Invecchiamento e sarcopenia: svelare i meccanismi molecolari e i potenziali interventi terapeutici attraverso reti neurali artificiali

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L’invecchiamento è un processo biologico naturale che colpisce ogni individuo e, poiché la popolazione mondiale invecchia costantemente, i sistemi sanitari in tutto il mondo stanno affrontando nuove sfide. Una di queste sfide è la crescente prevalenza della sarcopenia, una condizione caratterizzata da una progressiva perdita di massa muscolare scheletrica magra, forza e funzionalità, che la rende una delle principali cause di fragilità e dipendenza funzionale negli anziani. La sarcopenia non solo contribuisce in modo significativo alle disabilità fisiche, ma aumenta anche i rischi di sviluppare malattie croniche, come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), malattie cardiovascolari e persino morte prematura. Questa condizione debilitante ha attirato notevole attenzione da parte delle autorità sanitarie pubbliche, dei professionisti medici e dei ricercatori, in particolare a causa dell’urgenza di comprenderne i meccanismi molecolari sottostanti ed esplorare interventi innovativi per alleviarne l’impatto.

La sarcopenia è caratterizzata da uno squilibrio tra processi anabolici e catabolici, che nel tempo determina atrofia muscolare. I meccanismi molecolari che guidano questa condizione sono multiformi e coinvolgono interruzioni nei principali percorsi di segnalazione che controllano la sintesi e la degradazione delle proteine ​​muscolari. Questi percorsi includono l’inattivazione del percorso di segnalazione Akt (proteina chinasi B), che porta alla traslocazione di FOXO1 (proteina Forkhead box O1) nel nucleo, promuovendo l’espressione di ubiquitina ligasi come FBXO32 (proteina F-box 32) e TRIM63 (tripartite motif-containing 63). Queste ligasi svolgono un ruolo fondamentale nel sistema ubiquitina-proteasoma, un percorso primario responsabile della degradazione delle proteine ​​all’interno delle cellule muscolari. Questo processo catabolico è ulteriormente esacerbato dall’aumentata espressione di citochine pro-infiammatorie, come TNF-α (fattore di necrosi tumorale alfa) e IL-6 (interleuchina-6), che accelerano la degradazione muscolare attraverso percorsi infiammatori, contribuendo ulteriormente allo sviluppo della sarcopenia.

Oltre a queste influenze cataboliche, lo stress ossidativo e la disfunzione mitocondriale sono anche caratteristiche importanti della sarcopenia, poiché i muscoli invecchiati mostrano livelli più elevati di specie reattive dell’ossigeno (ROS), che portano a danni cellulari e funzionalità muscolare compromessa. Mentre i tratti distintivi molecolari della sarcopenia sono stati studiati per decenni, la complessità e la portata delle interazioni tra questi percorsi hanno posto sfide nello sviluppo di interventi efficaci. Tuttavia, i recenti progressi nell’intelligenza artificiale (IA) e nell’apprendimento automatico, in particolare attraverso algoritmi di apprendimento profondo (DL), hanno aperto nuove strade per la ricerca sulla sarcopenia, fornendo approfondimenti che in precedenza erano irraggiungibili attraverso metodi statistici convenzionali.

Le reti neurali artificiali (ANN), un sottoinsieme di DL, hanno mostrato un immenso potenziale nell’identificazione di relazioni complesse tra geni, percorsi di segnalazione e processi fisiologici. Le ANN imitano la struttura e la funzione del cervello umano utilizzando reti multistrato di neuroni artificiali interconnessi per elaborare e analizzare grandi set di dati, fare previsioni e scoprire modelli che altrimenti potrebbero passare inosservati. Nel contesto della sarcopenia, le ANN possono essere utilizzate per analizzare i dati di espressione genica dai muscoli invecchiati, rivelando nuovi biomarcatori e potenziali bersagli terapeutici che potrebbero informare la progettazione di interventi farmacologici o migliorare l’efficacia delle terapie basate sull’esercizio.

