Dalla bomba nella stazione di Saint-Michel a Parigi nel 1995 all’attentato contro la redazione di Charlie Hebdo a Parigi, gli attentati terroristici in Europa degli ultimi vent’anni hanno subito una crescente professionalità operativa
Cerchiamo di partire da un punto fermo…. EUROPA : che cosa è accaduto e dove
- 25 luglio 1995: una bomba nella stazione di Saint-Michel della metropolitana di Parigi uccide otto persone e ne ferisce 150. L’attentato fa parte di una serie di attacchi rivendicati dal gruppo islamico armato dell’Algeria.
- 15 agosto 1998: una bomba posizionata dai ribelli dell’Irish Republican Army uccide 29 persone nella città di Omagh, nell’attacco più mortale del conflitto decennale tra cattolici e repubblicani nell’Irlanda del Nord.
- 11 marzo 2004: una serie di bombe posizionate sui binari e sui treni regionali di Madrid nelle stazioni di Atocha, El Pozo, Santa Eugenia uccidono 191 persone.
- 7 luglio 2005: sono 52 i pendolari uccisi in quattro attentati suicidi che colpiscono tre diverse stazioni della metropolitana e un autobus a Londra.
- 22 luglio 2011: l’estremista antislamico Anders Behring Breivik uccide 69 persone in una sparatoria nell’isola di isola di Utøya, in Norvegia e altre otto con una bomba artigianale a Oslo.
- 2 novembre 2011: gli uffici della redazione di Charlie Hebdo a Parigi sono distrutti da una bomba molotov dopo la pubblicazione di una vignetta satirica sul profeta Maometto, nessun ferito.
- 11-19 marzo 2012: un uomo armato che afferma di avere legami con Al Qaeda uccide tre studenti ebrei, un rabbino e tre militari a Tolosa, nel sud della Francia.
- 22 maggio 2013: due estremisti di Al Qaeda uccidono a colpi di machete un soldato di 24 anni reduce dell’Afghanistan a Londra.
- 24 maggio 2014: quattro persone sono uccise al museo ebraico di Bruxelles per mano di un uomo armato di kalashnikov. L’accusato è un ex militare francese legato al gruppo terroristico stato islamico in Siria.
- 7 gennaio 2015: alcuni uomini armati hanno attaccato con armi da guerra la redazione del settimanale satirico francese Charlie Hebdo a Parigi, in Francia. Il bilancio delle vittime è di almeno 12 morti e dieci feriti, di cui alcuni gravi.
- 13 novembre 2015: Attentati plurimi a Parigi. Il bilancio delle vittime è di almeno 128 morti e 300 feriti, di cui un centinaio gravi.
La crono-storia non serve ad altro se non a creare un quadro prospettico.
Il fenomeno dell’immigrazione è solo un aspetto marginale al fenomeno del terrorismo.
Perché?
Perché la maggior parte dei ‘nemici’ nazionali dei relativi paesi sottoposti ad attacchi terroristici hanno avuto come interpreti ‘cittadini’ residenti e molte volte quietamente inseriti nella comunità.
Le azioni dei ‘Lupi solitari’ non possono essere anticipate, perché la loro natura li rende ‘irriconoscibili’.
Alcuni di loro hanno lasciato piccole briciole lungo la loro formazione ‘jiadista’ percorrendo i sentieri del proselitismo religioso e la formazione all’uso delle armi ed il combattimento in territori segnati dalla guerra.
Molti altri senza attuare azioni terroristiche sul territorio nazionale si sono uniti alle forze jiadiste in Siria od altri territori sottoposti alla conquista dello Stato Islamico.
Vi elenco alcuni dati parziali :
- Belgio – Attualmente i cittadini che hanno combattuto in Siria sono 400.
- Negli ultimi anni il Paese è stato colpito due volte da attentati terroristici.
Il 15 gennaio 2015, due jihadisti sono stati uccisi dalla polizia belga nella città di Verviers. Un terzo è stato arrestato. - Tredici altri sospettati di un coinvolgimento in attività terroristiche sono finiti in manette, altri due sono stati fermati in Francia.
