con le pareti delle arterie, producendo una risposta infiammatoria dannosa. L’ossidazione è un processo naturale nel corpo che si verifica da combinazioni chimiche con molecole instabili note come radicali liberi dell’ossigeno o ossidanti.
In risposta all’LDL ossidato, il corpo rilascia vari fattori immunitari volti a proteggere le pareti arteriose danneggiate. Sfortunatamente, in quantità eccessive, causano infiammazione e promuovono ulteriori danni alle aree bersaglio.
Lipoproteine ad alta densità (HDL), il colesterolo “buono”
Le lipoproteine ad alta densità (HDL) sembrano apportare benefici all’organismo in diversi modi:
- Rimuove il colesterolo dalle pareti delle arterie e lo riporta al fegato affinché venga eliminato dall’organismo.
- Aiuta a prevenire l’ossidazione delle LDL (le HDL potrebbero avere proprietà antiossidanti).
- Può anche combattere l’infiammazione.
L’HDL aiuta a mantenere aperte le arterie e riduce il rischio di infarto. Livelli elevati di HDL (oltre 60 mg/dL) possono essere quasi altrettanto protettivi per il cuore quanto bassi livelli di LDL. Livelli di HDL inferiori a 40 mg/dL sono associati a un rischio aumentato di malattie cardiache.
Trigliceridi
I trigliceridi interagiscono con il colesterolo HDL in modo tale che i livelli di HDL diminuiscono quando i livelli di trigliceridi aumentano. Livelli elevati di trigliceridi possono comportare altri pericoli indipendentemente dai livelli di colesterolo. Ad esempio, possono essere associati a coaguli di sangue che si formano e bloccano le arterie. Livelli elevati di trigliceridi sono anche associati alla risposta infiammatoria, l’effetto dannoso di un sistema immunitario iperattivo che può causare danni considerevoli a cellule e tessuti, comprese le arterie. Livelli molto elevati di trigliceridi possono anche causare pancreatite, una condizione potenzialmente mortale.
Fattori di rischio
Livelli di colesterolo non sani (HDL basso, LDL alto e trigliceridi alti) aumentano il rischio di malattie cardiache e infarto. Alcuni fattori di rischio per il colesterolo possono essere controllati (come dieta, esercizio fisico e peso) mentre altri no (come età, sesso e storia familiare).
Età e sesso
Dalla pubertà in poi, gli uomini tendono ad avere livelli di HDL (colesterolo buono) più bassi rispetto alle donne. Una ragione è che l’ormone sessuale femminile estrogeno è associato a livelli di HDL più alti. Per questo motivo, le donne in premenopausa hanno generalmente tassi di malattie cardiache più bassi rispetto agli uomini. Dopo la menopausa, man mano che i livelli di estrogeni diminuiscono, le donne recuperano i loro tassi di malattie cardiache. Durante gli anni postmenopausali, i livelli di HDL diminuiscono e i livelli di LDL (colesterolo cattivo) e trigliceridi aumentano. Per gli uomini, i livelli di LDL e trigliceridi aumentano anche con l’età, aumentando i rischi di malattie cardiache. Le malattie cardiache sono la principale causa di morte sia per gli uomini che per le donne.
Bambini e adolescenti
I bambini con livelli di colesterolo anormali hanno un rischio maggiore di sviluppare malattie cardiache più avanti nella vita. Tuttavia, è difficile distinguere i livelli di colesterolo “normali” nei bambini. I livelli di colesterolo, che sono normalmente molto bassi alla nascita, tendono ad aumentare bruscamente fino alla pubertà, a diminuire bruscamente e poi a salire di nuovo più avanti nella vita.
Fattori genetici e storia familiare
La genetica può svolgere un ruolo importante nel determinare i livelli di colesterolo nel sangue di una persona. (I bambini provenienti da famiglie con una storia di cardiopatia prematura dovrebbero essere sottoposti a test per i livelli di colesterolo dopo i 2 anni.) I geni possono influenzare se una persona ha bassi livelli di HDL, alti livelli di LDL, alti trigliceridi o alti livelli di altre lipoproteine, come la lipoproteina(a). Esistono diversi tipi di disturbi ereditari del colesterolo.
- L’ipercolesterolemia familiare (FH) è un disturbo genetico che causa alti livelli di colesterolo, in particolare LDL, e malattie cardiache premature. Esistono due forme di FH:
- La FH eterozigote , in cui la mutazione genetica è ereditata da un genitore, si verifica in circa 1 persona su 500. Aumenta il rischio di infarto tra i 40 e i 60 anni.
- La FH omozigote , in cui la mutazione genetica è ereditata da entrambi i genitori, è molto più rara e si verifica in circa 1 persona su 1 milione. Le persone con FH omozigote rischiano un’ipercolesterolemia estremamente grave, con molti che hanno un infarto o la morte prima dei 30 anni.
- La carenza familiare di lipoproteina lipasi è un gruppo di rari disturbi genetici che causano la deplezione dell’enzima lipoproteina lipasi. Questo enzima aiuta a rimuovere le lipoproteine ricche di trigliceridi. Le persone carenti di lipoproteina lipasi hanno alti livelli di colesterolo e grassi nel sangue.
Fattori dello stile di vita
- Dieta : i principali elementi dietetici che portano a un colesterolo nel sangue non sano includono grassi saturi (presenti principalmente nella carne rossa e nei latticini ad alto contenuto di grassi) e acidi grassi trans (presenti nei cibi fritti e in alcuni prodotti alimentari da forno commerciali). Anche i molluschi e i tuorli d’uovo sono ricchi di colesterolo alimentare
Grandi quantità di zuccheri aggiunti aumentano i livelli di trigliceridi.
- Peso : essere sovrappeso o obesi aumenta il rischio di avere livelli di colesterolo non salutari.
- Esercizio fisico : la mancanza di esercizio fisico può contribuire all’aumento di peso, alla diminuzione dei livelli di HDL e all’aumento dei livelli di LDL, trigliceridi e colesterolo totale.
- Fumo : il fumo riduce il colesterolo HDL e favorisce l’accumulo di depositi di grasso nelle arterie coronarie.
- Alcol : un consumo eccessivo di alcol può aumentare i livelli di trigliceridi.
Obesità, sindrome metabolica e diabete di tipo 2
Negli Stati Uniti, l’obesità è a livelli epidemici in tutte le fasce d’età. L’effetto dell’obesità sui livelli di colesterolo è complesso. Gli individui sovrappeso tendono ad avere alti livelli di trigliceridi e LDL e bassi livelli di HDL, una combinazione che pone un rischio di malattie cardiache. L’obesità causa anche altri effetti, come pressione alta e aumento dell’infiammazione, ponendo rischi significativi per il cuore.
L’obesità è particolarmente pericolosa quando è una delle componenti della sindrome metabolica. La sindrome metabolica consiste in:
- Obesità caratterizzata da grasso addominale.
- Livelli lipidici non sani (bassi livelli di HDL, alti trigliceridi).
- Ipertensione.
- Resistenza all’insulina.
La sindrome metabolica è una condizione prediabetica significativamente associata a malattie cardiache e tassi di mortalità più elevati per tutte le cause. L’obesità è anche fortemente associata al diabete di tipo 2, che di per sé rappresenta un rischio significativo per livelli elevati di colesterolo e malattie cardiache.
I bambini in sovrappeso hanno un rischio maggiore di trigliceridi alti e HDL basso, che possono essere direttamente correlati a livelli di colesterolo malsano successivi. I livelli di LDL nell’infanzia e l’indice di massa corporea (BMI) sono fortemente associati al rischio cardiovascolare durante l’età adulta. I bambini in sovrappeso e obesi che hanno il colesterolo alto dovrebbero anche sottoporsi a test per ipertensione, diabete e altre condizioni associate alla sindrome metabolica.
Altre condizioni mediche
- Pressione alta : la pressione alta (ipertensione) non influisce sui livelli di colesterolo, ma contribuisce all’ispessimento delle pareti dei vasi sanguigni del cuore, peggiorando l’aterosclerosi. Pressione alta, colesterolo alto e diabete agiscono tutti insieme per aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiache.
- Ipotiroidismo : bassi livelli di tiroide (ipotiroidismo) sono associati a livelli elevati di colesterolo totale e LDL e di trigliceridi. Trattare la condizione della tiroide può ridurre significativamente i livelli di colesterolo. La ricerca è discordante sul fatto che l’ipotiroidismo lieve (ipotiroidismo subclinico) sia associato a livelli di colesterolo non sani.
- Sindrome dell’ovaio policistico : le donne affette da questo disturbo endocrino potrebbero avere un rischio maggiore di alti livelli di trigliceridi e bassi livelli di HDL, probabilmente a causa dei livelli più elevati dell’ormone maschile testosterone associati a questa malattia.