Concetto medicoSpiegazione semplificataDettagli rilevanti / Esempi
SarcopeniaPerdita di massa e forza muscolare con l’avanzare dell’età.Può portare a debolezza, mobilità ridotta e rischio maggiore di cadute. L’esercizio regolare può aiutare a ridurne gli effetti.
Attività catabolicaRottura dei muscoli o dei tessuti del corpo.Accade più spesso con l’avanzare dell’età, portando alla perdita di massa muscolare. Questo può essere rallentato restando attivi e mangiando una dieta ricca di proteine.
Percorso di segnalazione AktUn processo del corpo che aiuta a costruire e mantenere i muscoli.Quando questo percorso rallenta, può portare alla perdita di massa muscolare. È come se l’“interruttore di costruzione muscolare” del corpo venisse spento.
FOXO1Una proteina che controlla la degradazione muscolare.Quando viene attivato, comunica al corpo di scomporre i muscoli, contribuendo alla perdita di massa muscolare con l’età.
Sistema ubiquitina-proteasomaIl modo in cui l’organismo elimina le proteine ​​vecchie o danneggiate.Analogamente al sistema di smaltimento delle proteine ​​da parte dell’organismo, con l’invecchiamento diventa iperattivo, provocando la perdita di massa muscolare.
TNF-α (fattore di necrosi tumorale alfa)Una proteina che causa infiammazione e può accelerare la perdita muscolare.L’infiammazione è il modo in cui l’organismo combatte i danni, ma un’infiammazione eccessiva può danneggiare i muscoli sani, soprattutto con l’avanzare dell’età.
IL-6 (interleuchina-6)Una proteina che aiuta a regolare il sistema immunitario ma può anche causare perdita di massa muscolare.Un livello eccessivo di IL-6 nelle persone anziane può portare a una maggiore degradazione muscolare.
Allenamento di resistenzaEsercizio che prevede il sollevamento pesi per aumentare la forza.Questo tipo di esercizio aiuta a prevenire la perdita di massa muscolare e a rafforzarla, il che è particolarmente importante per gli anziani.
mTOR (bersaglio della rapamicina nei mammiferi)Una proteina fondamentale che aiuta l’organismo a sviluppare i muscoli dopo l’esercizio fisico.È come se il “direttore dei lavori” del corpo dicesse ai muscoli quando crescere.
L’appelloUn ormone che aiuta a riparare e costruire i muscoli.I livelli diminuiscono con l’età, ma l’esercizio fisico può aiutare ad aumentare l’apelina e a migliorare la salute muscolare.
Apprendimento profondo (DL)Un tipo di intelligenza artificiale che imita il funzionamento del cervello umano.Utilizzato per analizzare dati medici complessi e individuare modelli nei geni correlati all’invecchiamento e alla salute muscolare.
Reti neurali artificiali (RNA)Un modello computerizzato progettato per simulare il modo in cui il cervello elabora le informazioni.Aiuta gli scienziati a scoprire importanti geni che influenzano la salute muscolare, consentendo loro di prevedere nuovi trattamenti per la perdita muscolare.
RNA-sequenzaMetodo utilizzato per studiare i geni attivi nelle cellule.Gli scienziati utilizzano l’RNA-seq per confrontare l’invecchiamento dei muscoli, analizzando i geni attivati ​​nei muscoli giovani rispetto a quelli vecchi.
Espressione genicaIl processo di attivazione o disattivazione dei geni nelle cellule.Come un interruttore della luce per i geni: quando un gene viene attivato, influenza il comportamento della cellula, compresa la crescita o la degradazione muscolare.
ApoptosiIl processo di morte cellulare programmata.È il modo in cui l’organismo elimina le cellule vecchie o danneggiate, ma un consumo eccessivo può portare alla perdita di massa muscolare con l’avanzare dell’età.
Stress ossidativoDanni causati da molecole nocive chiamate radicali liberi.Accade più spesso con l’età e può portare a debolezza muscolare e affaticamento. Gli antiossidanti negli alimenti possono aiutare a ridurre lo stress ossidativo.
MitocondriLa parte della cellula che produce energia.Noto come la “centrale elettrica” ​​della cellula. Invecchiando, i mitocondri diventano meno efficienti, contribuendo alla debolezza muscolare.
InfiammazioneLa risposta del corpo a lesioni o stimoli dannosi.L’infiammazione cronica dovuta all’invecchiamento può portare alla perdita di massa muscolare e a un lento recupero.
IL-1β (Interleuchina-1 Beta)Una proteina che favorisce l’infiammazione nell’organismo.Livelli elevati possono portare a una più rapida degradazione muscolare negli anziani.
CHADUna proteina che contribuisce alla struttura dei muscoli e delle ossa.Le alterazioni di questa proteina possono portare all’indebolimento dei muscoli con l’avanzare dell’età.
USP54Una proteina che regola la degradazione muscolare.Controlla la velocità con cui le proteine ​​muscolari vengono rimosse e sostituite, fattore che può influire sulla massa muscolare durante l’invecchiamento.
Percorso PINK1/ParkinUn sistema presente nelle cellule che aiuta a rimuovere i mitocondri danneggiati.È come una “squadra di pulizia” nelle cellule. Quando questo sistema non funziona correttamente, porta a debolezza muscolare.
MOTSC (peptide derivato dai mitocondri)Una piccola proteina prodotta dai mitocondri che aiuta a proteggere le cellule.Aiuta a mantenere i muscoli sani riducendo i danni causati dallo stress, soprattutto con l’invecchiamento.
Inflammasoma NLRP3Un complesso proteico che innesca l’infiammazione in risposta allo stress cellulare.L’iperattività di questo sistema durante l’invecchiamento può peggiorare la perdita muscolare e l’infiammazione.
RNA non codificanti (miRNA, lncRNA)Tipi di RNA che non codificano per le proteine, ma aiutano a regolare l’attività genica.Agiscono come “gestori di geni”, controllando la crescita muscolare e i processi di riparazione. I cambiamenti in questi RNA possono portare alla perdita di massa muscolare con l’età.
UmanoUna piccola proteina che aiuta a proteggere le cellule dai danni.Migliora la funzionalità muscolare negli anziani e riduce i segni dell’invecchiamento nelle cellule.
Asse intestino-muscoloIl legame tra salute intestinale e forza muscolare.Un intestino sano può migliorare la funzionalità muscolare, mentre un intestino non sano può contribuire alla debolezza muscolare. I probiotici potrebbero aiutare a mantenere l’intestino sano.

