COME FUNZIONA LA BCE – L’articolo 13 del TUE elenca nelle istituzioni europee, ovvero gli organismi pubblici che formano l’architettura di governo della Ue, la Banca Centrale Europea. La Bce è dunque equivalente al Parlamento o alla Commissione secondo il Trattato che costituisce l’Unione Europea. Il sistema europeo della Banche centrali, formato dalle istituzioni degli Stati che aderiscono all’euro più la stessa Bce, è indipendente secondo il Tue, ed ha come primo obiettivo la stabilità dei prezzi. La lotta all’inflazione è dunque il compito principale dell’Eurotower, ed è uno dei punti critici attualmente discussi, perché da più parti si chiede un ruolo diverso della Banca centrale a favore della crescita, sul modello della Fed americana. Ovviamente in una simile modifica i privati, i grandi gruppi finanziari, non hanno alcuna possibilità di intervento. Infatti un nuovo ruolo della Bce potrebbe essere definito solo con un cambiamento del Tue, nello specifico l’articolo 127. I Trattati dell’Unione Europea possono essere modificati solo tramite ratifica dei Parlamenti degli Stati membri, oppure via referendum del corpo elettorale, a seconda di quello che dice la Costituzione del singolo paese. In Italia fa testo l’articolo 80, che postula:
” Le camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali che sono territorio di natura politica, o prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari, o importano variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di leggi.”
DI CHI E’ LA BCE? – La bufala della Bce privata nasce dalla struttura della Banca d’Italia, argomento che affronteremo tra poco. Le Banche Centrali Nazionali (BCN) sono le uniche autorizzate alla sottoscrizione ed alla detenzione del capitale sociale della BCE.
Ecco come funziona la sottoscrizione del capitale sociale dell’Eurotower.
Il capitale della BCE, che ammonta a 10.760.652.402,58 euro (dal 29 dicembre 2010), è sottoscritto dalle banche centrali nazionali (BCN) di tutti gli Stati membri dell’UE.
Le quote di partecipazione delle BCN al capitale della BCE sono calcolate secondo uno schema che riflette il peso percentuale del rispettivo Stato membro nella popolazione totale e nel prodotto interno lordo dell’UE, due determinanti che incidono in pari misura. Sulla base dei dati forniti dalla Commissione europea, la BCE adegua i coefficienti di ponderazione con cadenza quinquennale e ogni volta che un nuovo paese entra a far parte dell’UE.
Dall’avvio della Terza fase dell’Unione economica e monetaria, il 1° gennaio 1999, lo schema di sottoscrizione del capitale è stato modificato in quattro occasioni: il 1° gennaio 2004 e il 1° gennaio 2009 per gli adeguamenti quinquennali, il 1° maggio 2004 per l’adesione all’UE di Repubblica Ceca, Estonia, Cipro, Lettonia, Lituania, Ungheria, Malta, Polonia, Slovenia e Slovacchia e il 1° gennaio 2007 per l’ingresso nell’UE di Bulgaria e Romania.
Come si vede la composizione della Bce è completamente pubblica. Tutte le Banche centrali dei paesi della zona euro sono infatti diritti di istituto pubblico, come vedremo.
E I PROFITTI A CHI VANNO ? – Quando la Bce fa le operazioni di politica monetaria che le spettano, come l’acquisizione di valuta o titoli, oppure finanziare le banche private, di solito fa profitti, ma come ogni altro istituto di questo mondo può subire delle perdite.
Ecco perché è utile esaminare il suo bilancio, diviso tra attività e passività, per comprendere poi a chi vanno gli eventuali guadagni.
Sul fronte dell’attivo del bilancio dell’Eurosistema, oltre all’oro (423 miliardi) e alle altre attività in valuta estera (319 miliardi), sono enormemente aumentati i titoli (631 miliardi), parte dei quali relativi al cosiddetto Security Market Program, messo in piedi per sostenere il corso dei titoli governativi dei paesi in crisi (219 miliardi) e soprattutto i rifinanziamenti alle istituzioni creditizie (1.130 miliardi), quasi tutti a lungo termine.
Questi ultimi sono oggi costituti quasi interamente da rifinanziamenti a tre anni, sorti a seguito delle due aste effettuate lo scorso dicembre e febbraio dalla Bce, che in parte hanno anche sostituito i finanziamenti a tre mesi e un anno, nonché i finanziamenti principali a breve termine erogati in precedenza dalla stessa Bce.
Se passiamo al lato del passivo del bilancio dell’Eurosistema osserviamo che accanto alla voce banconote (870 miliardi), e riserva obbligatoria recentemente dimezzata (91), l’attenzione di tutti gli osservatori si concentra sui depositi che le banche detengono presso la Bce che negli ultimi anni sono cresciuti esponenzialmente (1.057).
La crescita viene generalmente interpretata come la volontà delle banche di non prestare i soldi ricevuti dalla banca centrale ad altre banche o al sistema economico. In realtà, questa interpretazione è del tutto falsa.
Infatti nel momento in cui un’azienda di credito riceve un finanziamento dalla banca centrale immediatamente i soldi ricevuti vengono accreditati sui conti in banca centrale. Tuttavia, anche se quella banca decidesse di prestare i soldi a un’altra banca o a un’impresa, i soldi rimarrebbero sempre nel circuito bancario e a fine giornata verrebbero depositati presso una banca centrale dell’Eurosistema.
Infatti in termini tecnici questo è quello che viene definito come base monetaria. (4) Ecco perché esiste una correlazione strettissima tra la posta “Rifinanziamento a favore delle istituzioni creditizie” e “Passività verso le istituzioni creditizie”.