Altri fattori di rischio
- Farmaci : alcuni farmaci, come specifici anticonvulsivanti, corticosteroidi e isotretinoina (Accutane), possono aumentare i livelli di lipidi.
Complicazioni
Cardiopatia
L’aterosclerosi è un disturbo comune delle arterie in cui grasso, colesterolo e altre sostanze si accumulano nelle pareti arteriose. Accumuli più grandi, chiamati ateromi o placche, possono danneggiare le pareti arteriose e bloccare il flusso sanguigno. Un flusso sanguigno gravemente limitato nel muscolo cardiaco porta a sintomi come il dolore al petto.
Il colesterolo malsano, in particolare il colesterolo LDL, forma una sostanza grassa chiamata placca, che si accumula sulle pareti arteriose del cuore. Le placche più piccole rimangono morbide, ma le placche più vecchie e grandi tendono a sviluppare cappucci fibrosi con depositi di calcio. Il risultato a lungo termine è l’aterosclerosi.
Questo processo mette a rischio il cuore in due modi:
- Le arterie calcificate e anelastiche alla fine diventano più strette (una condizione nota come stenosi). Man mano che questo processo continua, il flusso sanguigno rallenta, impedendo a sangue sufficientemente ricco di ossigeno di raggiungere il cuore. Questa condizione può portare ad angina (dolore al petto) e, quando le placche aterosclerotiche sono danneggiate (ad esempio, rottura), può portare a blocchi improvvisi e infarto. Quando il danno è sufficiente a compromettere il pompaggio del cuore, può verificarsi un’insufficienza cardiaca.
- Le placche instabili più piccole possono rompersi, innescando la formazione di coaguli di sangue sulla loro superficie. I coaguli di sangue bloccano le arterie e sono cause significative di infarti.
Questo processo è accelerato da altri fattori di rischio, tra cui ipertensione, fumo, obesità, diabete e uno stile di vita sedentario. Quando è presente più di uno di questi fattori di rischio, il rischio è aggravato.
Coronaropatia
Il risultato finale dell’aterosclerosi è la malattia coronarica. La malattia coronarica, a volte chiamata semplicemente “malattia cardiaca” o cardiopatia ischemica, è la principale causa di morte negli Stati Uniti
Gli studi segnalano costantemente un rischio più elevato di morte per malattie cardiache con alti livelli di colesterolo LDL. Anche un moderato innalzamento dei livelli di LDL aumenta la probabilità di malattie cardiache quando sono presenti altri fattori di rischio. Più alto è il colesterolo, maggiore è il rischio.
Malattia arteriosa periferica (MAP)
La malattia arteriosa periferica (PAD) è causata dall’accumulo di placca nei piedi, nelle gambe, nelle mani e nelle braccia, più spesso nelle gambe. La PAD è associata all’aterosclerosi. Livelli più bassi di HDL e livelli elevati di trigliceridi aumentano anche il rischio di PAD.
Colpo
Avere livelli adeguati di HDL potrebbe essere il fattore più cruciale correlato ai lipidi per prevenire l’ictus ischemico, un tipo di ictus causato dal blocco delle arterie che trasportano il sangue al cervello. L’HDL potrebbe persino ridurre il rischio di ictus emorragico, un tipo di ictus molto meno comune causato da sanguinamento nel cervello associato a bassi livelli di colesterolo complessivo.
L’accumulo di placca nell’arteria carotide interna può portare al restringimento e all’irregolarità del canale dell’arteria, impedendo il corretto flusso di sangue al cervello. Più comunemente, man mano che il restringimento peggiora, si formano coaguli sulla placca che possono staccarsi, viaggiare verso il cervello e bloccare i vasi sanguigni che forniscono sangue al cervello. Ciò porta a un ictus, con possibile paralisi, difficoltà di parola o altri deficit.
Gli effetti di alti livelli di colesterolo totale e LDL sull’ictus ischemico sono meno chiari. Alcune ricerche suggeriscono che il rischio di ictus ischemico aumenta quando il colesterolo totale è alto. Altri studi suggeriscono che il colesterolo alto rappresenta un rischio di ictus solo quando sono presenti proteine specifiche associate all’infiammazione.
Sintomi
Non ci sono segnali di avvertimento per alti livelli di LDL e altri livelli di colesterolo malsano. Quando finalmente si presentano i sintomi, di solito assumono la forma di angina (dolore al petto), infarto o ictus. Quando si verificano accumuli nelle arterie delle gambe, i pazienti possono avere difficoltà a camminare (claudicazione). Negli uomini, la disfunzione erettile può essere un altro sintomo di aterosclerosi.
L’aterosclerosi è una malattia delle arterie in cui il materiale grasso si deposita nella parete dei vasi, con conseguente restringimento e conseguente compromissione del flusso sanguigno. Un flusso sanguigno gravemente limitato nelle arterie verso il muscolo cardiaco provoca sintomi come il dolore al petto. L’aterosclerosi non mostra sintomi fino a quando non si verifica una complicazione.
Diagnosi
Gli esami del sangue possono misurare facilmente i livelli di colesterolo. Un profilo lipidico include LDL, colesterolo totale, HDL e trigliceridi. È anche possibile misurare i livelli di LDL da soli, ma i livelli di LDL possono essere calcolati in modo affidabile utilizzando gli altri valori, a meno che i trigliceridi non siano molto alti.
Per ottenere una lettura accurata del colesterolo, i medici consigliano:
- Non mangiare o bere altro che acqua per 8-12 ore prima del test. (Alcuni studi recenti indicano che il digiuno non è necessario per lo screening di routine. Consultare il medico.)
- Se i risultati del test sono anomali, è necessario eseguirne un secondo entro 1 settimana e 2 mesi dal primo.
Linee guida per lo screening
Il test periodico del colesterolo è raccomandato a tutti gli adulti, ma le principali linee guida nazionali differiscono sull’età in cui iniziare il test. L’età di inizio consigliata è tra i 20 e i 35 anni per gli uomini e tra i 20 e i 45 anni per le donne. Gli adulti con livelli di colesterolo normali non hanno bisogno di ripetere il test per 5 anni, a meno che non si verifichino cambiamenti nello stile di vita (incluso aumento di peso e dieta). Gli adulti con una storia di colesterolo elevato, diabete, problemi renali, malattie cardiache e altre condizioni richiedono test più frequenti.
Lo screening con profilo lipidico a digiuno è raccomandato per i bambini che:
- Hanno fattori di rischio come una storia familiare di colesterolo alto e una storia di infarti prima dei 55 anni per gli uomini e prima dei 65 anni per le donne. Lo screening dovrebbe iniziare già a 2 anni e non oltre i 10 anni.
- Sono sovrappeso o obesi (oltre l’85° percentile di peso) o hanno il diabete. Se il livello di colesterolo del bambino risulta normale, si raccomanda di ripetere il test dopo 3-5 anni.
Le persone già in cura per il colesterolo alto possono sottoporsi a esami periodici per assicurarsi che il trattamento funzioni e sia tollerato (specialmente dal fegato). Tuttavia, le nuove linee guida de-enfatizzano i test ripetuti.
Altri test
Se il calcolo basato sul rischio per la terapia con statine è incerto, il medico può ordinare tre test aggiuntivi raccomandati dalle linee guida ACC/AHA:
- Proteina C-reattiva (PCR) : la PCR è prodotta nel fegato. I livelli di PCR aumentano quando c’è infiammazione in tutto il corpo. Un livello di PCR di 2,0 mg/L o superiore indica un rischio aumentato di malattie cardiache. La PCR viene misurata tramite un esame del sangue.
- Indice caviglia-braccio (ABI) : il test ABI confronta le letture della pressione sanguigna nelle caviglie e nelle braccia per valutare la circolazione. Le misurazioni inferiori a 0,9 suggeriscono un possibile blocco delle arterie. Il test ABI è simile a un esame della pressione sanguigna, ma il bracciale viene posizionato attorno alle caviglie. Questo test è in genere utilizzato per diagnosticare la malattia arteriosa periferica.
- Scintigrafia del calcio coronarico : una tomografia computerizzata (TC) viene utilizzata per rilevare depositi di calcio sulle pareti arteriose. Un punteggio elevato di calcificazione dell’arteria coronaria (superiore a 300 unità Agatston) indica un rischio aumentato di malattie cardiache. Lo screening di routine con questo test non è raccomandato.
Altri possibili esami che il medico potrebbe prescrivere includono:
- Spessore intima-media carotideo : questo test utilizza un’ecografia per ottenere una misurazione molto precisa della parete dell’arteria carotide. Se lo spessore è elevato, un medico può prescrivere una terapia farmacologica.