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Meccanismi molecolari alla base della sarcopenia

La fisiopatologia della sarcopenia è guidata da una combinazione di fattori intrinseci ed estrinseci che interrompono l’equilibrio tra sintesi e degradazione delle proteine ​​muscolari. Uno dei principali percorsi implicati in questo processo è il percorso PI3K/Akt/mTOR, che è responsabile della promozione della crescita muscolare e della sintesi proteica in risposta a stimoli anabolici come il fattore di crescita insulino-simile 1 (IGF-1). Negli individui giovani e sani, questo percorso è altamente attivo, facilitando il mantenimento della massa e della funzione muscolare. Tuttavia, con l’invecchiamento, l’attività del percorso PI3K/Akt/mTOR diminuisce, portando a una diminuzione della sintesi proteica muscolare. Questa riduzione della segnalazione anabolica è aggravata dall’aumentata attivazione dei percorsi catabolici, come il sistema ubiquitina-proteasoma e il percorso autofagia-lisosoma.

Uno dei principali regolatori dell’atrofia muscolare è il fattore di trascrizione FOXO1, che si attiva quando la segnalazione Akt viene soppressa. Dopo l’attivazione, FOXO1 si sposta nel nucleo, dove promuove l’espressione di ubiquitina ligasi specifiche per i muscoli, tra cui FBXO32 (noto anche come atrogin-1) e TRIM63 (noto anche come MuRF1). Queste ligasi prendono di mira le proteine ​​muscolari per la degradazione da parte del sistema ubiquitina-proteasoma, portando all’atrofia muscolare. Oltre a FOXO1, altri fattori di trascrizione, come NF-κB (fattore nucleare kappa-light-chain-enhancer delle cellule B attivate), vengono attivati ​​da citochine pro-infiammatorie come TNF-α e IL-6, guidando ulteriormente la degradazione delle proteine ​​muscolari.

Il ruolo dell’infiammazione nella sarcopenia ha attirato notevole attenzione negli ultimi anni, poiché l’invecchiamento è spesso accompagnato da uno stato di infiammazione cronica di basso grado, comunemente definito “inflammaging”. Le citochine pro-infiammatorie, come TNF-α, IL-1β e IL-6, sono elevate negli individui più anziani e queste citochine hanno dimostrato di promuovere l’atrofia muscolare attivando il sistema ubiquitina-proteasoma e inibendo la sintesi proteica muscolare. Inoltre, lo stress ossidativo, che aumenta con l’età, contribuisce ulteriormente alla degradazione delle proteine ​​muscolari danneggiando le strutture cellulari e compromettendo la funzione mitocondriale. La disfunzione mitocondriale, a sua volta, porta a una riduzione della produzione di ATP, limitando l’energia disponibile per la contrazione muscolare e i processi di riparazione.

Data la complessità dei meccanismi molecolari che guidano la sarcopenia, è evidente che è necessario un approccio multiforme per combattere questa condizione. Mentre l’esercizio fisico, in particolare l’allenamento di resistenza, ha dimostrato di essere l’intervento non farmacologico più efficace per preservare la massa muscolare e la funzione negli anziani, c’è un crescente interesse nello sviluppo di terapie farmacologiche che mirano ai percorsi molecolari coinvolti nell’invecchiamento muscolare. A questo proposito, la scoperta di nuovi biomarcatori e bersagli terapeutici attraverso metodi computazionali avanzati, come le reti neurali artificiali, è molto promettente.

Il ruolo delle reti neurali artificiali nella ricerca sulla sarcopenia

Le tecniche di apprendimento profondo, in particolare le ANN, hanno rivoluzionato il campo della bioinformatica fornendo potenti strumenti per l’analisi di dati biologici complessi. Le ANN sono state applicate con successo in vari settori dell’assistenza sanitaria, tra cui la ricerca sul cancro, dove sono state utilizzate per identificare nuovi biomarcatori e prevedere gli esiti delle malattie. Nel contesto della sarcopenia, le ANN offrono un’opportunità unica per esplorare le interazioni tra geni e percorsi di segnalazione che regolano la massa muscolare, la forza e la funzione durante l’invecchiamento.

Uno dei principali vantaggi dell’uso delle reti neurali artificiali nella ricerca sulla sarcopenia è la loro capacità di analizzare grandi set di dati, come i profili di espressione genica, e identificare modelli che potrebbero non essere immediatamente evidenti attraverso i metodi statistici tradizionali. Inserendo i dati di espressione genica in una rete neurale artificiale, i ricercatori possono creare modelli che prevedono come diversi geni interagiscono tra loro e come queste interazioni cambiano in risposta all’invecchiamento o agli interventi di esercizio. Questo approccio ha il potenziale per scoprire geni o percorsi precedentemente non riconosciuti che svolgono un ruolo nell’invecchiamento muscolare, fornendo nuove intuizioni sui meccanismi molecolari della sarcopenia.

In questo studio, i dati sull’espressione genica da campioni di muscolo scheletrico di adulti giovani e anziani sono stati analizzati utilizzando un algoritmo ANN per identificare geni associati all’età e all’esercizio. I dati sono stati ottenuti da set di dati disponibili al pubblico, tra cui GSE8479, GSE9419 e GSE117525, che contengono dati RNA-seq da biopsie muscolari di individui sani prima e dopo interventi di esercizio di resistenza a lungo termine. Applicando un algoritmo di inferenza ANN (ANNi), i ricercatori sono stati in grado di identificare i principali geni driver e target associati all’invecchiamento muscolare e all’esercizio, nonché le interazioni tra questi geni.

