Corea del nord, purtroppo negli ultimi mesi è sempre più al centro dell’attenzione di tutti i media internazionali e non solo per la sua continua ostentazione di “minacce di belligeranza” ma anche per la sua altissima specializzazione nelle attività di hacking informatico e furto di informazioni.
Malgrado le strettissime misure di embargo, la capacità di trovare sempre nuovi sbocchi in paesi emergenti gli ha permesso di crescere e prosperare.
Lo scorso 3 marzo il giornale vietnamita “Thanh Nien” ha riportato la notizia che nonostante l’embargo delle Nazioni Unite, la Corea del Nord continua a costruire impianti per la produzione di armi, a vendere armi e ad addestrare le forze di sicurezza di molti Paesi in Africa.
In un nuovo rapporto del Consiglio di esperti delle Nazioni Unite si nota in particolare che la Corea dispone di 54 impianti per la produzione di armi ed ha iniziato a vendere le tecnologie di produzione delle armi dal 1996.
L’organo ONU fa riferimento a 2 funzionari della Namibia, che ammettono la presenza di società nordcoreane nel Paese e un numero significativo di progetti, compresa la costruzione di un impianto per la produzione di munizioni a Windhoek.
I funzionari affermano che la società della Corea del Nord “Mansudae Overseas Project Group” realizza, tra le altre cose, la costruzione di una scuola militare per il ministero della Difesa della Namibia.
Dal rapporto ONU dello scorso agosto emerge che i lavoratori nordcoreani sono coinvolti nella costruzione di una base militare a Suider Hof, nei pressi di Windhoek, nonostante la costruzione di fabbriche di armi e basi militari sia vietata conformemente all’embargo economico-finanziario contro Pyongyang.
Oltre alla Namibia, la Corea del Nord partecipa alla costruzione di una fabbrica di munizioni nella città di Likasi della Repubblica Democratica del Congo, riporta l’agenzia IOL.
L’Etiopia conta sull’assistenza a lungo termine di Pyongyang per la manutenzione e le forniture di munizioni e pezzi di ricambio per carri armati e armamenti ormai obsoleti. Secondo la IOL, la Tanzania invita ripetutamente i tecnici militari della Corea del Nord per la modernizzazione dei caccia, anche se ora li ha espulsi dal Paese.
Inoltre Pyongyang vende munizioni all’Egitto.
Durante un’ispezione del carico giunto al Cairo da Pechino nel 2013, sono stati trovati pezzi di ricambio per i sistemi a razzo “SCUB-B”, sviluppati dall’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda.
Erano stati prodotti in Corea del Nord e le parti erano sono state consegnate tramite aerei cargo a Pechino.
Nel rapporto del 2015 si rileva che nell’illegalità la Corea del Nord continua ad addestrare le polizie e gli eserciti di molti Paesi in Africa.
Nel 2014 sono stati addestrati 740 poliziotti dell’Uganda, nel dicembre 2015 sono arrivati 45 istruttori nordcoreani per addestrare le forze paramilitari.
Anche la Tanzania si rivolge alla Corea del Nord per preparare le forze speciali e i servizi d’intelligence.
Dall’inizio degli anni ’80 Pyongyang addestra le unità d’elite del presidente dello Zimbabwe Robert Mugabe.
La Nigeria invia i suoi militari in Corea del Nord pagando Pyongyang per prender parte a seminari sulla scorte, mentre le forze armate della Repubblica Democratica del Congo da molto tempo ricevono l’addestramento dai nordcoreani.
“VICE News” riporta che le autorità ugandesi in risposta alla relazione dell’ONU hanno affermato che queste attività non sono una violazione dell’embargo, in quanto i nordcoreani sono impegnati nell’addestramento per operazioni di salvataggio in mare, assistenza medica e tecnologie di costruzione.
Tuttavia in futuro la Corea del Nordo potrebbe perdere i suoi clienti. I Paesi africani hanno iniziato a fare sul serio nel rafforzamento della difesa nazionale, ad esempio alla Namibia e all’Uganda in futuro una Pyongyang sotto sanzioni potrebbe non essere più necessaria.