- Lp(a) : la lipoproteina(a) è una lipoproteina associata alla malattia coronarica e all’ictus. Tuttavia, non vi è alcun beneficio dimostrato finora che l’abbassamento di questi livelli comporti meno eventi cardiovascolari. Se i livelli sono elevati, un medico può prescrivere una terapia ipolipemizzante.
- LP PLA2 : la fosfolipasi A2 associata alle lipoproteine è un marcatore dell’infiammazione vascolare associata a malattie cardiache e ictus. Se i livelli sono elevati, un medico può prescrivere una terapia ipolipemizzante.
- Apolipoproteina B (apoB o apoB 100) : l’apolipoproteina B è un componente delle lipoproteine come l’LDL ed è associata al rischio di malattie cardiovascolari. Similmente all’LDL-C, l’apoB può essere utilizzata per aiutare nelle decisioni sulla terapia ipolipemizzante.
Trattamento
Approcci terapeutici generali
I cambiamenti nello stile di vita (come dieta, controllo del peso, esercizio fisico e cessazione del fumo) sono la prima linea di difesa per trattare livelli di colesterolo non sani. Se i livelli e altri fattori di rischio rimangono elevati, il trattamento farmacologico è un efficace passo successivo.
Le statine sono i farmaci di prima linea per abbassare i livelli elevati di LDL e ridurre il rischio di malattie cardiache e ictus. Un farmaco a base di statine viene utilizzato insieme a sane abitudini di vita, non al loro posto.
In passato, le scelte su quando e quanto aggressivamente trattare l’iperlipidemia erano guidate in gran parte dai livelli di colesterolo LDL e HDL. I medici consigliavano alla maggior parte degli adulti di puntare a un livello di colesterolo totale inferiore a 200 mg/dL e a un LDL inferiore a 100 mg/dL. In alcune persone ad altissimo rischio, il livello mirato era persino inferiore.
Tuttavia, gli esperti di colesterolo hanno capito che non c’erano solide prove scientifiche a supporto dell’approccio terapeutico basato sul numero target, soprattutto nelle persone senza malattie cardiovascolari. Di conseguenza, le linee guida più recenti adottano un approccio basato sul rischio, curando il paziente anziché curare solo il risultato di laboratorio. Insieme al livello di colesterolo, vengono presi in considerazione altri fattori che possono aumentare il rischio di malattie cardiache di un paziente. Tutte queste informazioni vengono quindi utilizzate per decidere quanto segue:
- Se usare farmaci a base di statine per trattare livelli di colesterolo non salutari.
- Come scegliere tra dosi più basse e più alte di statine meno o più potenti.
- Quali altri farmaci possono essere utilizzati.
Candidati per la terapia con statine
La prevenzione secondaria si riferisce al trattamento di livelli di colesterolo non sani in coloro che hanno una storia di malattie cardiache, ictus o restringimento delle arterie del cervello, dell’intestino, dei reni o delle gambe (malattia cardiovascolare). Quasi tutte le persone con questi problemi di salute saranno trattate con dosi più elevate di statine se tollerate. Per la maggior parte di questi pazienti, l’obiettivo è ridurre il colesterolo LDL di almeno la metà. Nelle persone con un rischio molto elevato di questi problemi, l’obiettivo della terapia con statine è ridurre l’LDL-C al di sotto di 70 mg/dL. Altri farmaci potrebbero essere necessari per raggiungere questi obiettivi, come gli inibitori della PCSK9 e l’ezetimibe.
La prevenzione primaria si riferisce al trattamento di persone che non hanno malattie cardiovascolari note ma che si ritiene siano a rischio aumentato. Le raccomandazioni terapeutiche differiscono in base al rischio di malattie cardiovascolari di una persona e al rischio di effetti collaterali causati dalle statine.
- Se una persona è affetta da diabete e ha un livello di LDL-C compreso tra 70 e 189 mg/dL (da 1,8 a 4,9 mmol/L):
- Nei soggetti di età compresa tra 40 e 75 anni, si raccomandano dosi moderate di statine. L’obiettivo è ridurre l’LDL-C di poco meno della metà.
- Nei soggetti con molti fattori di rischio per ASCVD o in quelli di età compresa tra 50 e 75 anni, possono essere raccomandate dosi più elevate di statine. L’obiettivo è ridurre l’LDL-C di oltre la metà.
- Se una persona non è affetta da diabete, ha un’età compresa tra 40 e 75 anni e ha un livello di LDL-C compreso tra 70 e 189 mg/dL (da 1,8 a 4,9 mmol/L):
- Un operatore sanitario dovrebbe calcolare il rischio di avere un infarto o un ictus entro 10 anni. In coloro che hanno un rischio del 7,5% o superiore, sono più spesso raccomandate dosi moderate di statine. L’obiettivo è ridurre l’LDL-C di poco meno della metà.
- Nei pazienti con un rischio molto elevato di infarto o ictus, potrebbero essere utilizzate dosi più elevate di statine.
- Nei soggetti con un rischio di infarto o ictus inferiore al 7,5%, spesso si raccomanda di modificare lo stile di vita.
- Gli adulti con un LDL-C di 190 mg/dL (4,9 mmol/L) o superiore probabilmente riceveranno dosi più elevate di statine. Se il livello di LDL-C rimane sopra i 100 mg/dL (2,6 mmol/L), può essere presa in considerazione l’aggiunta di ezetimibe o di un inibitore della PCSK9.
- Gli adulti di età superiore ai 75 anni che sono altrimenti sani possono essere candidati per la terapia farmacologica per livelli elevati di colesterolo. Tuttavia, si dovrebbe prestare attenzione agli adulti più anziani con una durata di vita limitata a causa di altre malattie.
Calcolo del rischio di malattie cardiache
L’ACC/AHA ha progettato un “calcolatore di rischio” che gli operatori sanitari possono utilizzare per calcolare il rischio di malattie cardiovascolari a 10 anni di una persona. Il calcolatore può essere trovato su tools.acc.org/ASCVD-Risk-Estimator-Plus/#!/calculate/estimate.
L’ACC/AHA raccomanda che i medici inseriscano i seguenti fattori nel “calcolatore del rischio” per determinare il rischio complessivo di una persona di malattie cardiovascolari:
- Sesso
- Età
- Razza (bianca, afroamericana o altro)
- Colesterolo totale
- LDL (colesterolo cattivo)
- HDL (colesterolo buono)
- Pressione sanguigna (pressione sanguigna sistolica e diastolica)
- Attualmente in cura per la pressione sanguigna
- Attualmente in cura con una statina
- Attualmente in cura con aspirina
- Diabete
- Fumo
Questo calcolatore del rischio è progettato per le persone di età compresa tra 40 e 79 anni che non soffrono o non hanno sofferto di patologie cardiache.
Se il calcolo del rischio sembra incerto, il medico può prendere in considerazione altri fattori, tra cui la storia familiare di cardiopatia prematura, un rischio aumentato di cardiopatia nel corso della vita e, talvolta, i risultati di altri test diagnostici, come il livello di proteina C-reattiva, l’indice caviglia-braccio e il punteggio di calcificazione dell’arteria coronaria.
L’ACC/AHA sottolinea che le preferenze individuali dei pazienti sono una parte essenziale delle nuove linee guida. Tutte le opzioni di trattamento dovrebbero iniziare con una conversazione tra medico e paziente, inclusa la discussione su come le persone si sentono riguardo ai rischi e ai benefici della terapia farmacologica. La modifica dello stile di vita è la componente più critica della riduzione del rischio di malattie cardiache. È probabile che le raccomandazioni cambino in futuro man mano che saranno disponibili maggiori informazioni da studi di ricerca approfonditi.
Cambiamenti nello stile di vita
Il primo passo più importante per migliorare i livelli di colesterolo e ridurre il rischio di malattie cardiache e ictus è apportare cambiamenti allo stile di vita sano per il cuore. Anche quando si ricorre alla terapia farmacologica, le misure di stile di vita sono compagni essenziali.
Linee guida generali per uno stile di vita sano
I principali principi di stile di vita per ridurre i livelli di colesterolo cattivo includono:
- Seguire una dieta sana per il cuore (privilegiando verdure, frutta e cereali integrali).
- Praticare regolarmente attività fisica (30 minuti al giorno per un totale di 150 minuti alla settimana di intensità moderata o 75 minuti alla settimana di esercizio intenso).
- Mantenere un peso corporeo sano (sotto la supervisione di un medico, se necessario).
- Evitare di fumare.
- Controllare l’ipertensione e il diabete (per le persone che soffrono anche di queste patologie).