Nuovi obiettivi e percorsi molecolari nella sarcopenia: ampliare la comprensione oltre i meccanismi classici

I recenti progressi nella biologia molecolare e nella bioinformatica hanno notevolmente ampliato la profondità delle conoscenze sulla sarcopenia, facendo luce su percorsi e obiettivi molecolari precedentemente non caratterizzati. Man mano che la comprensione della sarcopenia si approfondisce, la ricerca non è più limitata a meccanismi canonici come il percorso PI3K/Akt/mTOR o il sistema ubiquitina-proteasoma. Nuove intuizioni, in particolare da tecnologie omiche avanzate e algoritmi di apprendimento automatico, hanno rivelato ulteriori complessità all’interno del muscolo che invecchia. Questa evoluzione nella ricerca è fondamentale per lo sviluppo di approcci terapeutici mirati e di medicina di precisione su misura per combattere efficacemente la sarcopenia.

Apelin e il suo recettore: nuovi obiettivi terapeutici

Una di queste nuove scoperte è il ruolo del sistema apelinergico, che consiste nell’ormone peptidico apelin e nel suo recettore, APJ, nella rigenerazione e nell’invecchiamento del muscolo scheletrico. I livelli di apelin diminuiscono naturalmente con l’età, correlandosi con la riduzione della massa e della funzione muscolare. Studi condotti negli ultimi anni hanno dimostrato che l’apelin svolge un ruolo fondamentale nella regolazione della proliferazione e della differenziazione delle cellule staminali muscolari, influenzando così direttamente la rigenerazione muscolare. Negli anziani, la diminuzione della segnalazione dell’apelin esacerba la sarcopenia compromettendo il recupero e la riparazione muscolare.

Il potenziale terapeutico del targeting del sistema apelinergico è stato portato alla luce dallo sviluppo di BGE-105, un agonista orale del recettore APJ. Nei modelli preclinici, BGE-105 ha dimostrato di ridurre l’atrofia muscolare e migliorare la forza muscolare, posizionandolo come un candidato promettente per interventi farmacologici volti a trattare la sarcopenia e altri disturbi muscolari correlati all’età. Questa svolta farmacologica illustra l’importanza di espandere il panorama molecolare della sarcopenia oltre i percorsi tradizionali.

Inoltre, uno studio del 2023 ha evidenziato la capacità dell’esercizio di aumentare l’espressione dell’apelina negli anziani, rafforzando la relazione sinergica tra esercizio e terapia molecolare. Questi risultati suggeriscono che una combinazione di trattamento farmacologico con interventi di esercizio potrebbe potenziare i benefici di entrambi gli approcci, offrendo un trattamento a doppia modalità per la sarcopenia. Comprendere come l’apelina e il suo recettore interagiscono con altri attori molecolari, come IGF-1 e mTOR, è fondamentale per lo sviluppo di tali terapie combinate.

Disfunzione mitocondriale e sarcopenia: una nuova frontiera

Sebbene il ruolo dei mitocondri nell’invecchiamento muscolare sia ben riconosciuto, recenti progressi nella biologia mitocondriale hanno rivelato nuovi livelli di complessità nel contributo della disfunzione mitocondriale alla sarcopenia. L’invecchiamento del muscolo scheletrico è caratterizzato da una ridotta biogenesi mitocondriale, da una dinamica mitocondriale compromessa (fusione e fissione) e da una ridotta clearance mediata dall’autofagia dei mitocondri danneggiati. Questa disfunzione mitocondriale porta a un accumulo di ROS, che esacerba lo stress ossidativo e promuove l’atrofia muscolare.

Una svolta del 2022 nella ricerca mitocondriale ha dimostrato l’importanza della mitofagia, l’autofagia selettiva dei mitocondri danneggiati, nel mantenimento della massa muscolare durante l’invecchiamento. La proteina PINK1 (chinasi 1 indotta da PTEN) e l’ubiquitina ligasi E3 Parkin sono regolatori chiave della mitofagia e la loro attività diminuisce con l’età. La perdita della mitofagia mediata da PINK1/Parkin determina l’accumulo di mitocondri disfunzionali, determinando ulteriormente la sarcopenia. Tuttavia, studi recenti che utilizzano modelli murini hanno dimostrato che la sovraregolazione di PINK1 e Parkin può ripristinare la mitofagia, ridurre lo stress ossidativo e attenuare l’atrofia muscolare negli animali anziani.

Inoltre, i peptidi derivati ​​dai mitocondri (MDP), come l’umanina e il MOTS-c, sono emersi come nuovi regolatori della salute mitocondriale e dell’omeostasi muscolare. Gli MDP sono piccoli peptidi codificati dal genoma mitocondriale e possiedono proprietà citoprotettive, tra cui la capacità di migliorare la funzione mitocondriale e ridurre lo stress ossidativo. L’umanina, in particolare, ha dimostrato di migliorare la funzione muscolare nei topi anziani e sono in corso studi clinici per indagare il suo potenziale come terapia per la sarcopenia.

La scoperta degli MDP offre una nuova strada per lo sviluppo terapeutico, poiché questi peptidi potrebbero essere utilizzati per modulare la funzione mitocondriale e promuovere la salute muscolare negli anziani. La ricerca in corso sui meccanismi molecolari alla base della funzione degli MDP sarà fondamentale per determinare la loro efficacia e sicurezza come trattamenti per la sarcopenia.

