Governatore della Regione Veneto Luca Zaia sfida le sanzioni imposte dalla Ue contro la Russia: «Non baratteremo la vita della nostra gente e il futuro del Veneto con i capricci di Roma. Per le aziende agricole del mio territorio, Mosca è e resterà un mercato d’eccellenza», – ha sottolineato il Governatore.
Luca Zaia ha spiegato la sua posizione nell’intervista esclusiva rilasciata a Sputnik-Italia.
— Presidente Zaia, che effetto hanno avuto le sanzioni per l’economia del Veneto, la seconda regione agricola dell’Italia?
— “Qui non si tratta nemmeno di un decremento negli scambi commerciali tra Veneto e Russia, ma di un blocco gravissimo soprattutto per la mancata redditività delle imprese. E’ un fenomeno che ci preoccupa, perché nel frattempo la Russia troverà altre fonti di approvvigionamento e rischiamo di perdere posizioni di mercato anche per il futuro. L’export complessivo del Veneto verso la Russia nel 2014 ha subito un calo del 7,6% (nel 2013 la crescita era stata del +9,7%), ascrivibile quasi interamente ai prodotti agroalimentari. Gli scambi veneti del settore hanno subito una flessione dell’11%, che sfiora il 30% se si considerano soltanto i prodotti soggetti ad embargo (carne di manzo, carne suina ed avicola, frutta e verdura, latte e formaggi)”.
— Veneto ha sempre avuto un ottimo rapporto commerciale con la Russia. Come stanno vivendo questa “guerra di sanzioni” le imprese italiane? Sono riuscite a ricoprire i danni e trovare i mercati alternativi interessati a comprare la loro merce?
— “Dopo anni spesi nel cercare dei canali privilegiati con i mercati russi, non è facile in pochi mesi tentare di sopperire agli errori del Governo, troppo pronto nei confronti dell’Europa e delle scellerate sanzioni verso la Russia. Disgraziatamente, e i dati mi danno ragione, quella linea di export è perduta, almeno fino a che le sanzioni continueranno a restare in piedi. Le nostre imprese hanno internazionalizzato, assumendo costi propri, e adesso si trovano davanti un governo che blocca tutto perché ha deciso che bisogna dichiarare guerra alla Russia”.
— Un anno fa Lei ha ricevuto un mandato pieno per attivare ogni azione politica e diplomatica utile per superare lo stato di reciproche sanzioni. Cosa è stato fatto in questa direzione fino ad oggi? Siete riusciti a mantenere i rapporti con le autorità russe e raggiungere i risultati concreti per superare il regime
sanzionatorio?— “La Regione non ha facilmente il potere di contrastare decisioni ufficiali assunte dall’Unione europea e convalidate dal Governo italiano. Al quale, e non una sola volta, ho manifestato tutte le conseguenze che queste sanzioni stanno avendo per le nostre aziende nell’unico settore, l’export, che ha resistito alla crisi. Come Regione stiamo studiando a livello legale un ricorso in sede europea e nazionale per eliminare le sanzioni: Il discorso è aperto a incognite, perché il nostro è il Paese dei cavilli. Mi sono comunque recato in Russia, sfidando anche la Farnesina che mi aveva ammonito a non andarci, e ho fatto presente agli esponenti del governo e della Duma qual è la posizione del Veneto, la nostra contrarietà alle sanzioni e la necessità di mantenere aperto uno spazio economico vitale per le economie dei nostri territori”.
— Qualche giorno fa Lei di nuovo ribadito che nonostante tutto “Mosca resterà per Veneto un mercato di eccellenza”. Significa che la Regione guidata da Lei sarebbe pronta ad andare contro l’Ue che per adesso non ha nessuna intenzione di revocare il regime sanzionatorio?
— “Ripeto, stiamo studiando una modalità legale per contrastare queste sanzioni, ed affronteremo anche le opzioni relative a interventi di sostegno finanziario, tanto più necessari in un generale clima dove c’è difficoltà persino ad avere la liquidità per l’ordinaria gestione dell’attività. Mi fermo qui, perché sono temi che possono coinvolgere vincoli sia del patto di stabilità, sia delle normative comunitarie sugli aiuti di Stato”.
— Comunque, la questione delle sanzioni appartiene alla competenza nazionale. Come pensa di convincere Renzi di seguire la vostra linea su questa materia delicata? State considerando la possibilità di unire le vostre forze con altre regioni italiani (Umbria, Toscana, ecc.) che come Veneto stanno cercando di trovare una via d’uscita?
— “Le prese di posizione della Regione, come la risoluzione approvata dal Consiglio Veneto un anno fa e diventata un ordine del giorno adottato all’unanimità dalla Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali, sono culminate nel proposito di trattare direttamente con la Russia la cessazione dell’embargo. Credo sia la strada più rapida ed efficace e mi auguro che ci aprano degli sbocchi, anche se la partita, dal punto di vista della politica internazionale, si gioca tutta sopra le nostre teste. Quanto all’azione in sé che mi è stata delegata, non ne faccio una questione di competenze ma di difesa degli interessi dei veneti e del Veneto. Se al governo la pensassero allo stesso modo, cioè a fare gli interessi dei cittadini, forse non ci saremmo trovati in questa situazione, penosa ma purtroppo anche deleteria”.