Diete salutari per il cuore
Le linee guida dietetiche congiunte dell’American College of Cardiology (ACC) e dell’American Heart Association (AHA) per ridurre i livelli di colesterolo cattivo raccomandano:
- Porre le verdure, la frutta e i cereali integrali al centro della dieta.
- Inclusi latticini magri, pollame, pesce, legumi (fagioli), oli vegetali non tropicali e noci.
- Limitare il consumo di dolci, bevande zuccherate e carni rosse.
Molti approcci dietetici proteggono la salute del cuore, come la dieta mediterranea, che enfatizza frutta, verdura e grassi sani. La dieta DASH è molto efficace per i pazienti con pressione alta e per coloro che hanno bisogno di limitare l’assunzione di sodio (sale). Altri piani dietetici salutari per il cuore includono la dieta dell’American Heart Association e l’USDA Food Pattern.
I medici generalmente concordano sulle seguenti raccomandazioni per la protezione del cuore:
- Scegliete cibi ricchi di fibre (cereali integrali, legumi e noci) come fonte primaria di carboidrati, insieme a un elevato apporto di frutta e verdura. Le noci, in particolare, hanno proprietà di riduzione del colesterolo e sono una buona fonte di antiossidanti e acido alfa-linolenico.
- Evita i grassi saturi (presenti principalmente nei prodotti animali e negli oli vegetali tropicali) e gli acidi grassi trans (presenti nei grassi idrogenati e in molti prodotti commerciali e fast food). Scegli grassi insaturi (in particolare gli acidi grassi omega-3 presenti negli oli vegetali [oliva, canola] e di pesce). Per i latticini, scegli quelli senza grassi o a basso contenuto di grassi rispetto a quelli interi.
- Per quanto riguarda le proteine, scegli pesce, pollame e fagioli invece della carne rossa.
- Il pesce è particolarmente protettivo per il cuore. Contiene gli acidi grassi omega-3 docosaesaenoico (DHA) ed eicosapentaenoico (EPA), che hanno notevoli benefici per il cuore, in particolare per l’abbassamento dei livelli di trigliceridi. Gli integratori di olio di pesce in genere non forniscono gli stessi benefici del pesce.
- Evitate gli zuccheri aggiunti, come quelli presenti nelle bevande zuccherate.
- Limitare l’assunzione di sodio (sale) a non più di 2.400 mg al giorno. Alcune persone, come quelle con pressione alta, potrebbero dover limitare l’assunzione di sodio a non più di 1.500 mg/giorno.
Dopo aver iniziato una dieta sana per il cuore, ci vogliono in genere dai 3 ai 6 mesi in media prima che si verifichi una riduzione evidente del colesterolo. Tuttavia, alcune persone vedono livelli migliorati in appena 4 settimane.
Controllo del peso
Un peso sano è fondamentale per livelli di colesterolo sani. Per le persone in sovrappeso o obese, perdere anche una modesta quantità di peso ha notevoli benefici per la salute, anche se non si raggiunge un peso ideale. Esiste una relazione diretta tra la quantità di peso perso e un miglioramento del colesterolo.
In particolare, il trigliceride è strettamente correlato al peso: una perdita di peso sostenuta dal 3% al 5% può ridurre significativamente i livelli di trigliceridi non sani. Anche quantità maggiori di perdita di peso possono aiutare a migliorare i livelli di LDL e HDL. La perdita di peso aiuta anche a ridurre la necessità di farmaci per la pressione sanguigna, migliora i livelli di glucosio (zucchero) nel sangue e abbassa il rischio di sviluppare diabete di tipo 2.
L’obesità è ora considerata
e trattata come una malattia, non come un problema di stile di vita. La comprensione dei problemi di peso da parte dei medici si è evoluta. Le prove scientifiche hanno dimostrato che l’aumento di peso è un processo complesso e che la perdita di peso comporta più della semplice forza di volontà. Il peso in eccesso contribuisce a molti problemi di salute, tra cui un aumento del rischio di malattie cardiovascolari.
I medici dovrebbero controllare l’indice di massa corporea (BMI) almeno una volta all’anno. Il BMI stima quanto dovrebbe pesare una persona in base all’altezza:
- Il sovrappeso è un BMI compreso tra 25 e 29,9.
- Obeso è un BMI superiore a 30.
Le linee guida raccomandano ai dottori di creare piani di perdita di peso personalizzati per pazienti sovrappeso o obesi. Il piano dovrebbe includere tre componenti:
- Dieta ipocalorica : un medico dovrebbe aiutare a selezionare un piano alimentare che riduca le calorie e forse limiti determinati tipi di cibo (come grassi o carboidrati). Il medico può fare raccomandazioni specifiche a seconda del profilo del colesterolo e di altri fattori. Ad esempio, una dieta ipocalorica e ipolipidica può essere molto efficace per ridurre i livelli di LDL. Il piano dovrebbe considerare le preferenze alimentari personali e culturali. I medici possono indirizzare i pazienti a un dietologo o nutrizionista registrato per una consulenza.
- Strategie comportamentali : le persone devono considerare come stabilire obiettivi di perdita di peso, monitorare il peso, tracciare l’assunzione di cibo e calorie, cambiare le abitudini di acquisto e gli ambienti di conservazione del cibo e stabilire routine di fitness. Le persone possono trarre beneficio da sessioni di consulenza individuali, di gruppo o telefoniche.
- Aumento dell’attività fisica : si dovrebbe puntare a fare dai 200 ai 300 minuti di attività fisica a settimana (circa 40 minuti al giorno di esercizio aerobico da moderato a intenso).
Una perdita di peso del 5%-10% entro i primi 6 mesi dall’inizio di questi cambiamenti può aiutare a migliorare i livelli di colesterolo e altri indicatori di salute. Se qualcuno ha fattori di rischio per malattie cardiache o diabete e non riesce a perdere peso solo con cambiamenti di dieta e stile di vita, un medico può raccomandare di aggiungere un farmaco da prescrizione al piano di perdita di peso. Per le persone con un BMI molto alto e diversi fattori di rischio cardiovascolare (come diabete e pressione alta), può essere presa in considerazione la chirurgia bariatrica.
Esercizio
L’inattività è un fattore di rischio significativo per la malattia coronarica, alla pari del fumo, del colesterolo cattivo e dell’ipertensione. Gli studi suggeriscono che le persone che cambiano la loro dieta per controllare il colesterolo raggiungono un rischio inferiore di malattie cardiache solo quando seguono anche un programma regolare di esercizi aerobici. L’allenamento di resistenza (con i pesi) offre un beneficio complementare all’aerobica.
Anche l’esercizio moderato riduce il rischio di infarto e ictus. Le attuali linee guida raccomandano almeno 40 minuti di attività fisica di intensità moderata per tre o più giorni alla settimana, per un totale di 200-300 minuti alla settimana.
Smettere di fumare
Il fumo di sigaretta abbassa l’HDL ed è direttamente responsabile di molti decessi per malattie cardiache. L’importanza di abbandonare questa abitudine non può essere sottolineata abbastanza. Una volta che una persona smette di fumare, i livelli di colesterolo HDL aumentano nel giro di settimane o mesi a livelli pari a quelli dei coetanei non fumatori. Anche il fumo passivo riduce i livelli di HDL e aumenta il rischio di malattie cardiache nelle persone esposte al fumo passivo. Il fumo di sigaretta è anche associato all’ipertensione.
Alcol
Numerosi studi hanno scoperto che l’assunzione moderata di alcol (uno o due drink al giorno) protegge il cuore. Moderate quantità di alcol possono aiutare ad aumentare i livelli di HDL. Sebbene il vino rosso sia spesso citato per le sue proprietà salutari, qualsiasi tipo di bevanda alcolica sembra avere benefici simili. Tuttavia, i potenziali benefici del bere moderato possono essere compensati dal rischio di disturbi da uso di alcol e altre malattie. Le persone con alti livelli di trigliceridi dovrebbero bere con parsimonia o per niente, poiché anche piccole quantità di alcol possono aumentare significativamente i trigliceridi nel sangue. Le donne incinte, le donne a rischio di cancro al seno, chiunque non possa bere moderatamente e le persone con malattie del fegato non dovrebbero bere affatto. Poiché l’alcol può essere tossico per il muscolo cardiaco, ad alcuni pazienti con malattie cardiache, in particolare insufficienza cardiaca, potrebbe essere consigliato di evitare l’alcol. Bere alcol in qualsiasi quantità può aumentare il rischio di alcuni tipi di cancro.