Negli ultimi anni la Bce ha fatto utili, come capita quasi sempre alle Banche centrali a meno di dissanguanti operazioni per salvare uno Stato in via di fallimento.
Come vengono distribuiti questi profitti?
Nel 2011 la Bce ha conseguito un utile lordo di 1,9 miliardi di euro e accantonato 1,1 miliardi a riserva.
Gli utili vengono ovviamente distribuiti agli azionisti della stessa Bce, le banche centrali dei paesi dell’euro, e quindi sottoposti alla legislazione degli istituti centrali.
Essendo tutte società di diritto pubblico, vanno allo Stato, anche se questo è ovviamente un concetto da meglio definire visti i diversi compiti delle varie istituzioni.
—– Fonte BCE
Risultato economico per il 2014
L’utile netto della BCE per il 2014 ammonta a 989 milioni di euro (1.440 milioni nel
2013), in seguito al trasferimento di 15 milioni di euro al fondo rischi (0,4 milioni nel
2013).
La figura 1 presenta le componenti del conto economico della BCE nel 2014 e nel
2013.
Informazioni principali
• Nel 2014 gli interessi attivi netti ammontano a 1.536 milioni di euro, rispetto a 2.005 milioni nel 2013, registrando una riduzione dovuta soprattutto ai seguenti fattori: (a) la diminuzione degli interessi attivi rivenienti dalla quota della BCE sul totale delle banconote in euro in circolazione riconducibile al più contenuto tasso medio sulle operazioni di rifinanziamento principali (ORP) nel 2014 e (b) una riduzione degli interessi attivi derivanti dai portafogli costituiti nell’ambito dell’SMP e del primo e del secondo CBPP dovuta ai titoli giunti a scadenza.
Gli effetti di tali andamenti sono stati parzialmente compensati dal calo degli interessi passivi corrisposti alle BCN dei paesi dell’area dell’euro sui crediti relativi alle riserve ufficiali da queste trasferite alla BCE.
• Nel 2014 l’incremento complessivo del valore di mercato dei titoli del portafoglio in dollari e del portafoglio detenuto a fronte dei fondi propri ha determinato una notevole diminuzione delle svalutazioni nell’esercizio, che ammontano a 8 milioni di euro (115 milioni nel 2013).
• Rispetto all’esercizio precedente, nel 2014 le spese di amministrazione totali della BCE, inclusi gli ammortamenti, sono passate da 527 milioni a 677 milioni di euro. L’incremento è dovuto principalmente alle spese connesse all’MVU. Le spese sostenute per la costruzione della nuova sede della BCE sono state in gran parte capitalizzate e risultano quindi escluse da questa voce.
• Nel novembre 2014 la BCE si è trasferita nella nuova sede. Le spese capitalizzate sostenute fino a quel momento sono state pertanto stornate dalla voce “Immobilizzazioni in corso” alle pertinenti poste dell’attivo. L’ammortamento ha inizio nel gennaio 2015, in linea con le disposizioni stabilite dalla BCE.
• Modifica dei criteri di valutazione: come illustrato nelle relative note, il trattamento contabile dei titoli detenuti ai fini della politica monetaria è stato modificato. Questi titoli sono ora contabilizzati al costo ammortizzato tenendo conto di eventuali riduzioni durevoli di valore, indipendentemente dalla volontà di detenerli fino a scadenza. Questa modifica non ha avuto alcun effetto sul risultato economico della BCE.
Evoluzione a lungo termine del bilancio della BCE
Le figure 2 e 3 presentano l’evoluzione dello stato patrimoniale e del conto economico della BCE nonché delle rispettive componenti nel periodo 2008-2014.
Lo stato patrimoniale ha registrato una notevole contrazione dal 2008.
Il miglioramento delle condizioni di finanziamento in dollari statunitensi per le controparti dell’Eurosistema ha determinato una graduale riduzione delle operazioni di liquidità in dollari offerte dall’Eurosistema.
La concomitante diminuzione dei crediti interni all’Eurosistema della BCE e delle relative passività denominate in euro è il fattore principale della riduzione complessiva dello stato patrimoniale della Banca in questo periodo.
Tale riduzione è stata compensata solo in parte (a) dall’incremento delle banconote in circolazione, (b) dagli acquisiti di titoli detenuti ai fini della politica monetaria e (c) dall’aumento del patrimonio netto, formato dal capitale della BCE, dal fondo rischi generali e dai conti di rivalutazione.
L’ammontare dell’utile netto della BCE nello stesso periodo è stato determinato dai seguenti fattori.
• Il tasso sulle ORP è sceso, riducendo in misura significativa il reddito da signoraggio della BCE. Il tasso medio sulle ORP nel 2014 è stato pari allo 0,16%, rispetto al 4% del 2008, e quindi gli interessi attivi rivenienti dalle banconote in circolazione sono passati da 2,2 miliardi di euro nel 2008 a 0,1 miliardi nel 2014.
• Al fondo rischi generali è stato conferito un ammontare di 3,6 miliardi di euro. Questi trasferimenti al fondo riducono l’utile di un importo equivalente.
• Il reddito riveniente dalle riserve ufficiali si è ridotto gradualmente, soprattutto a causa della flessione dei rendimenti in dollari statunitensi e dal risultante calo degli interessi attivi generati sul portafoglio in dollari. Gli interessi attivi netti sulle riserve ufficiali si attestano a 0,2 miliardi di euro nel 2014, rispetto a 1 miliardo nel 2008.
• Gli acquisti di titoli detenuti ai fini della politica monetaria, nell’ambito dell’SMP e dei CBPP, hanno generato in media il 55% degli interessi attivi netti totali della BCE negli ultimi cinque anni.