Washington e l’Unione Europea sono state colte di sorpresa dall’intervento della Russia in Siria, allo stesso tempo la reazione non coordinata e disordinata dell’Occidente alle azioni di Mosca può essere vista come una sconfitta, ritiene l’editorialista de “Il Giornale” Andrea Marcigliano.
A prescindere da come si svilupperanno ulteriormente gli eventi nel conflitto in Medio Oriente, un nuovo equilibrio geopolitico sarà impossibile da raggiungere senza tenere in considerazione gli interessi del Cremlino, scrive l’editorialista de “Il Giornale” Andrea Marcigliano.
Secondo l’editorialista, l’intervento della Russia nel conflitto siriano legittima il ruolo di potenza mondiale della Russia e dimostra l’inettidudine di Obama e dell’Europa.
Washington e l’Unione Europea sono state colte di sorpresa dall’intervento della Russia, ritiene Marcigliano.
La reazione scoordinata e confusionaria dell’Occidente alle azioni di Mosca è vista dall’analista come una sconfitta dell’asse Bruxelles-Washington.
E’ la sconfitta di coloro che nel corso di questi anni non sono riusciti o non hanno voluto risolvere il problema di ISIS in Medio Oriente, pensando erroneamente che questo movimento fosse di passaggio e sarebbe scomparso da solo, sottolinea l’editorialista.
Temporeggiando e aggravando la situazione con interventi scellerati e sconsiderati, come in Libia, l’Occidente ha permesso al problema di crescere e trasformarsi da regionale a internazionale.
Proprio in questo momento, rileva Marcigliano, è entrato in scena Vladimir Putin.
La strategia del presidente russo è radicalmente diversa dalla strategia dei suoi partner occidentali, “soprattutto dalla miope e incerta posizione di Obama”, scrive nell’articolo. Il capo di Stato russo ha visto chiaramente nella crisi siriana una buona occasione per cambiare l’equilibrio internazionale e rafforzare la posizione del Cremlino.