Erbe e integratori
I produttori di rimedi erboristici e integratori alimentari non hanno bisogno dell’approvazione della FDA per vendere i loro prodotti. Come i farmaci, le erbe e gli integratori possono influenzare la chimica del corpo e potenzialmente produrre effetti collaterali dannosi. Esistono numerosi casi segnalati di effetti collaterali gravi e persino letali da prodotti erboristici. Consultare sempre un medico prima di utilizzare qualsiasi rimedio erboristico o integratore alimentare.
Per il controllo del colesterolo sono interessanti i seguenti rimedi naturali:
- Aglio : contrariamente a quanto si crede, né l’aglio crudo né gli integratori di aglio riducono significativamente i livelli di colesterolo LDL.
- Policosanolo : il policosanolo è un integratore alimentare derivato dalla canna da zucchero, promosso per i suoi benefici ipolipemizzanti. Tuttavia, ricerche rigorose non hanno dimostrato che il policosanolo abbia alcun effetto sulla riduzione dei livelli di LDL.
- Riso rosso fermentato : il riso rosso fermentato è utilizzato nella medicina tradizionale cinese. La FDA avverte che i prodotti dietetici a base di riso rosso fermentato venduti come trattamenti per il colesterolo alto contengono le stesse sostanze chimiche dei farmaci a base di statine, ma questi prodotti non sono standardizzati per purezza, sicurezza ed efficacia.
Farmaci
Statine
Le statine sono i farmaci più efficaci per abbassare i livelli di LDL (colesterolo cattivo) e ridurre il rischio di malattie cardiache e ictus. Le statine inibiscono l’enzima epatico HMG-CoA reduttasi, che il corpo usa per produrre colesterolo.
Le attuali linee guida dell’American College of Cardiology e dell’American Heart Association raccomandano un farmaco a base di statina come trattamento di prima linea per i pazienti a rischio di malattie cardiovascolari. Altri farmaci per abbassare il colesterolo non sono efficaci quanto le statine e non sono raccomandati, tranne in rari casi.
A seconda dei livelli di colesterolo LDL, della presenza di cardiopatia aterosclerotica, del rischio di cardiopatia a 10 anni e della presenza o meno di diabete, un medico consiglierà un piano di dosaggio della terapia con statine a intensità moderata o elevata. Il dosaggio esatto dipenderà dal farmaco statina prescritto.
Una volta che qualcuno inizia una statina, il dosaggio raccomandato viene mantenuto. Per la maggior parte, non c’è bisogno di monitorare i livelli di LDL per la risposta.
Se un particolare farmaco a base di statina non funziona o se qualcuno manifesta effetti collaterali significativi, un medico può passare a un altro farmaco a base di statina. In generale, se più statine non sono tollerate, altri farmaci che abbassano i livelli di statina sono generalmente sconsigliati.
Marche
Le statine approvate negli Stati Uniti includono:
- Lovastatina (Mevacor, generico)
- Pravastatina (Pravachol, generico)
- Simvastatina (Zocor, generico)
- Atorvastatina (Lipitor, generico)
- Fluvastatina (Lescol)
- Pitavastatina (Livalo)
- Rosuvastatina (Crestor)
Alcune statine sono farmaci a combinazione fissa, che combinano due farmaci in una pillola. Esempi includono:
- Sitagliptin/simvastatina (Juvisync) per persone con colesterolo alto e diabete.
- Amlodipina/atorvastatina (Caduet) per chi soffre di colesterolo alto e pressione alta.
- Ezetimibe/simvastatina (Vytorin) ed ezetimibe/atorvastatina (Liptruzet), che combinano due farmaci ipolipemizzanti che agiscono attraverso meccanismi diversi: le statine riducono la sintesi del colesterolo nell’organismo, mentre l’ezetimibe riduce l’assorbimento del colesterolo dall’intestino.
- La simvastatina/niacina (Simcor) e la lovastatina/niacina (Advicor) combinano una statina con un altro farmaco ipolipemizzante, la niacina, che abbassa i livelli di LDL e trigliceridi e aumenta i livelli di HDL.
Effetti collaterali
Gli effetti collaterali delle statine possono includere diarrea, stitichezza, mal di stomaco, dolori muscolari e articolari, problemi ai tendini, mal di testa, affaticamento e perdita di memoria o smemoratezza. Gli effetti collaterali più gravi includono danni al fegato e ai muscoli. Le persone devono immediatamente informare il proprio medico di qualsiasi disagio o debolezza muscolare insolita, febbre, nausea o vomito o scurimento del colore delle urine.
Le statine possono influenzare i risultati degli esami del fegato. Gli esami degli enzimi epatici devono essere eseguiti prima di iniziare la terapia con statine. I danni al fegato sono rari ma possono verificarsi, in particolare a dosi più elevate. Le persone devono informare il proprio medico se hanno sintomi che indicano problemi al fegato, come stanchezza insolita, perdita di appetito, dolore alla parte superiore dell’addome, urine di colore scuro o ingiallimento della pelle o del bianco degli occhi.
Un problema di sicurezza specifico con le statine è una rara malattia muscolare chiamata miopatia, in cui una persona può provare dolori muscolari e alcuni esami di laboratorio possono essere elevati. Una grave miopatia chiamata rabdomiolisi può portare a insufficienza renale, ma fortunatamente, la sua comparsa è molto rara. Il rischio di miopatia/rabdomiolisi è più alto a dosi più elevate e nelle persone anziane (oltre i 65 anni), in quelle con ipertiroidismo e in quelle con insufficienza renale (malattia renale).
La rosuvastatina (Crestor) può aumentare il rischio di miopatia, soprattutto se somministrata al dosaggio più elevato (40 mg). La FDA consiglia alle persone di non iniziare la terapia con un dosaggio elevato. Inoltre, le persone di origine asiatica sembrano metabolizzare il farmaco in modo diverso e dovrebbero iniziare il trattamento con il dosaggio più basso di rosuvastatina (5 mg), con 20 mg generalmente considerati la dose massima per queste persone. Anche le dosi massime di simvastatina e lovastatina sembrano aumentare il rischio di miopatia.
Altri problemi di sicurezza
Le statine sono raccomandate come i migliori farmaci per migliorare i livelli di colesterolo e lipidi nelle persone con diabete di tipo 1 o di tipo 2. Tuttavia, possono aumentare i livelli di glucosio nel sangue in alcune persone, soprattutto se assunte in dosi elevate. Possono anche aumentare il rischio di sviluppare diabete di tipo 2 nelle persone con fattori di rischio.
Esistono prove che le statine possano aumentare il rischio di sviluppare cataratta.
Interazioni con farmaci e alimenti
Le statine possono avere alcune interazioni avverse con altri farmaci. Le persone dovrebbero informare i loro medici di qualsiasi altro farmaco che stanno assumendo. I farmaci che non dovrebbero essere assunti insieme alle statine includono inibitori della proteasi, telaprevir, ciclosporina, antibiotici macrolidi e alcuni antimicotici. Il succo di pompelmo e le arance di Siviglia possono aumentare i livelli ematici di alcune statine.
Altri farmaci per abbassare il colesterolo
Droghe
Le statine sono i farmaci principali per il trattamento del colesterolo e la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari. Hanno sostituito altri farmaci che venivano usati per abbassare il colesterolo. Questi altri farmaci sono ancora disponibili, ma il valore del loro uso quando le statine non sono state tollerate o non hanno avuto abbastanza successo rimane poco chiaro.
Fibrati
I fibrati sono generalmente riservati alle persone con livelli di trigliceridi estremamente elevati o colesterolo alto che non tollerano i farmaci a base di statina.
Il gemfibrozil (Lopid, generico) è il fibrato più comunemente prescritto. Altri fibrati includono il fenofibrato (TriCor, Lofibra) e l’acido fenofibrico (Trilipix). Questi farmaci hanno molti effetti collaterali, tra cui calcoli biliari, ritmi cardiaci anormali e problemi muscolari (miopatia), che possono causare danni renali. Un fibrato dovrebbe essere usato con cautela solo in combinazione con una statina a causa dell’aumento del rischio di miopatia.
Niacina
Per molti anni, dosi elevate di niacina (acido nicotinico o vitamina B3) sono state considerate un’opzione di trattamento per bassi livelli di colesterolo HDL e alti livelli di colesterolo LDL e trigliceridi. La ricerca suggerisce ora che la niacina non si aggiunge ai benefici di una statina da sola per ridurre il rischio di eventi cardiovascolari, tra cui infarti e ictus. Inoltre, la niacina può causare effetti collaterali spiacevoli e potenzialmente pericolosi, portando al suo declino nell’uso. Le combinazioni niacina/statina includono simvastatina/niacina (Simcor) e lovastatina/niacina (Advicor).