Il ruolo della segnalazione infiammatoria nella sarcopenia: l’inflammasoma NLRP3

L’infiammazione svolge un ruolo centrale nella patogenesi della sarcopenia e recenti ricerche hanno identificato l’inflammasoma NLRP3 come un attore chiave nella risposta infiammatoria associata all’invecchiamento muscolare. L’inflammasoma NLRP3 è un complesso multiproteico che attiva le citochine pro-infiammatorie IL-1β e IL-18 in risposta ai segnali di stress cellulare, come lo stress ossidativo e la disfunzione mitocondriale. Nel muscolo invecchiato, l’NLRP3 è sovraregolato, portando a un’infiammazione cronica di basso grado e contribuendo all’atrofia muscolare.

Uno studio fondamentale del 2021 ha dimostrato che l’inibizione dell’inflammasoma NLRP3 può mitigare l’atrofia muscolare nei topi anziani. Gli inibitori di NLRP3, come MCC950, hanno mostrato risultati promettenti nel ridurre l’infiammazione e migliorare la massa e la forza muscolare nei modelli preclinici. Questi risultati suggeriscono che colpire l’inflammasoma NLRP3 potrebbe essere una nuova strategia terapeutica per la sarcopenia, in particolare negli individui con alti livelli di infiammazione sistemica.

È interessante notare che l’interazione tra l’inflammasoma NLRP3 e altri percorsi infiammatori, come la segnalazione di TNF-α e IL-6, è ancora un’area di ricerca attiva. Comprendere come questi percorsi convergono nel muscolo invecchiato potrebbe fornire spunti su come indirizzare al meglio l’infiammazione nella sarcopenia. Inoltre, ci sono sempre più prove che l’esercizio fisico può modulare l’attività di NLRP3, il che suggerisce che l’esercizio fisico può esercitare i suoi effetti antinfiammatori in parte riducendo l’attivazione dell’inflammasoma.

Regolazione epigenetica e sarcopenia: il ruolo degli RNA non codificanti

L’epigenetica, lo studio dei cambiamenti ereditari nell’espressione genica che non comportano cambiamenti nella sequenza del DNA, è diventata un’importante area di ricerca per comprendere la sarcopenia. Gli RNA non codificanti, come i microRNA (miRNA) e i lunghi RNA non codificanti (lncRNA), sono emersi come regolatori chiave della massa e della funzione muscolare. Questi RNA non codificanti modulano l’espressione dei geni coinvolti nella sintesi, degradazione e rigenerazione delle proteine ​​muscolari e la loro disregolazione è stata implicata nello sviluppo della sarcopenia.

Uno dei miRNA più studiati nel contesto dell’invecchiamento muscolare è miR-486, che regola la segnalazione IGF-1 e la differenziazione muscolare. Nel muscolo invecchiato, i livelli di miR-486 sono ridotti, portando a una rigenerazione muscolare compromessa e a un aumento dell’atrofia muscolare. Studi recenti hanno dimostrato che il ripristino dei livelli di miR-486 nei topi anziani può migliorare la rigenerazione muscolare e ridurre la sarcopenia. Allo stesso modo, miR-133 e miR-206, che sono coinvolti nell’attivazione e nella differenziazione delle cellule satellite muscolari, sono anche sottoregolati nella sarcopenia e il loro ripristino ha dimostrato di promuovere la rigenerazione muscolare.

Oltre ai miRNA, anche gli lncRNA sono stati implicati nella regolazione dell’invecchiamento muscolare. È stato dimostrato che lncRNA MALAT1 (trascrizione 1 dell’adenocarcinoma polmonare associato alle metastasi) promuove la differenziazione e la rigenerazione delle cellule muscolari e la sua espressione è ridotta nei muscoli anziani. La sovraespressione di MALAT1 nei topi anziani migliora la rigenerazione muscolare, suggerendo che le terapie basate su lncRNA potrebbero essere un nuovo approccio per il trattamento della sarcopenia.

L’uso di terapie a base di RNA non codificanti è ancora nelle sue fasi iniziali, ma il potenziale di queste molecole per modulare l’espressione genica e promuovere la salute muscolare è immenso. La ricerca futura si concentrerà sull’identificazione di ulteriori miRNA e lncRNA coinvolti nella sarcopenia e sullo sviluppo di strategie per colpire queste molecole in un contesto clinico.


Analisi approfondita: regolazione epigenetica, RNA non codificanti, sarcopenia e potenziali collegamenti con i vaccini mRNA COVID-19

La sarcopenia è una perdita progressiva di massa, forza e funzionalità del muscolo scheletrico, che colpisce prevalentemente gli anziani. La regolazione epigenetica, in particolare quella che coinvolge RNA non codificanti come i microRNA (miRNA) e i lunghi RNA non codificanti (lncRNA), è emersa come un fattore critico nella fisiopatologia della sarcopenia. Questi RNA non codificanti regolano percorsi molecolari chiave coinvolti nel mantenimento muscolare, nella rigenerazione e nel metabolismo proteico. Allo stesso tempo, l’avvento dei vaccini a mRNA, in particolare quelli sviluppati per il COVID-19, ha rivoluzionato le strategie di immunizzazione, portando l’attenzione su come l’mRNA e le sue risposte biologiche possano influenzare sistemi fisiologici più ampi, inclusa la biologia muscolare. Capire se esiste un’intersezione biologica tra i processi molecolari coinvolti nella sarcopenia e la risposta immunitaria provocata dai vaccini a mRNA è un’area che vale la pena esplorare.