- Il 24 maggio 2014, Mehdi Nemmouche, uno jihadista, ha ucciso quattro persone al Museo Ebraico di Bruxelles prima di fuggire. Nemmouche, di Roubaix, in Francia, era sotto sorveglianza da parte della polizia francese dopo il suo ritorno dalla Siria, dove si crede abbia combattuto a fianco dei gruppi islamici.
- Nell’ottobre del 2014 i membri del Sharia4Belgium sono finiti sotto processo ad Anversa con l’accusa di aver fatto “il lavaggio del cervello” a giovani musulmani belgi affinché andassero a combattere con i jihadisti in Siria.
- Negli ultimi anni il Paese è stato colpito due volte da attentati terroristici.
- Francia – Ad oggi i cittadini che hanno combattuto in Siria sono 1000.
- Gli attentati che hanno colpito recentemente Parigi sono soltanto gli ultimi di una serie di episodi che rispecchiano un clima caldo.
- Dal 7 al 9 gennaio 2015 la Francia è rimasta con il fiato sospeso per tre giorni: i fratelli Kouachi, armati, hanno attaccato la rivista Charlie Hebdo, uccidendo 12 persone.
- Il giorno dopo, un poliziotto è stato ucciso nei pressi di Parigi da Coulibaly, un uomo legato agli attentatori di Charlie Hebdo. Meno di 24 ore dopo l’uomo farà irruzione in un negozio kosher dove ucciderà quattro ostaggi.
- In un blitz congiunto tutti e tre gli uomini sono stati uccisi dalla polizia francese.
Almeno altre 12 persone sono state arrestate in un raid anti-terrorismo nella zona di Parigi in seguito agli attacchi a Charlie Hebdo. - Il 21 dicembre 2014 un uomo, al grido “Allahu Akbar” (Dio è grande), ha lanciato la sua auto su alcuni pedoni a Dijon, ferendo 11 persone prima di essere arrestato.
- Il 20 dicembre 2014 Bertrand Nzohabonayo, un ex rapper del Burundi, convertito all’Islam, è stato ucciso dopo aver ferito alcuni agenti con un coltello al grido di “Allahu Akbar” in una stazione di polizia vicino alla città di Tours.
- Il 28 agosto 2014 le forze dell’ordine hanno arrestato un presunto terrorista franco-algerino a Cannes dopo aver scoperto quasi un chilo di esplosivo nel condominio della sua famiglia.
- Germania – I cittadini che hanno combattuto in Siria sono 600.
- Il 16 gennaio 2015 due persone sono state arrestate a seguito di un blitz in 12 case e una moschea. Un portavoce della polizia ha detto che i sospetti sono probabilmente parte di una cellula estremista che ha reclutato combattenti per la Siria.
- A ottobre scorso, un 20enne di ritorno dalla Siria ha confessato di aver combattuto a fianco dell’Isis.
- Regno Unito – Sono 750 i cittadini con passaporto inglese che sono partiti per combattere in Siria.
- Nel novembre del 2014 Bernard Hogan-Howe, commissario di Scotland Yard, ha affermato che quattro attacchi terroristici sono stati sventati nelle settimane precedenti.
- Nell’ottobre del 2014 Erol Incedal è stato accusato di aver pianificato un attacco terroristico per le strade del Regno Unito e di aver preso di mira Tony Blair e sua moglie.
- Paesi Bassi – I cittadini che hanno combattuto in Siria sono 400.
- Da settembre 2014 i livelli di sicurezza sono stati innalzati dopo che i Dutch national fighting in Siria hanno invitato «i fratelli nei Paesi Bassi e in Belgio» ad agire.
Gli esperti di sicurezza sostengono che ci potrebbero essere almeno 20 cellule terroristiche in stand by in Europa, molte delle quali hanno probabilmente base in Olanda.