Farmaci che legano gli acidi biliari
I farmaci leganti gli acidi biliari, noti anche come resine degli acidi biliari o sequestranti degli acidi biliari, riducono i livelli di LDL. I marchi includono colestiramina (generico), colesevelam (Welchol) e colestipolo (Colestid, generico).
Le resine degli acidi biliari causano comunemente stitichezza, bruciore di stomaco, gas e altri problemi gastrointestinali, effetti collaterali che molte persone non possono tollerare. Questi farmaci possono aumentare il rischio di osteoporosi, aumentare i livelli di trigliceridi e interferire con l’assorbimento di altri farmaci.
ezetimibe
Ezetimibe (Zetia) blocca l’assorbimento del colesterolo dal cibo. Aiuta a ridurre il colesterolo LDL ed è spesso usato con le statine. Ezetimibe è usato in persone con malattie cardiovascolari che sono ad altissimo rischio se la terapia con statine ad alta intensità non abbassa abbastanza il colesterolo LDL. Ezetimibe può anche essere usato in pazienti senza malattie cardiovascolari ma con colesterolo LDL molto alto che non viene ridotto abbastanza con le sole statine.
Vytorin è una combinazione di ezetimibe e statina simvastatina in un’unica pillola. Liptruzet combina ezetimibe e statina atorvastatina in un’unica pillola.
Integratori di olio di pesce su prescrizione medica
Lovaza e Vascepa sono forme di prescrizione di olio di pesce omega-3, che possono essere prescritte per aiutare ad abbassare i trigliceridi nelle persone con livelli molto alti. Una ricerca recente ha messo in dubbio i benefici degli integratori di olio di pesce per prevenire infarti e ictus.
Altri farmaci
Mipomersen (Kynamro) e lomitapide (Juxtapid) sono approvati specificamente per il trattamento dell’ipercolesterolemia familiare omozigote, una condizione genetica molto rara che può causare infarti e ictus prima dei 30 anni.
Inibitori della proproteina convertasi subtilisina kexina 9 (PCSK9)
È stato rilasciato un nuovo gruppo di farmaci che inibiscono uno specifico enzima. Questi farmaci possono ridurre il colesterolo LDL dal 60% al 70% e sembrano ridurre il tasso di infarti, decessi per malattie cardiache e mortalità generale.
La FDA ha approvato due farmaci: evolocumab (Repatha) e alirocumab (Praluent). Sono un tipo di farmaco chiamato anticorpi monoclonali. Questi farmaci sono costosi e il loro ruolo esatto nel trattamento di livelli elevati di colesterolo LDL deve ancora essere completamente determinato. Sono usati per le persone con disturbi ereditari del colesterolo e per coloro che non possono assumere farmaci a base di statine. Gli inibitori della PCSK9 sono raccomandati anche per le persone con un rischio molto elevato o con un colesterolo LDL molto alto per le quali il trattamento con statine ad alta intensità non abbassa abbastanza i livelli di colesterolo LDL.
In conclusione, le nuove linee guida sul colesterolo sottolineano un approccio più olistico al trattamento dei livelli anomali di colesterolo, concentrandosi sul rischio cardiovascolare complessivo piuttosto che su specifici obiettivi di colesterolo. Questo approccio include l’uso di calcolatori del rischio cardiovascolare, cambiamenti nello stile di vita sano per il cuore e un’appropriata terapia farmacologica, con le statine come trattamento di prima linea. Altri farmaci e interventi sullo stile di vita sono considerati in base ai fattori di rischio individuali del paziente e alle risposte al trattamento.
Livelli di colesterolo e correlazione con il cancro: tabella analitica
Tipo di cancro | Livello di colesterolo | Correlazione con lo sviluppo del cancro | Meccanismi e risultati |
---|---|---|---|
Cancro colorettale | Diminuzione del colesterolo nel sangue | Correlazione negativa con grado tumorale più elevato | Maggiore assorbimento da parte delle cellule tumorali, elevata espressione di LDLR nei tumori, diminuzione del colesterolo nel sangue prima della diagnosi. |
Tumore al seno | Colesterolo alto nel sangue (risultati vari) | Correlazione positiva con il rischio e la progressione | L’aumento di LDLc è associato a sottotipi di grado più elevato e positivi a Her2-neu, 27-HC come modulatore del recettore degli estrogeni. |
Cancro alla prostata | Colesterolo alto nel sangue (risultati vari) | Correlazione positiva con cancro di alto grado e livelli di PSA | Aumento dell’espressione di LDLR, biosintesi del colesterolo nei tumori, sintesi di androgeni dal colesterolo. |
Cancro epatocellulare | Colesterolo alto nel sangue (risultati vari) | Risultati contrastanti, generalmente colesterolo alto collegato all’HCC | Metabolismo lipidico alterato nell’HCC, correlazione con l’HCC correlato all’epatite, colesterolo elevato nei pazienti con cirrosi epatica. |
Tumore del pancreas | Colesterolo alimentare alto | Correlazione positiva con il rischio e la progressione | Aumento dell’espressione di ACAT1, accumulo di esteri del colesterolo, espressione di LDLR nei tumori. |
Cancro ai polmoni | Colesterolo anormalmente alto o basso | Aumento del rischio con livelli anormali | Bassi livelli di colesterolo nel sangue sono associati a una peggiore sopravvivenza, risultati contrastanti sull’impatto del colesterolo alimentare. |
Tumore gastrico | Basso colesterolo nel sangue | Correlazione negativa con la progressione | La riduzione del colesterolo nel sangue è associata a una prognosi sfavorevole; il colesterolo alimentare favorisce l’infezione da Helicobacter pylori. |
Cancro ovarico | Diminuzione del colesterolo nel sangue | Risultati contrastanti, generalmente bassi livelli di colesterolo sono associati a una prognosi sfavorevole | Livelli elevati di colesterolo LDL sono associati al rischio, colesterolo elevato nell’ascite maligna, sovraespressione di ACAT1. |
Cancro del sangue (leucemia, linfoma, mieloma) | Diminuzione del colesterolo nel sangue | Correlazione negativa con lo stadio del tumore | La riduzione del colesterolo è collegata a stadi tumorali più avanzati e al metabolismo alterato del colesterolo nelle cellule tumorali. |
Ruolo dettagliato del colesterolo in vari tumori
Cancro colorettale
- Risultati principali : i livelli di colesterolo nel sangue diminuiscono significativamente nei pazienti, in correlazione con gradi tumorali più elevati. L’espressione di LDLR è più elevata nei tessuti tumorali.
- Meccanismo : l’assorbimento migliorato del colesterolo da parte delle cellule tumorali riduce il colesterolo nel sangue. Il colesterolo supporta la staminalità e la proliferazione attraverso la segnalazione MAPK e la generazione di ROS.
Tumore al seno
- Risultati principali : livelli elevati di colesterolo nel sangue sono correlati a un rischio più elevato e a una prognosi peggiore, in particolare nelle donne in postmenopausa.
- Meccanismo : i metaboliti del colesterolo come il 27-HC agiscono come modulatori selettivi del recettore degli estrogeni, promuovendo la proliferazione delle cellule cancerose. LDLc e VLDLc migliorano la proliferazione cellulare tramite i percorsi pAKT e pERK.
Cancro alla prostata
- Risultati principali : risultati contrastanti con correlazioni specifiche per razza. Colesterolo alto nel sangue associato a livelli di PSA più alti in alcuni studi.
- Meccanismo : l’espressione aumentata di LDLR e la biosintesi del colesterolo supportano la rapida divisione cellulare. Il colesterolo contribuisce alla sintesi degli androgeni nelle cellule tumorali.
Cancro epatocellulare
- Risultati principali : livelli elevati di colesterolo nel sangue sono generalmente associati all’HCC, con alterazione del metabolismo lipidico osservata nei pazienti.
- Meccanismo : le cellule tumorali possono interrompere i meccanismi di feedback del colesterolo, portando a livelli elevati di colesterolo. L’HCC correlato all’epatite mostra lipidi sierici ridotti.
Tumore del pancreas
- Risultati principali : colesterolo alimentare elevato associato a un rischio aumentato. L’espressione di ACAT1 e l’accumulo di esteri del colesterolo sono correlati a una scarsa sopravvivenza.
- Meccanismo : l’assorbimento del colesterolo mediato da LDLR supporta la proliferazione cellulare. L’inibizione di ACAT1 riduce la crescita del tumore inducendo stress ER e apoptosi.
Cancro ai polmoni
- Risultati principali : sia i livelli alti che bassi di colesterolo aumentano il rischio di cancro. Un basso livello di colesterolo nel sangue è collegato a esiti peggiori.