Regolazione epigenetica e RNA non codificanti nella sarcopenia

L’epigenetica si riferisce ai cambiamenti ereditari nell’espressione genica che si verificano senza cambiamenti nella sequenza del DNA. Nel contesto della sarcopenia, gli RNA non codificanti, in particolare i miRNA e gli lncRNA, sono regolatori essenziali dell’omeostasi muscolare, influenzando processi come la sintesi proteica muscolare, la degradazione e l’attivazione delle cellule satellite responsabili della rigenerazione muscolare.

  • miRNA nella regolazione muscolare : i miRNA sono piccoli RNA non codificanti (~22 nucleotidi) che regolano l’espressione genica post-trascrizionalmente legandosi alle regioni 3′ non tradotte (3′ UTR) degli mRNA bersaglio. Questo legame può degradare l’mRNA o inibirne la traduzione in proteina, svolgendo così un ruolo cruciale nell’omeostasi muscolare.
    • miR-486 è uno dei miRNA più studiati nell’invecchiamento muscolare. Modula il pathway di segnalazione del fattore di crescita insulino-simile-1 (IGF-1), fondamentale per la differenziazione e la crescita muscolare. Livelli ridotti di miR-486 nei muscoli invecchiati compromettono la rigenerazione muscolare, contribuendo alla sarcopenia. Studi su topi anziani hanno dimostrato che il ripristino dei livelli di miR-486 migliora la riparazione muscolare e riduce l’atrofia muscolare.
    • Anche miR-133 e miR-206 svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento muscolare, in particolare nell’attivazione delle cellule satellite muscolari (cellule staminali coinvolte nella riparazione muscolare). La disregolazione di questi miRNA nella sarcopenia porta a una ridotta capacità di rigenerazione muscolare.
  • lncRNA nella funzione muscolare : i lncRNA sono RNA non codificanti più lunghi (>200 nucleotidi) coinvolti nella regolazione della struttura della cromatina, della trascrizione genica e dei processi post-trascrizionali.
    • MALAT1 (Metastasis-associated lung adenocarcinoma transcript 1) è stato implicato nella promozione della differenziazione e rigenerazione delle cellule muscolari. Nel muscolo invecchiato, MALAT1 è sottoregolato, portando a una riparazione muscolare compromessa. La sovraespressione di MALAT1 nei modelli anziani migliora la rigenerazione muscolare, indicando il suo potenziale come bersaglio terapeutico per la sarcopenia.

Questi miRNA e lncRNA non agiscono in modo isolato, ma fanno parte di una rete di regolazione più ampia che risponde a segnali fisiologici e patologici, tra cui l’infiammazione e lo stress ossidativo, entrambi elevati nella sarcopenia.

Vaccini mRNA e meccanismi biologici

I vaccini a mRNA, come quelli sviluppati da Pfizer-BioNTech (BNT162b2) e Moderna (mRNA-1273), utilizzano un mRNA incapsulato in nanoparticelle lipidiche (LNP) per fornire istruzioni genetiche alle cellule ospiti, consentendo la produzione della proteina spike del SARS-CoV-2. Ciò, a sua volta, attiva il sistema immunitario, inducendo risposte immunitarie sia umorali (mediate da anticorpi) che cellulari.

  • Risposta immunitaria e infiammazione : dopo l’iniezione, i vaccini mRNA inducono una risposta infiammatoria transitoria. Questa è caratterizzata dal rilascio di citochine come l’interferone-gamma (IFN-γ), l’interleuchina-6 (IL-6) e il fattore di necrosi tumorale-alfa (TNF-α). Mentre questa infiammazione è necessaria per una robusta attivazione immunitaria, negli individui suscettibili, in particolare quelli con condizioni preesistenti come la sarcopenia, stati infiammatori accentuati potrebbero esacerbare i percorsi di degradazione muscolare.
  • Interazioni mRNA e RNA non codificante : sebbene i vaccini mRNA mirino principalmente alle vie immunitarie, esiste un potenziale teorico di interazione con i sistemi regolatori miRNA/lncRNA a causa della risposta infiammatoria che inducono. La ricerca sulle terapie mRNA ha dimostrato che possono influenzare l’espressione di alcuni miRNA, in particolare quelli coinvolti nella regolazione delle risposte infiammatorie e da stress.

Percorsi condivisi tra sarcopenia e infiammazione indotta dal vaccino

La sarcopenia e la risposta immunitaria ai vaccini mRNA condividono percorsi biologici comuni, in particolare quelli che coinvolgono infiammazione e stress ossidativo. I seguenti sono potenziali punti di interazione:

