La UE ha deciso di sostenere l’azione di pressione su Israele per discriminare quanto stabilito politicamente sui territori controllati dopo il 1967, infatti tutti i prodotti esportati ed etichettati dovranno indicare se provengono da zone controllate da Israele dopo il 1967, modificandone la denominazione ed origine!!!
Le politiche economiche come arma per attuare una politica geografica!
Israele è fermamente opposto al un’iniziativa europea, sostenendo che esso individua e discrimina lo stato ebraico.
Il primo ministro Benjamin Netanyahu la ha definita “ingiusta”, sostenendo che si tratta di una “distorsione di giustizia” che fa male alle prospettive di pace israelo-palestinese.
Martedì sera, Netanyahu ha incontrato un gruppo bipartisan di senatori degli Stati Uniti a Washington e li ha esortati ad aiutare Israele a difendersi dalla decisione della UE di etichettare le merci prodotte in Cisgiordania.
I 36 senatori hanno inviato una lettera alla politica estera adottata da Federica Mogherini della UE per protestare quello che hanno definito un “boicottaggio de facto” di Israele.
“Siamo fermamente convinti che questi sforzi sono ingiustificati, pericolosi e dannosi per le prospettive di una soluzione negoziata del conflitto israelo-palestinese”, i senatori lo hanno scritto e sottoscritto.
Giovedi scorso, un gruppo di membri della Camera dei Rappresentanti statunitense ha scritto una missiva simile a Mogherini, sostenendo che il sistema di etichettatura promuove “misure commerciali restrittive e illegali contro Israele.”
Ad un anno di distanza dalle affermazioni palesemente pro Palestina della Mogherini che ha afferma che ha consegnato il messaggio dell’Europa senza giri di parole.
La nascita di uno stato palestinese può aiutare la pace, e deve realizzarsi in tempi rapidi e certi.
L’unità della Palestina, formata da Cisgiordania e Striscia di Gaza, non deve più esser messa in discussione.
E poi – la più inattesa delle uscite dell’Alto rappresentante – Gerusalemme deve essere la capitale di entrambi gli stati: di Israele, come da sempre chiedono i governi israeliani, ma anche della Palestina, con Gerusalemme Est.
La Mogherini ha parlato della Città santa proprio mentre la questione di Gerusalemme torna ad accendersi.
— Non servono molti commenti – le foto parlano da sole!
Un comunicato della Farnesina datato 27/06/2014 e diffuso dalla Mogherini riporta :
Messaggi comuni volti a sensibilizzare i cittadini e le imprese dell’UE in materia di coinvolgimento in attività finanziarie ed economiche negli insediamenti
L’Unione Europea e i suoi stati membri ritengono che gli insediamenti israeliani siano illegali ai sensi del diritto internazionale, sono un ostacolo alla Pace e rischiano di rendere irrealizzabile una soluzione del conflitto israelo-palestinese basata sui due Stati.
L’UE e i suoi Stati membri non riconosceranno alcuna modifica alle frontiere pre-1967, incluso riguardo a Gerusalemme, ad eccezione di quelle concordate tra le Parti.
La Cisgiordania, inclusa Gerusalemme est, Gaza e le alture del Golan sono territori occupati da Israele a partire dal 1967.
In conseguenza di ciò, l’Unione Europea e i suoi stati membri intendono sensibilizzare i cittadini e gli ambienti economici europei sui rischi associati alla conduzione di attività economiche e finanziarie negli insediamenti.
Transazioni finanziarie, investimenti, acquisti, appalti e altre attività economiche (ivi compresi i servizi turistici) in insediamenti israeliani o che beneficiano insediamenti israeliani, comportano rischi di ordine legale ed economico derivanti dal fatto che gli insediamenti israeliani, secondo il diritto internazionale, sono costruiti su un territorio occupato e non sono riconosciuti quale parte legittima del territorio di Israele.
Ciò potrebbe comportare controversie su titoli di proprietà di terreni, risorse idriche, minerali o altre risorse naturali oggetto di acquisto o di investimento.
Dovrebbero inoltre essere tenute in considerazione eventuali violazioni del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani.
Potenziali acquirenti o investitori devono essere consapevoli che un futuro accordo di pace tra Israele e i Palestinesi, o tra Israele e la Siria, potrebbe avere conseguenze sui beni acquistati o sulle attività economiche condotte in questi insediamenti.
In caso di controversie, potrebbe essere molto difficile per gli Stati membri garantire la tutela nazionale dei propri interessi.
I cittadini e le imprese dell’Unione Europea coinvolti in attività economiche e finanziarie negli insediamenti dovrebbero inoltre essere consapevoli delle potenziali implicazioni negative di tali attività sulla loro reputazione o immagine.
I cittadini e le imprese dell’Unione Europea che stessero meditando un eventuale coinvolgimento economico o finanziario negli insediamenti dovrebbero avvalersi di un’opportuna consulenza legale prima di procedere.
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In Israele, molti politici di alto livello, anche dei partiti di opposizione, hanno bollato l’iniziativa dell’UE come antisemita, confrontandola con stelle gialle che gli ebrei furono costretti ad indossare durante l’Olocausto.
“E ‘intollerabile che Israele sia l’unico paese che è stato individuato dalla UE per una tale politica, nonostante il fatto che ci sono più di 200 territori contesi in tutto il mondo” – Ministero degli Esteri israeliano lo ha dichiarato sul suo sito web Martedì.