- Meccanismo : il colesterolo influisce sulla migrazione e l’invasione cellulare. Il colesterolo alimentare ha effetti contrastanti sul rischio di cancro.
Tumore gastrico
- Risultati principali : bassi livelli di colesterolo nel sangue associati a un rischio di cancro più elevato e a una prognosi peggiore. Il colesterolo alimentare favorisce l’infezione batterica.
- Meccanismo : l’infezione da Helicobacter pylori, favorita dal colesterolo alimentare, aumenta il rischio di cancro. Un basso livello di colesterolo nel siero può derivare da un aumento dell’assorbimento tumorale.
Cancro ovarico
- Risultati principali : colesterolo nel sangue ridotto generalmente associato a prognosi sfavorevole. Colesterolo elevato nel liquido ascitico.
- Meccanismo : la sovraespressione di ACAT1 e HMGCR supporta la crescita del tumore. Il metabolismo alterato del colesterolo contribuisce alla progressione del cancro.
Tumore del sangue
- Risultati principali : riduzione del colesterolo nel sangue osservata in vari tipi. In alcuni studi, il colesterolo alto è collegato a risultati peggiori.
- Meccanismo : il metabolismo alterato del colesterolo supporta la sopravvivenza e la proliferazione delle cellule cancerose. Aumento della biosintesi di LDLR e colesterolo osservata nelle cellule cancerose.
La relazione tra colesterolo e cancro è multiforme, con il metabolismo del colesterolo che gioca un ruolo critico nella proliferazione delle cellule tumorali, nella sopravvivenza e nella resistenza alla terapia. La comprensione di questi meccanismi può portare a migliori strategie di gestione, tra cui il targeting del metabolismo del colesterolo nel trattamento del cancro. Sono necessarie ulteriori ricerche per chiarire i percorsi molecolari specifici coinvolti e per sviluppare efficaci interventi terapeutici.
APPENDICE 1 – Il ruolo del colesterolo nel cancro
Categoria | Sottocategoria | Dettagli |
---|---|---|
introduzione | Lipidi | I lipidi sono gli elementi costitutivi dei grassi e delle sostanze grasse presenti negli animali e nelle piante. |
introduzione | Lipidi | Tra questi rientrano colesterolo, trigliceridi, acidi grassi, fosfolipidi e altri. |
introduzione | Lipidi | I lipidi non si sciolgono in acqua e solitamente vengono trasportati nel sangue e in altri fluidi corporei sotto forma di lipoproteine. |
introduzione | Lipidi | I lipidi svolgono funzioni essenziali nell’organismo: sono componenti strutturali di tutte le membrane cellulari, fonte di energia, molecole di segnalazione coinvolte in molteplici processi cellulari e precursori di altre molecole lipidiche, ormoni e vitamine. |
Colesterolo | Colesterolo | Il colesterolo è presente in tutte le cellule animali e negli alimenti di origine animale, ma non in quelli vegetali. |
Colesterolo | Colesterolo | Il colesterolo è un nutriente essenziale necessario per numerose funzioni, tra cui la riparazione delle membrane cellulari, la produzione di vitamina D nella pelle, la produzione di ormoni come estrogeni e testosterone e, probabilmente, il supporto alle connessioni cellulari nel cervello, importanti per l’apprendimento e la memoria. |
Colesterolo | Colesterolo | Quando i livelli di colesterolo nel sangue aumentano, possono verificarsi conseguenze pericolose a seconda del tipo di colesterolo. |
Colesterolo | Colesterolo | Sebbene l’organismo assuma una certa quantità di colesterolo attraverso la dieta, circa due terzi viene prodotto nel fegato, stimolato dai grassi saturi. |
Colesterolo | Colesterolo | I grassi saturi si trovano nei prodotti di origine animale (carne, tuorli d’uovo, latticini ad alto contenuto di grassi) e negli oli vegetali tropicali (palma, cocco). |
Colesterolo | Colesterolo | I grassi saturi sono strettamente associati a livelli più elevati di colesterolo. |
Colesterolo | Colesterolo | Anche gli oli tropicali, come quello di palma, di palmisti, di cocco e il burro di cacao, sono ricchi di grassi saturi. |
Trigliceridi | Trigliceridi | I trigliceridi sono composti da molecole di glicerolo e acidi grassi. |
Trigliceridi | Trigliceridi | Sono le sostanze chimiche di base contenute nei grassi sia animali che vegetali. |
Lipoproteine | Lipoproteine | Le lipoproteine sono sfere proteiche che trasportano il colesterolo, i trigliceridi o altre molecole lipidiche attraverso il flusso sanguigno. |
Lipoproteine | Lipoproteine | La maggior parte degli effetti vascolari del colesterolo e dei trigliceridi dipendono dalle lipoproteine. |
Lipoproteine | Lipoproteine | Le lipoproteine sono classificate in cinque tipi in base alle dimensioni e alla densità, ulteriormente definite dal fatto che trasportino colesterolo o trigliceridi. |
Lipoproteine trasportatrici di colesterolo | Lipoproteine trasportatrici di colesterolo | Si tratta delle lipoproteine comunemente chiamate colesterolo. |
Lipoproteine trasportatrici di colesterolo | Lipoproteine trasportatrici di colesterolo | Lipoproteine a bassa densità (LDL), spesso chiamate colesterolo “cattivo”, e lipoproteine ad alta densità (HDL), le più piccole e dense, spesso chiamate colesterolo “buono”. |
Lipoproteine trasportatrici di trigliceridi | Lipoproteine trasportatrici di trigliceridi | Le lipoproteine a densità intermedia (IDL) tendono a trasportare trigliceridi. |
Lipoproteine trasportatrici di trigliceridi | Lipoproteine trasportatrici di trigliceridi | Le lipoproteine a bassissima densità (VLDL) tendono a trasportare trigliceridi. |
Lipoproteine trasportatrici di trigliceridi | Lipoproteine trasportatrici di trigliceridi | I chilomicroni o lipoproteine a densità ultra bassa (UDL) sono i più grandi in termini di dimensioni e i più bassi in termini di densità. I chilomicroni tendono a trasportare trigliceridi. |
Effetti delle lipoproteine sulle malattie cardiache | Lipoproteine a bassa densità (LDL) | Le lipoproteine a bassa densità (LDL) trasportano circa il 75% del colesterolo presente nel sangue alle cellule dell’organismo. |
Effetti delle lipoproteine sulle malattie cardiache | Lipoproteine a bassa densità (LDL) | L’LDL è normalmente innocuo. Tuttavia, se esposto a un processo chiamato ossidazione, può penetrare e interagire pericolosamente con le pareti dell’arteria, producendo una risposta infiammatoria dannosa. |
Lipoproteine a bassa densità (LDL) | Lipoproteine a bassa densità (LDL) | Il principale nemico della storia del colesterolo è la lipoproteina a bassa densità (LDL). Le malattie cardiache hanno meno probabilità di verificarsi tra le persone con i livelli di LDL più bassi. |
Lipoproteine a bassa densità (LDL) | Lipoproteine a bassa densità (LDL) | L’obiettivo primario della terapia farmacologica e dello stile di vita per il colesterolo è quello di abbassare l’LDL. |
Lipoproteine ad alta densità (HDL) | Lipoproteine ad alta densità (HDL) | Le lipoproteine ad alta densità (HDL) sembrano apportare benefici all’organismo in diversi modi. |
Lipoproteine ad alta densità (HDL) | Lipoproteine ad alta densità (HDL) | Le HDL rimuovono il colesterolo dalle pareti delle arterie e lo restituiscono al fegato affinché venga eliminato dall’organismo. |
Lipoproteine ad alta densità (HDL) | Lipoproteine ad alta densità (HDL) | L’HDL aiuta a prevenire l’ossidazione dell’LDL e potrebbe avere proprietà antiossidanti. |
Lipoproteine ad alta densità (HDL) | Lipoproteine ad alta densità (HDL) | Le HDL possono anche combattere l’infiammazione. |
Lipoproteine ad alta densità (HDL) | Lipoproteine ad alta densità (HDL) | L’HDL aiuta a mantenere aperte le arterie e riduce il rischio di infarto. |
Trigliceridi | Trigliceridi | Livelli elevati di HDL (superiori a 60 mg/dL) possono avere un effetto protettivo per il cuore quasi quanto livelli bassi di LDL. |
Trigliceridi | Trigliceridi | Livelli di HDL inferiori a 40 mg/dL sono associati a un rischio aumentato di malattie cardiache. |
Fattori di rischio | Fattori di rischio | I trigliceridi interagiscono con il colesterolo HDL in modo tale che i livelli di HDL diminuiscono quando aumentano i livelli di trigliceridi. |
Fattori di rischio | Fattori di rischio | Livelli elevati di trigliceridi possono comportare altri pericoli, indipendentemente dai livelli di colesterolo. |