  • Citochine infiammatorie e degradazione muscolare : IL-6 e TNF-α, entrambi sovraregolati in risposta alla vaccinazione con mRNA, sono anche fattori critici dell’atrofia muscolare nella sarcopenia. L’esposizione cronica a queste citochine, soprattutto negli anziani, può portare a una maggiore attivazione del sistema ubiquitina-proteasoma (UPS), accelerando la degradazione delle proteine ​​muscolari.
    • IL-6 , ad esempio, ha un duplice ruolo: promuove le risposte immunitarie durante l’infezione, ma è anche implicata nella degradazione muscolare quando è persistentemente elevata. Nel contesto della sarcopenia, IL-6 può esacerbare la perdita muscolare promuovendo la segnalazione catabolica.
    • Allo stesso modo, il TNF-α innesca l’atrofia muscolare attraverso l’attivazione del fattore nucleare kappa B (NF-κB) e dei fattori di trascrizione FOXO, entrambi i quali promuovono l’espressione di ubiquitina ligasi specifiche del muscolo, come MuRF1 e atrogin-1.
  • Stress ossidativo e disfunzione mitocondriale : sia la sarcopenia che le risposte immunitarie indotte dal vaccino coinvolgono lo stress ossidativo, un fattore chiave nell’invecchiamento muscolare. I mitocondri, noti come fabbriche di energia delle cellule, diventano disfunzionali nei muscoli che invecchiano, contribuendo a una maggiore produzione di specie reattive dell’ossigeno (ROS). Le ROS possono danneggiare le cellule muscolari e comprometterne la funzione. Lo stress ossidativo temporaneo indotto dal vaccino può interagire con la disfunzione mitocondriale preesistente negli individui con sarcopenia, peggiorando potenzialmente la salute muscolare a breve termine.

Potenziale dei vaccini mRNA per influenzare la salute muscolare

Sebbene nessuna prova diretta colleghi i vaccini mRNA al peggioramento della sarcopenia, i percorsi infiammatori condivisi suggeriscono che gli individui con sarcopenia potrebbero teoricamente sperimentare un’esacerbazione transitoria della degradazione muscolare dovuta all’infiammazione indotta dal vaccino. Tuttavia, è probabile che questo sia un effetto temporaneo e non superi i benefici della vaccinazione, in particolare data la significativa morbilità e mortalità associate al COVID-19 nelle popolazioni più anziane.

  • RNA non codificanti nella risposta immunitaria : c’è un crescente interesse nel modo in cui i miRNA e gli lncRNA regolano la risposta immunitaria ai vaccini a mRNA. I miRNA, ad esempio, sono noti per regolare aspetti chiave dell’attivazione delle cellule immunitarie, della differenziazione e della produzione di citochine. I cambiamenti nell’espressione dei miRNA dovuti all’infiammazione indotta dal vaccino potrebbero, in teoria, avere un impatto sui miRNA correlati ai muscoli, ma ciò richiede ulteriori ricerche.

Conclusioni e lacune nella ricerca

Sebbene la ricerca attuale non stabilisca un nesso causale diretto tra i vaccini mRNA COVID-19 e la sarcopenia, ci sono percorsi biologici sovrapposti, in particolare quelli che coinvolgono infiammazione, stress ossidativo e regolazione miRNA, che potrebbero suggerire potenziali interazioni. Tuttavia, questi effetti sono probabilmente transitori e trascurabili nel contesto dei benefici complessivi della vaccinazione. La ricerca futura dovrebbe esplorare:

  • L’impatto a lungo termine dei vaccini a mRNA sull’espressione di miRNA e lncRNA, in particolare negli anziani e nei soggetti affetti da patologie muscolari come la sarcopenia.
  • Se l’infiammazione indotta dal vaccino influisce transitoriamente sulla salute muscolare e quali sono i meccanismi alla base di tali effetti.
  • Strategie per attenuare qualsiasi potenziale impatto a breve termine sulla salute muscolare nelle popolazioni vulnerabili.

Tabella riassuntiva dei concetti chiave

Concetto medico/biologicoSpiegazione semplificataDettagli rilevanti / Esempi
SarcopeniaPerdita e debolezza muscolare legate all’età.Associato a infiammazione, ridotta rigenerazione muscolare e stress ossidativo.
Regolazione epigeneticaCambiamenti nell’espressione genica senza alterare la sequenza del DNA.Coinvolge fattori come i miRNA e gli lncRNA che controllano la sintesi e la degradazione delle proteine ​​muscolari.
miR-486Una piccola molecola di RNA che regola la crescita muscolare.Ridotto nella sarcopenia; il suo ripristino nei modelli animali migliora la rigenerazione muscolare.
Affamato1Un lungo RNA non codificante che aiuta a riparare i muscoli.Viene ridotta nei muscoli invecchiati, compromettendone la capacità di rigenerarsi.
Vaccini mRNAVaccini che utilizzano l’mRNA per creare una proteina virale che stimola una risposta immunitaria.I vaccini Pfizer e Moderna utilizzano l’mRNA per codificare la proteina spike del SARS-CoV-2.
Infiammazione (IL-6, TNF-α)Risposta immunitaria che, se prolungata, può causare danni ai tessuti.Questi citochine risultano elevati sia nella sarcopenia sia durante la risposta immunitaria ai vaccini.
Stress ossidativoDanni causati dai radicali liberi e dalla funzionalità mitocondriale compromessa.Aumenta con l’invecchiamento e può peggiorare l’atrofia muscolare.
mRNA e RNA non codificantiInterazione dell’mRNA con i sistemi di regolazione dell’RNA dell’organismo, come i miRNA.Le terapie a mRNA possono influenzare l’espressione di alcuni miRNA coinvolti nell’infiammazione e nella salute muscolare.
IL-6Una proteina che aiuta a regolare il sistema immunitario e l’infiammazione.L’innalzamento cronico può portare alla rottura muscolare, una caratteristica sia della sarcopenia che della risposta immunitaria.
Potenziali percorsi condivisiPercorsi molecolari comuni tra vaccini a mRNA e sarcopenia.Entrambi coinvolgono infiammazione, stress ossidativo e potenziale regolazione dei miRNA.