- Da settembre 2014 i livelli di sicurezza sono stati innalzati dopo che i Dutch national fighting in Siria hanno invitato «i fratelli nei Paesi Bassi e in Belgio» ad agire.
Se il buongiorno si vede dal mattino … allora è cominciato veramente male… perché….
Oltre 180 miliziani sono rientrati in Europa con passaporti europei, dopo essere stati addestrati e aver combattuto in Siria e Iraq.
Quel numero, secondo fonti bene informate va almeno triplicato infatti sarebbero almeno cinquecento i “rientrati” pronti ad agire.
Il compito di quisti cinquecento mujihaddin non è solo quello di mettere a segno azioni spettacolari, ma anche di trasformare i tanti “lupi solitari” già presenti in Europa, in soldati reclutati nelle cellule qaediste e/o dello Stato Islamico.
Basta capire quanto accaduto pochi mesi or sono in Francia :
Marsiglia – È allarme in tutto il Sud della Francia – ma anche in Spagna, Italia e Svizzera – per il maxi furto di detonatori (180, secondo ‘Le Figaro’, fino a 200 secondo altre fonti di stampa), una dozzina di panetti di esplosivo al plastico e 40 granate dalla base di Miramas, nei pressi di Marsiglia.
La base è sede del 503° Régiment du Train e viene utilizzata come arsenale di stoccaggio di armi ed esplosivi utilizzati dall’Armée de Terre nelle missioni all’estero e vi risiedono proprio circa 200 soldati dell’esercito.
Il Ministero della Difesa ha reso noto che sull’accaduto sono state due inchieste interne, la prima per verificare lo stato di “protezione di tutti i siti militari che ospitano munizioni”, la seconda per capire se il furto non sia stato favorito dalla presenza di un ‘basista’/talpa all’interno della base militare, senza fare alcun riferimento a quale potrebbe essere l’ambiente in cui è maturata questa incredibile sottrazione di materiale militare.
La base si estende su una superficie di 250 ettari – è circondata da filo spinato, ma non è protetta da videocamere di sorveglianza, forse troppo difficili da gestire per la superpotenza transalpina.
Anche se non lo si ammette questa azione dovrebbe aver innescato l’allarme in tutta la Francia e in tutta Europa per la possibilità di un attacco in grande stile del jihadismo islamista.
La Francia ha ancora le ferite aperte dell’attacco del 7 Gennaio scorso alla redazione di Charlie Hebdo compiuto dai fratelli Cherif (32) e Said (34) Kouachi e di quello al supermercato kosher di due giorni dopo, ad opera di Amedy Coulibaly quello successivo; nonché con l’attentato di Lione operato da Yassin Sahli il 26 Giugno scorso.
Tutte le azioni terroristiche in Occidente devono necessariamente avere un requisito fondamentale : ECLATANZA
I media devono tenere i cittadini dello stato colpito con il fiato sospeso.
Troppe volte è stata enunciata la freddezza dei terroristi nel compiere le azioni sanguinarie.
Qualcuno dovrebbe spiegare… al pubblico … che uccidere comporta uno stato mentale altamente allenato ed un training operativo nell’uso delle armi automatiche… paragonabile a quello delle forze speciali.
Non basta premere il grilletto, bisogna freddamente mirare, sparare, ricaricare e dominare la scena dell’attentato e tutti i partecipanti al massacro.
Un AK-47, chiamato comunemente Kalashnikov, è un’arma letale in cui la versione standard dell’arma impiega proiettili da 7,62 × 39 mm con precisione che è stata sempre considerata “abbastanza buona”. La munizione produce effetti tremendi all’impatto con i tessuti umani.
La presa di ostaggi non è parte comune di un’azione terroristica di professionisti determinati a creare il maggior numero possibile di vittime.
Un ostaggio vuol dire ….. perdita di tempo …. possibilità di essere ucciso senza raggiungere l’obiettivo principale….. ECLATANZA – SPETTACOLARITA’ – MORTI NEL MAGGIOR NUMERO POSSIBILE.