Fattori di rischio | Fattori di rischio | Possono essere associati alla formazione di coaguli di sangue che ostruiscono le arterie. |
Età e sesso | Età e sesso | Livelli elevati di trigliceridi sono anche associati alla risposta infiammatoria, l’effetto dannoso di un sistema immunitario iperattivo che può causare danni considerevoli alle cellule e ai tessuti, comprese le arterie. |
Età e sesso | Età e sesso | A partire dalla pubertà, gli uomini tendono ad avere livelli di HDL (colesterolo buono) più bassi rispetto alle donne. |
Età e sesso | Età e sesso | L’ormone sessuale femminile estrogeno è associato a livelli più elevati di HDL. |
Età e sesso | Età e sesso | Le donne in premenopausa hanno generalmente tassi di malattie cardiache inferiori rispetto agli uomini. |
Bambini e adolescenti | Bambini e adolescenti | Dopo la menopausa, con il calo dei livelli di estrogeni, le donne recuperano il tasso di malattie cardiache. |
Bambini e adolescenti | Bambini e adolescenti | Durante gli anni della postmenopausa, i livelli di HDL diminuiscono e quelli di LDL (colesterolo cattivo) e trigliceridi aumentano. |
Fattori genetici e storia familiare | Fattori genetici e storia familiare | Negli uomini, con l’avanzare dell’età, aumentano anche i livelli di LDL e trigliceridi, con conseguente aumento del rischio di malattie cardiache. |
Fattori genetici e storia familiare | Fattori genetici e storia familiare | Esistono prove che dimostrano che livelli elevati di trigliceridi comportano maggiori rischi per le donne rispetto agli uomini. |
Fattori genetici e storia familiare | Fattori genetici e storia familiare | Le malattie cardiache sono la principale causa di morte sia per gli uomini che per le donne. |
Fattori genetici e storia familiare | Fattori genetici e storia familiare | I bambini con livelli di colesterolo anormali corrono un rischio maggiore di sviluppare malattie cardiache in età adulta. |
Fattori genetici e storia familiare | Fattori genetici e storia familiare | I livelli di colesterolo, normalmente molto bassi alla nascita, tendono ad aumentare rapidamente fino alla pubertà, per poi diminuire rapidamente e aumentare di nuovo più avanti nella vita. |
Fattori dello stile di vita | Fattori dello stile di vita | La genetica può svolgere un ruolo importante nel determinare i livelli di colesterolo nel sangue di una persona. |
Fattori dello stile di vita | Fattori dello stile di vita | I bambini provenienti da famiglie con una storia di cardiopatia prematura dovrebbero sottoporsi a esami per verificare i livelli di colesterolo dopo i 2 anni di età. |
Fattori dello stile di vita | Fattori dello stile di vita | I geni possono influenzare i livelli bassi di HDL, alti di LDL, alti di trigliceridi o alti di altre lipoproteine, come la lipoproteina(a). |
Fattori dello stile di vita | Fattori dello stile di vita | Esistono diversi tipi di disturbi ereditari del colesterolo. |
Fattori dello stile di vita | Fattori dello stile di vita | L’ipercolesterolemia familiare (FH) è una malattia genetica che causa livelli elevati di colesterolo, in particolare LDL, e malattie cardiache premature. |
Obesità, sindrome metabolica e diabete | Obesità, sindrome metabolica e diabete | Esistono due forme di FH: la FH eterozigote, in cui la mutazione genetica è ereditata da un genitore, si verifica in circa 1 persona su 500. La FH omozigote, in cui la mutazione genetica è ereditata da entrambi i genitori, è molto più rara. |
Obesità, sindrome metabolica e diabete | Obesità, sindrome metabolica e diabete | L’obesità ha raggiunto livelli epidemici in tutte le fasce d’età. |
Obesità, sindrome metabolica e diabete | Obesità, sindrome metabolica e diabete | L’effetto dell’obesità sui livelli di colesterolo è complesso. |
Obesità, sindrome metabolica e diabete | Obesità, sindrome metabolica e diabete | Gli individui sovrappeso tendono ad avere livelli elevati di trigliceridi e LDL e bassi livelli di HDL. |
Obesità, sindrome metabolica e diabete | Obesità, sindrome metabolica e diabete | Questa combinazione costituisce un fattore di rischio per le malattie cardiache. |
Altre condizioni mediche | Ipertensione | La pressione alta non influisce sul livello di colesterolo, ma contribuisce all’ispessimento delle pareti dei vasi sanguigni del cuore, il che può peggiorare l’aterosclerosi. |
Altre condizioni mediche | Ipotiroidismo | Bassi livelli di colesterolo tiroideo (ipotiroidismo) sono associati a livelli elevati di colesterolo totale e LDL e di trigliceridi. |
Altre condizioni mediche | Sindrome dell’Ovaio Policistico | Le donne affette da questo disturbo endocrino potrebbero avere un rischio maggiore di avere alti livelli di trigliceridi e bassi livelli di HDL. |
Altre condizioni mediche | Farmaci | Alcuni farmaci, come specifici anticonvulsivanti, corticosteroidi e isotretinoina (Accutane), possono aumentare i livelli di lipidi. |
Complicazioni | Cardiopatia | L’aterosclerosi è un disturbo comune delle arterie. Grasso, colesterolo e altre sostanze si accumulano nelle pareti delle arterie. Gli accumuli più grandi sono chiamati ateromi o placche e possono danneggiare le pareti delle arterie e bloccare il flusso sanguigno. Un flusso sanguigno gravemente limitato nel muscolo cardiaco porta a sintomi come il dolore al petto. |
Complicazioni | Coronaropatia | Il risultato finale dell’aterosclerosi è la malattia coronarica. La malattia coronarica, a volte chiamata semplicemente “malattia cardiaca” o cardiopatia ischemica, è la principale causa di morte negli Stati Uniti. Gli studi segnalano costantemente un rischio più elevato di morte per malattie cardiache con alti livelli di colesterolo LDL. Anche un moderato aumento dei livelli di LDL aumenta la possibilità di malattie cardiache quando sono presenti altri fattori di rischio. Più alto è il colesterolo, maggiore è il rischio. |
Complicazioni | Malattia arteriosa periferica (MAP) | La malattia arteriosa periferica (PAD) è causata dall’accumulo di placca nei piedi, nelle gambe, nelle mani e nelle braccia. Si verifica più spesso nelle gambe. La PAD è associata all’aterosclerosi. Livelli più bassi di HDL e livelli elevati di trigliceridi aumentano anche il rischio di PAD. |
Complicazioni | Colpo | Avere livelli adeguati di HDL potrebbe essere il fattore più importante correlato ai lipidi per prevenire l’ictus ischemico, un tipo di ictus causato dal blocco delle arterie che trasportano il sangue al cervello. L’HDL potrebbe persino ridurre il rischio di ictus emorragico, un tipo di ictus molto meno comune causato da sanguinamento nel cervello che è associato a bassi livelli di colesterolo complessivo. |
Sintomi | Sintomi | Non ci sono segnali di avvertimento per alti livelli di LDL e altri livelli di colesterolo non sani. Quando finalmente si presentano i sintomi, di solito assumono la forma di angina (dolore al petto), infarto o ictus. Quando si verificano accumuli nelle arterie delle gambe, i pazienti possono avere difficoltà a camminare (chiamato “claudicazione”). Negli uomini, la disfunzione erettile può essere un altro sintomo di aterosclerosi. |
Diagnosi | Diagnosi | Gli esami del sangue possono misurare facilmente i livelli di colesterolo. Un profilo lipidico include: LDL, colesterolo totale, HDL e trigliceridi. È anche possibile misurare i livelli di LDL da soli, ma i livelli di LDL possono essere calcolati in modo affidabile utilizzando gli altri valori, a meno che i trigliceridi non siano molto alti. |
Linee guida per lo screening | Linee guida per lo screening | Il test periodico del colesterolo è raccomandato a tutti gli adulti, ma le principali linee guida nazionali differiscono sull’età in cui iniziare il test. L’età di inizio consigliata è tra i 20 e i 35 anni per gli uomini e tra i 20 e i 45 anni per le donne. Gli adulti con livelli di colesterolo normali non hanno bisogno di ripetere il test per 5 anni, a meno che non si verifichino cambiamenti nello stile di vita (inclusi aumento di peso e dieta). |
riferimento :
- Italiano: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC8010885/
- https://www.mountsinai.org/health-library/report/colesterolo
- Italiano: https://www.nature.com/articles/s41598-023-50931-6
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