Questa analisi completa offre un esame dettagliato delle potenziali intersezioni tra sarcopenia, regolazione epigenetica e vaccini mRNA contro il COVID-19, riconoscendo al contempo la necessità di ulteriori ricerche in quest’area di studio emergente.


L’asse intestino-muscolo: il ruolo del microbioma nella sarcopenia

Il microbioma intestinale è stato sempre più riconosciuto come un importante regolatore della salute muscolare e studi recenti hanno iniziato a esplorare il ruolo dell’asse intestino-muscolo nella sarcopenia. Il microbioma intestinale influenza la funzione muscolare attraverso diversi meccanismi, tra cui la produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA), la modulazione della segnalazione infiammatoria e la regolazione dell’assorbimento dei nutrienti. La disbiosi, o uno squilibrio nel microbioma intestinale, è stata associata a deperimento muscolare e fragilità negli anziani.

Uno dei meccanismi chiave con cui il microbioma influenza la salute muscolare è attraverso la produzione di SCFA, come butirrato e propionato. È stato dimostrato che questi SCFA promuovono la sintesi proteica muscolare e riducono l’infiammazione, rendendoli potenziali bersagli terapeutici per la sarcopenia. Uno studio del 2022 ha dimostrato che l’integrazione con butirrato ha migliorato la massa muscolare e la funzione nei topi anziani, suggerendo che colpire il microbioma intestinale potrebbe essere un nuovo approccio per il trattamento della sarcopenia.

Oltre agli SCFA, il microbioma intestinale influenza anche la salute muscolare attraverso il suo impatto sull’infiammazione sistemica. La disbiosi è associata a una maggiore permeabilità intestinale, che porta alla traslocazione di endotossine batteriche, come il lipopolisaccaride (LPS), nel flusso sanguigno. Questo, a sua volta, attiva percorsi di segnalazione infiammatoria, come il percorso NF-κB, che promuove l’atrofia muscolare. È stato dimostrato che il ripristino di un microbioma sano tramite l’uso di probiotici, prebiotici o trapianto di microbiota fecale (FMT) riduce l’infiammazione e migliora la funzione muscolare nei modelli animali di sarcopenia.

Data la complessa interazione tra intestino e muscoli, la ricerca futura dovrà concentrarsi sulla comprensione delle specie microbiche e dei metaboliti specifici che influenzano la salute muscolare. Sono attualmente in corso studi clinici per indagare l’efficacia delle terapie basate sul microbioma, come l’integrazione probiotica, nel migliorare la massa e la funzione muscolare negli anziani con sarcopenia.

Medicina di precisione nella sarcopenia: la promessa delle tecnologie omiche

Il futuro della ricerca e del trattamento della sarcopenia risiede nell’integrazione di approcci di medicina di precisione, che tengano conto della variabilità individuale in genetica, epigenetica e fattori ambientali. Le tecnologie omiche, tra cui genomica, trascrittomica, proteomica e metabolomica, sono in prima linea in questo movimento, fornendo approfondimenti completi sui fondamenti molecolari della sarcopenia.

Ad esempio, l’analisi proteomica ha rivelato che i muscoli invecchiati presentano alterazioni nelle proteine ​​coinvolte nella funzione mitocondriale, nello stress ossidativo e nell’infiammazione. Gli studi di metabolomica hanno identificato cambiamenti nel metabolismo degli amminoacidi, nel metabolismo dei lipidi e nella produzione di energia nel muscolo sarcopenico. Queste tecnologie omiche stanno fornendo una comprensione più sfumata dei cambiamenti molecolari che si verificano durante l’invecchiamento muscolare, aprendo la strada a interventi terapeutici personalizzati.

Combinando i dati omics con algoritmi avanzati di apprendimento automatico, come le reti neurali artificiali, i ricercatori possono sviluppare modelli predittivi che identificano gli individui a rischio di sviluppare sarcopenia e adattare gli interventi ai loro specifici profili molecolari. Questo approccio ha il potenziale per rivoluzionare il trattamento della sarcopenia, allontanandosi da un modello unico per tutti e orientandosi verso interventi personalizzati che mirano ai driver molecolari specifici dell’invecchiamento muscolare in ogni individuo.

Conclusione

La lotta contro la sarcopenia sta entrando in una nuova era, guidata dai progressi nella biologia molecolare, nella bioinformatica e nell’intelligenza artificiale. La scoperta di nuovi target molecolari, come l’apelina, i peptidi derivati ​​dai mitocondri e gli RNA non codificanti, ha ampliato il panorama terapeutico per la sarcopenia, offrendo nuove opportunità per interventi farmacologici. Inoltre, il ruolo dell’asse intestino-muscolo e l’integrazione di approcci di medicina di precisione attraverso tecnologie omiche stanno aprendo nuove frontiere nella prevenzione e nel trattamento dell’invecchiamento muscolare.

Poiché la popolazione mondiale continua ad invecchiare, l’urgenza di sviluppare interventi efficaci per la sarcopenia non potrà che aumentare. Il futuro della ricerca sulla sarcopenia risiede in un approccio multidisciplinare che combina tecnologie all’avanguardia con una profonda comprensione dei meccanismi molecolari che guidano l’invecchiamento muscolare. Continuando a esplorare queste nuove vie di ricerca, possiamo avvicinarci allo sviluppo di terapie mirate che migliorino la qualità della vita degli anziani e alleviino il peso della sarcopenia sui sistemi sanitari in tutto il mondo.


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