Dunque, la presa di ostaggi evidentemente serviva per portare l’attenzione in un luogo specifico, per poi portare un feroce attacco in un altra location….. non posso trovare altra spiegazione…..
Probabilmente qualcosa è andata per il verso sbagliato ed il reale bagno di sangue è stato interrotto da chissà quale evento… più o meno casuale !
Che i capi di stato si riuniscano per comunicare al popolino bue che il livello di attenzione è controllo sarà innalzato bruscamente è palesemente INUTILE!!!!
Da svariati anni le politiche protezionistiche della ‘cultura islamica’ all’interno dell’Europa ha comportato la creazione di una miriade di comunità religiose islamiche non sempre dedite alla preghiera.
Al momento sono circa 41,5 milioni i musulmani che vivono nei Paesi europei, il 5,6% della popolazione totale (742,5 milioni).
La loro presenza è concentrata soprattutto in Francia (un numero che oscilla tra i 3,5 e i 4,5 milioni, a seconda delle stime), in Germania (4 milioni) e nel Regno Unito (quasi 3 milioni).
Consistente, se si considera il totale degli abitanti, è anche il loro numero in Stati come il
- Belgio (650mila, il 6% della popolazione),
- l’Olanda (1 milione, il 5,5%)
- la Svezia (500mila, il 5%).
Un po’ più sfumata è la percentuale di cittadini musulmani nei Paesi mediterranei, che pur geograficamente si affacciano in modo diretto sugli Stati dove è radicato l’Islam:
- in Spagna i fedeli islamici sono 1 milione (il 2,3% della popolazione),
- in Grecia 500mila (circa il 4%),
- in Italia 1 milione e mezzo (il 2,6%).
La figura del predicatore è molte volte il crocevia per le attività di reclutamento, nei cui confronti però non ci sono gli estremi per poter procedere all’arresto o ad altre forme di interdizione anche se è dimostrata l’attività di proselitismo in chiave integralista e anti occidentale”.
Devono sussistere consistenti prove di attività di organizzazione di azioni ‘terroristiche’ o con finalità affini, per procedere con l’espulsione.
Le carceri sono spesso una fonte inesauribile per affiliare nuovi fedeli da avviare alla causa dello Stato Islamico.
Spesso è stata adottata la misura della separazione all’interno delle carceri di presunte culture affini al proselitismo islamico, senza tenere conto di vari fattori che rendono tali azioni vane :
- Le persone disagiate ed oppresse cadono spesso vittima del reclutamento, senza necessarie affinità culturali;
- La necessità di uno scopo di vita attrae i più disagiati verso un obiettivo comune di libertà, uguaglianza e benessere;
- I media funzionano anche all’interno delle carceri (tv, radio, passaparola, libri) per cui non è possibile realmente fermare tale azione;
- Le amicizie interne alla reclusione, sono spesso fonte di nuovi stimoli all’esterno….
- Alcune organizzazioni sociali e religiose sono legate ad attori pericolosi, per esempio, la Lega Musulmana ed il Centro Culturale Islamico d’Italia sono direttamente amministrati dall’Arabia Saudita.
- L’Iran dirige il Centro Islamico Europeo a Roma.
- L’’Ucoii vanta contatti decennali con la Fratellanza Musulmana.
In certi casi, l’estremismo si limita alla retorica, ma in altri, invece, sostiene attivamente o passivamente il terrorismo.
Prendiamo ad esempio l’ITALIA
Ottantotto scuole coraniche in tutta Italia.
In alcuni di questi istituti vengono rafforzati gli ideali radicali, in netta contrapposizione con quelli democratici.
Alcune scuole insegnano che l’unica vera religione è l’Islam, mentre ogni altra religione è interamente falsa.
I bambini che frequentano esclusivamente questi istituti non ricevono altri insegnamenti e crescono secondo i dettami dell’Islam più radicale.
Un certo numero di leader sociali e religiosi predica versioni Wahhabite e Salafite dell’Islam, odio razziale, intolleranza religiosa e promozione della jihad attraverso il reclutamento di martiri, fondi ed armi.
