Italia-Maghreb: rapporti commerciali per 25 miliardi di euro

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Il Bel Paese è un partner sempre più importante nella zona maghrebina, ma sembra tralasciare la componente politica e culturale.

L’Italia sta lavorando silenziosamente per diventare un partner importante per la zona dell’Unione del Maghreb Arabo, entrando in competizione con la Francia.

Lo fa ben conscia di non aver avuto relazioni con questi Paesi in passato, se si pensa al colonialismo, con l’eccezione della Libia. Alcuni esperti, però, affermano che manchi il punto di vista umano.

L’Italia costituisce la terza economia europea, dopo la Germania e la Francia, e occupa una zona importante all’interno del Mediterraneo sia per quanto riguarda gli investimenti e gli scambi commerciali, che per la posizione geografica, che è la salvezza di molti migranti, in particolare marocchini e algerini.

L’Italia è un partner fondamentale per i paesi del Maghreb, sopratutto per quelli che hanno uno sbocco sul mare (Libia, Tunisia, Algeria e Marocco).

In particolare con quest’ultimo, sono avvenuti scambi commerciali per un valore di 1 miliardo e 200 milioni di euro nel 2015, secondo una ricerca di Al-Quds al-Arabi. Nonostante il ruolo principale di Spagna e Francia nel mercato marocchino, gli italiani continuano a sviluppare ulteriori scambi.

Resta alto anche l’ammontare degli scambi con l’Algeria che arrivano a 7 miliardi di euro all’anno: 4 miliardi per l’export italiano e 3 per quello algerino nel 2015.

L’Italia è fortemente presente anche nell’economia tunisina, dove l’export raggiunge 3 miliardi di euro e l’import 2 miliardi e 300 milioni di euro.

Non ci sono dati del commercio con la Libia nel 2015, ma gli ultimi, che fanno riferimento al 2013, mostrano che anche questo Paese commerciava con gli Stati europei in maniera consistente.

Il commercio tra Italia e Mauritania, invece, rimane sempre molto debole.

Gli scambi con il Maghreb raggiungendo, quindi, circa i 25 miliardi di euro, dati che sottolineano la presenza economica italiana in questi paesi.

Le relazioni politiche, economiche e commerciali, però, sono vuote se non ci sono iniziative politiche italiane autonome verso i paesi del Maghreb.

Spesso, le politiche comuni riguardano solo le normative relative all’immigrazioni e alla lotta al terrorismo.

A tal proposito Zouhir Louassini, un giornalista e ricercatore di relazioni internazionali residente a Roma, ha detto: “La presenza della cultura italiana nei paesi del Maghreb è debole, se paragonata a quella francese per esempio, ma l’aumento della comunità magrebina in Italia, in particolare di tunisini, marocchini e algerini, può aiutare per superare questo squilibrio in futuro”.

Continua dicendo: “L’immigrazione dal Maghreb verso l’Italia è recente, ma nonostante questo c’è dell’integrazione.

Se la paragoniamo con quella in Spagna, vediamo che alcuni politici marocchini sono entrati nel parlamento italiano da decine di anni ormai, mentre questo non è avvenuto in Spagna”.

A partire da gennaio l’Italia è diventata un membro del Consiglio di Sicurezza e ha confermato il suo interesse nelle problematiche del Mediterraneo, anche quelle che riguardano l’area del Maghreb.

Qualsiasi progetto politico e culturale, però, resta condizionato a livello umano sia da parte dell’Italia che dagli interlocutori maghrebini e non si è ancora riuscito a superare.

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