ORGANIZZAIONI RADICALI ITALIANE
Complessivamente, le organizzazioni radicali sono quasi una decina».
Un panorama inquietante e complesso, a cui il Centro antiterrorismo israeliano fa corrispondere una lista di nomi e personaggi suddivisi in due grandi blocchi: le organizzazioni sciite e quelle sunnite.
CENTRO ISLAMICO EUROPEO
Rappresenta la voce più importante della Repubblica Islamica dell’Iran in Italia. Situato a Roma, è direttamente amministrato dall’ambasciatore iraniano presso la Santa Sede. Il Centro sostiene la politica di Teheran rispetto a temi sia di natura geopolitica internazionale come la crisi siriana, la questione palestinese e il programma nucleare iraniano, che di dialogo e pace col mondo cristiano.
UCOII
Nel dossier israeliano è considerata una delle organizzazioni sunnite più radicali in Italia. In aggiunta ai suoi legami con la Fratellanza Musulmana, i leader dell’Ucoii sono stati anch’essi spesso oggetto di controversie. Dopo aver giustificato la jihad e gli attacchi terroristici contro i soldati italiani a Nassirya, nel 2006, l’Ucoii pubblicò un manifesto in cui comparava Israele al nazismo, presentando visioni negazioniste dell’Olocausto. Nota per le sue prese di posizione contro l’assimilazione dei valori occidentali, ha affrontato ripetute accuse di istigazione all’odio razziale durante svariati suoi sermoni. Inoltre, è stato dimostrato che certi membri hanno avuto contatti con i membri estremisti della banca Araba-Svizzera Al Taqwa Arab, rea di aver sostenuto finanziariamente Osama Bin Laden. Si crede che la banca araba-svizzera abbia fornito ingenti quantità di fondi dell’Ucoii con lo scopo di rafforzare la sua influenza e leadership sul territorio italiano. Al giorno d’oggi, Ucoii è la più grande organizzazione musulmana in Italia, la quale controlla oltre il 70% delle moschee in tutta la penisola.
UNIONE MUSULMANI D’ITALIA
Nonostante conti tra le sue fila solo poche dozzine di membri, l’Unione fondata da Adel Smith ha suscitato gravi controversie in passato. Per il rapporto del Centro antiterrorismo israeliano. rappresentata dall’unica voce del suo leader, l’organizzazione ricevette una discreta copertura mediatica in seguito ad affermazioni e atti provocatori da parte dello stesso Smith. Fortemente legato a movimenti di estrema destra, Smith sosteneva apertamente l’estremismo islamico e la rivoluzione iraniana. Si rese noto, per di più, per libri decisamente provocatori come «L’Islam Castiga la Fallaci» e «Guai a Voi, Scribi e Farisei», «Il Dovere di Odiare Israele». Il primo libro attacca la ex giornalista Oriana Fallaci per i suoi commenti e giudizi sull’Islam e gioisce della sua morte dopo una lunga lotta col cancro. Smith raggiuse il suo picco di notorietà in seguito alla sua campagna contro i simboli religiosi cattolici nelle scuole pubbliche, definendo il crocifisso come un piccolo cadavere durante la trasmissione televisiva di Bruno Vespa Porta a Porta.
ALH AL BAIT
È una organizzazione radicale sciita. Oltre ad una versione purista dell’Islam sciita, l’organizzazione sostiene apertamente la politica dell’Iran e i principi fondamentali della rivoluzione islamica. Tra le sue vaste pubblicazioni, spiccano libri dal titolo Puro Islam e Imam Khomeini. Vita, Lotta, Messaggio. Il sito di Al Bait mostra svariate immagini di Imam e ayatollah ed altre figure che ispirano sentimenti anti-israeliani e filo-palestinesi.
Questa prima analisi che vi ho voluto sottoporre è solo una piccola mollica di pane che spero possa farvi RIFLETTERE.